Segnalibro, Michele Neri a Fattitaliani: in "Sospensione" la lotta per tenere acceso il desiderio per qualcosa. L'intervista

"Sospensione" è il nuovo libro di Michele Neri (Centauria) uscito il 20 settembre: un romanzo sulla riflessione sul tempo che passa, ma non muta, sulle generazioni che si perdono e sull'incessante richiesta di desiderio che caratterizza l'animo umano. Oggi sarà presentato alla libreria Verso libri di Milano, con Stefano Biolchini. L'intervista di Fattitaliani all'autore per la rubrica "Segnalibro".

Quali libri ci sono attualmente sul suo comodino?
Uno soltanto: Tredici modi di guardare di Colum McCann (Rizzoli). Sa mettersi dentro l'altro, anche se fittizio, come nessuno.
L'ultimo "grande" libro che ha letto?
Il club degli uomini di Leonard Michaels (Einaudi). È difficile trasmettere il senso del maschile senza pudori e senza assoluzioni. Prendendoci in giro e al tempo stesso rivendicando la nostra sciocca rilevanza.
Chi o cosa influenza la sua decisione di leggere un libro?
Spesso sono attratto da autori che già conosco e mi piace leggere tutto di un autore che ho amato. Se no, di solito è una parola, un'immagine contenuta nella descrizione del libro o in una recensione su un giornale, spesso straniero e di cui mi fido. Devono dire qualcosa che non mi sembri già familiare.
Quale classico della letteratura ha letto di recente per la prima volta?
Via dalla pazza folla di Thomas Hardy.
Secondo lei, che tipo di scrittura oggi dimostra una particolare vitalità? 
Il romanzo. E la saggistica intrisa di vita privata, anche se in questa la qualità è spesso deludente. E i racconti, soprattutto americani.
Personalmente, quale genere di lettura Le procura piacere ultimamente?
Negli ultimi mesi ho letto la trilogia Outline della canadese che vive a Londra Rachel Cusk. Il primo volume, Resoconto, è pubblicato ora da Einaudi. La Cusk porta la tensione e la lucidità dell'auto-fiction ai suoi livelli più alti. È come un'invitata alla nostra festa che ha visto quello che ci è sfuggito.
L'ultimo libro che l'ha fatta sorridere/ridere? 
Manaraga (Bompiani) del russo Vladimir Sorokin: immagina un futuro in cui la lettura sarà vietata e gli ultimi snob cercano sul mercato nero delle vecchie copie di capolavori perché poi un book'n'griller sappia usarli come legna per cuocere delle sublimi pietanze.
L'ultimo libro che l'ha fatta commuovere/piangere? 
I saggi di Charles D'Ambrosio raccolti in Perdersi (Minimum Fax). Il capitolo sulla sua visita a un orfanotrofio russo racconta la solidarietà, il dolore e i metodi semplici per superarlo in modo così delicato e realistico da sciogliere ogni possibile indifferenza.
L'ultimo libro che l'ha fatta arrabbiare?
1Q84 di Haruki Murakami (Einaudi). È un autore che ho amato molto e di cui ho letto tutto, ma in questo ho sentito un po' un raggiro, come se avesse scritto alla maniera di Murakami. O come se fosse stato scritto per chi non avesse mai letto niente prima. In alternativa, direi il mio.
10. Quale versione cinematografica di un libro l'ha soddisfatta e quale no?
Solaris di Stanislaw Lem diretto da Tarkovsky.
L'assassino che è in me tratto dal capolavoro di Jim Thompson e diretto da Michael Winterbottom.
Quale libro sorprenderebbe i suoi amici se lo trovassero nella sua biblioteca?
Diversi saggi non divulgativi sulla fisica delle particelle.
Qual è il suo protagonista preferito in assoluto? 
Frédéric Moreau dell'Educazione sentimentale di Flaubert.
E l'antagonista?
James Durie di Ballantrae de Il signore di Ballantrae di R.L.Stevenson.
Lei organizza una cena: quali scrittori, vivi o defunti, inviterebbe?
Inviterei Conrad, Céline e Čechov. Ho letto tutto o quasi di loro e potrei cercare di farli familiarizzare, perché, a quanto mi risulta, non si sono incontrati. Mi piacerebbe scontrarmi con il compito impossibile di far conversare Céline con Conrad, senza che nessuno dei due si offenda. Poi mi allontanerei per sondare l'umanità di Čechov, di cui ho sempre sognato di essere un parente. Sono anche affascinato dalla differenza dei loro tre caratteri e di come mi abbiano reso felice allo stesso modo: potrei forse così capire qualcosa di me.
Ricorda l'ultimo libro che non è riuscito a finire? 
C'è un libro solo che ho aperto più volte e non sono mai riuscito a portare a termine. Sotto il vulcano di Malcolm Lowry. E non capisco il perché. Ha tutto per conquistarmi, ma poi mi perdo a metà strada. Forse l'alcol è troppo. Forse è troppo simile a me e non voglio scoprirlo.
Quale scrittore vorrebbe come autore della sua biografia?
Vorrei uno che sapesse procedere con delicatezza ed empatia, uno come Colum McCann o Richard Ford. Ma forse, poiché la mia vita non presenta per ora grandi eventi, sarebbe noioso. In tal caso uno come Graham Greene saprebbe come accendere la miccia.
Che cosa c'è di Michele Neri in "Sospensione"?
Vorrei che emergessero alcuni temi/ossessioni/desideri, ma vorrei anche che non fossero troppo marcati, perché lo sforzo è stato quello di scrivere una fiction, uno sguardo su un momento di seconda formazione maschile.
Si può trovare la sensazione (generica) della crisi del maschio vissuta dalla mia generazione, e il bisogno di una ripartenza.
La lotta per tenere acceso il desiderio per qualcosa.
L'ingiustizia nella passione. E l'importanza di provare paura in amore.
I figli che se vogliono sanno come ritrovare i padri che si sono perduti.
L'esigenza di non essere conformisti, di rifuggire lo standard nelle relazioni, anche se ciò provoca dolore a sé o agli altri.
L'odio per gli aneddoti.
La presa in giro della retorica della montagna come luogo che rende più puri.
Il coraggio che ci vuole nel compiere atti impopolari.
E un po' di nostalgia per tempi in cui si pensava di poter andare avanti e che fosse giusto, oltre che avvincente. Giovanni Zambito.
IL LIBRO 256 pagine - cartonato. Data di pubblicazione: 20 settembre 2018 - Prezzo: 18,50 €
Gabriele Santucci è il manager cinquantenne di una multinazionale di base a Roubaix: un impero eretto sul commercio dei letali rivestimenti in fibra d'amianto. Per un quarto di secolo Gabriele si è destreggiato tra allarmi scientifici incalzanti, indennizzi per zittire le famiglie delle vittime, acrobazie finanziarie per salvaguardare i profitti aziendali, soffocando in un lavoro, in una famiglia e in un Paese che detestava.

C'era qualcosa che si frapponeva tra la sua estrema sensibilità e la consapevolezza delle proprie azioni; tra l'orrore per la vita scelta, e l'inspiegabile decisione di non tornare più in Italia, abbandonata dopo l'università. Finché, a seguito di un umiliante cedimento privato e di una breccia apertasi nel muro di omertà che aveva protetto i suoi traffici, Gabriele decide di scappare e tornare in Italia.

Il viaggio lo condurrà alla ragione della sua fuga giovanile e all'origine del suo fraintendimento esistenziale che lui, alzando un velo impenetrabile, aveva rimosso. A distanza di anni dovrà fare i conti con la violenza liberatoria della verità.
Più che un viaggio in una geografia riscoperta, sarà il precipitare nei sentimenti di quell'esperienza disorientante che è il passaggio dal liceo al futuro, e in un passato, la fine degli anni Settanta in cui ci si poteva illudere di vincere tutto per amore, anche le distanze di classe e umanità.

Ad accompagnarlo in un tempo che non aveva esaurito i suoi segreti incendiari, due amici di allora, increduli nel ritrovarsi a tu per tu con il mistero della loro giovinezza e sorpresi di dover affrontare di nuovo, senza più compromessi, le proprie, maschili illusioni di corpi e di amori.

L'AUTORE
Michele Neri è nato a Milano. Giornalista culturale per quotidiani e periodici, ha diretto l'agenzia Grazia Neri e fondato Makadam, la prima comunità al mondo d'immagini scattate col cellulare. Ha pubblicato per Mondadori Scazzi, mémoire famigliare scritto insieme al figlio, e con Gallucci Photo Generation, indagine sulla fotografia nell'epoca dei social media.
Fattitaliani

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