Torino, 40 anni moriva padre Domenico da Cese

di Antonio Bini - Il Servo di Dio ricordato a Manoppello a quarant’anni
dalla morte, anche con un libro pubblicato in Germania.PESCARA - “Il tempo trascorso, invece di affievolire il
suo ricordo, fa registrare un crescente seguito, anche da parte di persone che
non lo hanno conosciuto in vita”.
Sono sorpresi il v. postulatore della causa di beatificazione, Padre Eugenio Di Gianberardino, e il
rettore del Santuario, Padre Carmine
Cucinelli, a conclusione dell’evento organizzato nel Santuario del Volto Santo di Manoppello,
per ricordare Padre Domenico da Cese
a quarant’anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 17 settembre 1978 a Torino, a seguito di un incidente
stradale. La celebrazione della messa, è stata preceduta da un incontro al
quale hanno partecipato numerose persone, giunte a Manoppello da ogni parte
d’Italia e anche dall’estero per testimoniare la loro devozione a P. Domenico da Cese, anche fornendo
dichiarazioni scritte. Non sono mancati pellegrinaggi appositamente organizzati
da Ruvo di Puglia, Andria e Civitavecchia, anche se nella sala San Damiano, attigua alla
basilica, sono potuti entrare a malapena i devoti più strettamente legati alla
figura del cappuccino marsicano. Introducendo
l’incontro, P. Carmine Cucinelli ha illustrato
il complesso iter avviato nei mesi scorsi per dare sepoltura nella basilica del
Volto Santo dei resti mortali di P.
Domenico da Cese, per la quale è stato curato un apposito progetto, ricordando
che la questione si pose sin dai giorni immediatamente successivi la scomparsa
del confratello. Infatti, da una lettera recentemente ritrovata nell’archivio
del convento, emerge come l’assistente spirituale dell’Associazione del Volto Santo di Ruvo di Puglia, don Vincenzo Amenduni, in data 30
ottobre 1978, espresse caldamente, a nome di una comunità di fedeli più vasta
della stessa associazione, il desiderio che la salma del venerato Padre Domenico da Cese trovasse sistemazione
nel Santuario del Volto Santo di
Manoppello. In proposito appare interessante cogliere le motivazioni che il
sacerdote, a nome degli associati e altri fedeli, sostenesse a motivo della
richiesta, ricordando che “Padre Domenico
ha svolto la sua attività religiosa e sacerdotale nel Santuario, rimanendo definitivamente
legato allo zelo col quale ha diffuso la devozione al Volto Santo facendosi
sapiente guida morale e spirituale di quanti hanno visto in lui un padre
generoso che non ha risparmiato fatiche per la formazione di molti fedeli
provenienti a Manoppello da ogni parte d’Italia e d’Europa”. Ci sembrano
espressioni che ben rappresentano lo straordinario rapporto tra P. Domenico e il Volto Santo, di cui fu
tenace e appassionato divulgatore, nella certezza della sua autenticità, che appare
inscindibile - ieri come oggi - anche a quanti solo di recente si sono avvicinati
alla conoscenza o allo studio della figura del frate e della stessa storia del Volto Santo, riemerso dall’oblio e nei
suoi significati nella storia del cristianesimo soltanto negli ultimi anni. Lo
stesso P. Carmine ha rivolto un affettuoso ringraziamento ai nipoti del
cappuccino per aver dato il consenso al trasferimento delle spoglie di P.
Domenico dalla cappella privata del cimitero di Cese, con una lettera congiunta
nella quale si sono detti certi che la sua volontà sarebbe stata quella di
rimanere vicino all’amato Volto Santo. Dopo che nel 2015 la Congregazione per
le cause dei santi ha riconosciuto al cappuccino la qualità di Servo di Dio, nel
salone dedicato agli ex voto è stata esposta una gigantografia di P. Domenico
con una copia del Volto Santo in mano, con un registro aperto ai visitatori che
raggiungono il Santuario, continuando a seguire il suo insegnamento.
P. Eugenio ha poi coordinato l’esposizione di numerose
testimonianze di devoti, miracolati, o di personali esperienze di fatti
straordinari, anche da parte di persone che si sono accostate alla conoscenza
di P. Domenico solo negli ultimi anni, come ad esempio, una signora di Taranto,
che ha raccontato il drammatico caso di una congiunta. Diverse e anche
singolari alcune storie personali e familiari, anche di figli che raccontano le
vicende dei propri genitori, come la gioia all’arrivo delle lettere di P.
Domenico, il costante invito alla preghiera e alla venerazione del Volto Santo.
Il superamento degli effetti di gravi incidenti stradali, come raccontato da
una signora venuta dalla Francia e di altre gravissime patologie, affrontate
con la preghiera e con avvertita vicinanza del Servo di Dio. Altri ancora hanno
riproposto il misterioso rapporto tra Padre Domenico e Padre Pio da Pietrelcina, con storie che oltrepassano qualsiasi capacità
di comprensione secondo gli ordinari meccanismi del ragionamento umano. L’intervento
di P. Eugenio ha spesso offerto pacate riflessioni sul piano religioso rispetto
a singole testimonianze. Tra i vari religiosi convenuti, significativa l’emozionata
presenza di P. Luciano Antonelli e P. Pietro De Guglielmo, confratelli dell’indimenticato
P. Domenico nel convento di Manoppello in quel lontano 1978. Il primo (ora
all’Aquila) era il superiore, mentre il secondo (ora a Penne) fu incaricato di
recarsi a Torino per assistere P. Domenico morente.
Particolare
affetto è stato mostrato da molte persone nei confronti di fr. Vincenzo d’Elpidio, presente all’evento, che fu amico di P.
Domenico e che da anni è impegnato nel sostenere la causa di beatificazione del
confratello, di cui conosceva bene lo straordinario carisma, la semplicità, la
totale disponibilità nei confronti degli umili e dei sofferenti e la sua
instancabile dedizione alla causa del Volto
Santo, che l’aveva anche portato a Torino
per l’ostensione della Sindone, in
quel suo ultimo viaggio, con il tragico epilogo che avrebbe peraltro previsto. Abbiamo
sentito l’anziano frate confidare ad alcune persone che lo salutavano
familiarmente del suo desiderio di assistere alla sepoltura di P. Domenico a
Manoppello prima di lasciare questa terra. Ha seguito l’evento anche la giornalista
Aleksandra Zapotoczny, che ha
collaborato nel processo di canonizzazione di Giovanni Paolo II e che recentemente ha pubblicato il libro “Vivi dentro di noi”, edito anche in
Italia da Mondadori e contenente una interessante rassegna di testimonianze che
hanno portato alla beatificazione del papa polacco. In occasione dell’evento, è
stato anche presentato il libro “Padre
Domenico da Cese, cappuccino: un biografia illustrata”, a cura di sr. Petra-Maria Steiner, edito da Vita
Communis, Waiblingen (Germania), anche con separata edizione in lingua tedesca. Si tratta di
una interessante biografia dell’apostolo del Volto Santo, raccontata attraverso
un ricco corredo fotografico e di documenti, in gran parte inediti, che
l’autrice ha provveduto negli ultimi anni a raccogliere e archiviare nel
convento di Manoppello, e relativi a
periodi trascorsi anche in altri conventi, tra cui Avezzano, Penne, L’Aquila (dove fu anche cappellano nel
locale ospedale), Vasto, Sulmona, Luco dei Marsi, Campli, Caramanico Terme, prima
dell’assegnazione al convento di Manoppello,
avvenuta nel 1966. Per la prima volta risultano documentate alcune vicende del
periodo in cui P. Domenico fu cappellano militare di guerra a Trieste e poi in territori della ex
Jugoslavia e quindi una serie di interessanti articoli pubblicati sulla rivista
cattolica austriaca “Grüß
Gott” (in italiano, “Saluto il Signore”), di cui era responsabile la sig.ra
Ida Loidl, che, quando P. Domenico era in vita, organizzava
pellegrinaggi a San Giovanni Rotondo
e a Manoppello.
La pubblicazione, introdotta dallo
scrittore Paul Badde, è destinata ad
aprire ulteriori prospettive di ricerca sulla vita del frate. Circostanze che
fanno riflettere su quello che lo stesso P. Domenico sosteneva quando diceva di
non desiderare che si parlasse di lui, cosa che si sarebbe potuta fare soltanto
dopo la sua morte. Sono intervenuti
alla presentazione del libro anche la traduttrice dell’edizione in lingua
italiana, prof.ssa Wilma Peruzzi, e Dirk Weisbrod, bibliotecario di Bonn, che ha collaborato alla redazione
del volume. “P. Domenico è vivo tra noi
grazie anche alla vostra presenza e al vostro ricordo”, ha detto P. Carmine Cucinelli, rettore del
Santuario, nel ringraziare per la partecipazione, a conclusione della messa,
seguita da centinaia di persone, che hanno occupato anche le navate laterali
della basilica.