DUE EROINE DELLA CACCIA AGLI ANIMALI

Affascinanti, bionde, dentature smaglianti, soddisfatte e gratificate, ovviamente politicamente di destra, così ci appaiono nei media che, chissà perché, danno loro spazio, queste due splendide paladine dell’ammazzamento degli animali.
Le due incantevoli eroine, assieme ai colleghi cosiddetti cacciatori e in compagnia anche dei bracconieri, dei trafficanti, dei normali pervertiti e degli avvelenatori, hanno per loro passatempo o missione la sterminazione  di queste creature sul pianeta: tra un pugno di anni in effetti scompariranno elefanti, leoni, tigri, rinoceronti, boa, gorilla, senza ricordare i mammiferi marini ormai quasi alla estinzione: epperò alla fine, ma a quella generale e apocalittica, ci porteranno irrefutabilmente le due affascinanti cacciatrici assieme ai miliardi di bipedi come loro che, al contrario, si moltiplicano vertiginosamente, alla guisa dei ratti, come osservò una famosa giornalista che si guardava in giro. 
I lupi, sempre i lupi, poveri lupi, li hanno annientati, ferocemente, sconvolgendo l’equilibrio che la natura nel corso dei secoli aveva realizzato: tra la preda usuale dei lupi era, tra l’altro, il cinghiale: eliminati i lupi, sono aumentati i cinghiali e ora grande divertimento e gratificazione per tutti ad ammazzare pure i cinghiali! 
Grazie alla signora onorevole e ai suoi colleghi, i lupi erano quasi scomparsi in Italia e una cinquantina di anni fa una benemerita associazione internazionale assieme al Parco Nazionale d’Abruzzo si fecero promotori del ripopolamento e oggi si contano, secondo il Ministero competente, poco più di duemila esemplari, di cui cica 150 sull’arco alpino e poco più di 1500 sugli Appennini. La signora eroina anche lei immortalata col fucile in mano, lamenta atterrita e esterrefatta  che “i nostri territori sono flagellati dalla presenza incontrollata e dalla crescita esponenziale di questo grande carnivoro che sta mettendo in ginocchio i nostri allevamenti, sta provocando l’abbandono dei nostri pascoli da parte dei malghesi….”;   e ancora di più la bella cacciatrice esprime tutto il suo  afflato lirico e tutta la sua solidarietà verso i meschini pastori anzi ‘malghesi’ (abbiamo imparato una nuova parola)  morti di fame, a causa e per colpa di questo ‘grande carnivoro’, il lupo non un leone. Quando le montagne italiane e non solo italiane, nei secoli passati veramente pullulavano di lupi, i greggi, anche se talvolta assaliti e privati di una o due pecore, non hanno sofferto pregiudizio  alla loro normale e rigogliosa esistenza, da allora fino ad oggi, per secoli, continuando a crescere e a moltiplicarsi e a consolidarsi e i flagellati ‘malghesi’ notoriamente ad arricchirsi, a dispetto dei lupi assassini di pecore:  oggi invece che,  grazie alle eroine e paladine cacciatrici, ai bracconieri e ai pervertiti e agli avvelenatori, i pochi lupi in vita continuano ad essere  quotidianamente perseguitati a dispetto dell’impegno protettivo delle Autorità e delle Associazioni, ecco che  comunque i pascoli  restano ancora  “flagellati dalla presenza incontrollata e dalla crescita esponenziale di questo grande carnivoro”. Quale “proclama e dichiarazione roboante”, quanta demagogia, quale diseducativo messaggio da parte della signora Onorevole! Non solo contro i poveri lupi ma anche contro i suoi colleghi politici che verrebbero meno al loro “obbligo” di difendere le leggi sulla caccia ai lupi e non solo ai lupi! Abbiamo visto più sopra la situazione ufficiale di questi quadrupedi, a tale situazione va aggiunta la statistica orribile secondo la quale ogni anno  a mezzo dei più feroci ed efferati espedienti e trappole  e esche avvelenate e fucilata ne vengono eliminati circa trecento! E gli autori, impuniti ed indisturbati di tali benemerenze, sono presumibilmente i poveri ‘malghesi’ che continuano, chissà perché, a far pascolare le loro pecore in territori infestati anzi “flagellati”  da questi “grandi carnivori” anziché portarli altrove: certo è che da che mondo è mondo, le pecore crescono  sempre di numero, gli sfortunati “malghesi”  continuano ad arricchire e i feroci mangiatori di capretti e devastatori di greggi a scomparire morti  ammazzati.
Quanto deve spaventare non è il fatto che ancora oggi debbano vedersi in giro i cosiddetti cacciatori nei loro paludamenti e i loro micidiali armamenti, quanto assistere al fatto che una deputata del Parlamento della Repubblica possa indisturbatamente ritenersi non in diritto -tutti hanno il diritto di esprimersi!-  quanto nella responsabilità  di esercitare e proclamare l’apoteosi della morte e dell’ammazzamento degli animali, oggi! Come sempre la sua chance autentica è che gli Italiani continuano a non vedere e a non sentire e a non capire.
Michele Santulli

Fattitaliani

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