Opera, Silvia Dalla Benetta a Fattitaliani: questo lavoro è una continua scoperta. L'intervista

Fattitaliani
Settembre, si riaprono le stagioni teatrali: non può mancare l'Opera di Liegi, che, come da tradizione, annuncia l'inizio della stagione con il concerto d'estate con la direzione musicale del Maestro Speranza Scappucci.
Sarà l'occasione di scoprire, attraverso un programma su misura, estratti di opere che compongono il cartellone 2018-2019 e non solo.  "Il concerto d’estate della Stagione di Liegi - rivela a Fattitaliani il soprano Silvia Dalla Benetta - prevede l’esecuzione di una serie di overture, io canterò solamente la bellissima aria dei Puritani". L'intervista di Fattitaliani.
Durante la sua carriera quali consigli ha tenuto costantemente presenti a se stessa umanamente e artisticamente parlando? 
I consigli che ho tenuto costantemente presenti sono “amore e rispetto” per questo meraviglioso mestiere che ho la fortuna di fare da molti anni. La bellezza di questo lavoro è che non si finisce mai di imparare, è sempre una continua scoperta, ogni persona con cui collaboro porta nel mio bagaglio di esperienze  suggerimenti e consigli preziosi che arricchiscono la mia conoscenza.
Quando è iniziata la sua passione per il canto? E quando ha deciso di farne anche un mestiere? 
È una storia lunga, cercherò di essere più breve possibile tralasciando alcuni dettagli. Tutto è iniziato  a 19 anni, non conoscevo l’opera lirica, frequentavo l’Accademia di Belle Arti corso di Pittura e per puro caso un giorno alla radio rimasi  folgorata ed emozionata da un bellissimo brano, era Vissi d’arte della Tosca, alla fine dell’ascolto il presentatore parlò di quest’opera e dell’interprete che era la Callas, corsi subito ad acquistare il disco per ritrovare quel pezzo meraviglioso e iniziai ad ascoltarlo ogni giorno e canticchiarlo come fanno tutte le persone finché ascoltando la musica... da lì la passione e la scoperta di un mondo per me fino  allora sconosciuto... Quasi come un’assetata nel deserto iniziai a cercare nuovi brani anche di altri compositori senza pensare alla distinzione vocale tra soprano, mezzo soprano, tenore ecc,  studiavo da sola  a casa cercando solo il piacere e l’emozione che mi suscitavano... poi per puro caso feci l’ammissione al conservatorio e da lì tutte le cose presero una nuova direzione... questo lavoro ha cambiato la mia vita e anche quella delle persone che amo e che mi stanno accanto... ma come le dicevo è una lunga storia...
Quale eroina dell'opera sente vicina a sé e quella che avverte più distante dal suo modo di essere?
Difficile sceglierne una: ogni volta che interpreto un ruolo trovo un pezzo della mia vita che si identifica in quel personaggio ... quindi porto sempre una parte vera di me stessa in scena... può essere una piccolissima parte o una grande parte di me ... c’è sempre qualcosa di quel personaggio che mi appartiene.
Quale personaggio avrebbe voluto essere?
La domanda mi fa sorridere perché avrei voluto essere un capo, una guerriera, una Regina... Elisabetta d’Inghilterra, Semiramide, Bolena, Maria Stuarda,  la Sacerdotessa Norma, ... potrei andare avanti ancora con un lungo elenco... in palcoscenico fortunatamente posso vivere questo sogno ogni volta nei personaggi che interpreto.
Ha visto cambiare negli anni l'opera nella proposta dei teatri e nella ricezione da parte del pubblico?
Negli anni le cose sono cambiate molto e non è facile in poche parole descrivere un meccanismo che continua a evolversi e modificarsi... oggi più che mai la bellezza dell’immagine ha grande importanza.
Prossimi progetti? 
Arrivo da un periodo intenso rossiniano con Zelmira, Moïse e Petite Messe Solennelle, sono molto felice e impaziente di ritornare ancora una volta in questo bellissimo Teatro che adoro... oltre alla grande professionalità e gentilezza che ho incontrato da parte di tutti è come ritornare in una grande famiglia!  Poi al mio rientro ritornerò a Rossini con il Mosé nel circuito Toscano con la prima a Pisa. Giovanni Zambito.
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