Mercoledì
11 luglio,
alle ore 21,
nella splendida cornice del giardino
di Palazzo Venezia,
per la rassegna
“Il Giardino Ritrovato”, si
terrà il concerto ANDREA
MOTIS QUINTET.
Andrea Motis ha 23 anni,
arriva da Barcellona, è cantante e trombettista e ha conquistato la
critica internazionale con il suo album di debutto inciso per la
storica etichetta Impulse. Nonostante la giovane età, padroneggia
notevoli risorse espressive: il suo fraseggio è elegante, il suo
swing è leggero come una notte d’estate. Non le mancano inoltre i
toni oscuri, gli influssi eretici di Amy Winehouse, Billie Holyday,
Chet Baker.
“Il
Giardino Ritrovato” si inserisce nella più ampia cornice di
"ARTCITY
Estate 2018 arte musica spettacoli a Roma e nel Lazio",
un progetto organico di iniziative culturali. Nato nei musei e per i
musei, unisce sotto un ombrello comune, iniziative di arte,
architettura, letteratura, musica, teatro, danza e audiovisivo.
Realizzato
dal Polo Museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli,
il programma di ARTCITY coprirà l’intera estate 2018, spalancando
i confini del Museo, aprendoli ulteriormente all’arte e alla
cultura.
“Il
Giardino Ritrovato” ha segnato la rinascita di uno dei palazzi
storici tra i più significativi della città.
La scelta della rassegna di quest’anno,
curata dal direttore del Museo di Palazzo Venezia Sonia Martone e da
Anna Selvi, direttore
dell’ufficio per il teatro e per la danza del Polo Museale del
Lazio, con la collaborazione di Davide Latella, punta sulla
dimensione internazionale e sulla commistione tra diversi registri
espressivi.
ANDREA
MOTIS AND JOAN CHAMORRO GROUP - NEW ALBUM EMOTIONAL DANCE
Dopo
aver pubblicato sei album di successo con il bassista Joan Chamorro,
la trombettista, cantante e compositrice Andrea Motis, con base a
Barcellona, fa il suo debutto da solista alla Impulse! Records
con Emotional
Dance. La
stupefacente armonia sviluppata con Chamorro negli ultimi sette anni
risulta del tutto immutata in Emotional
Dance. Le
brillanti performance vedono coinvolto Chamorro insieme al pianista
Ignasi Terraza, al batterista Esteve Pi e al chitarrista Josep Traver
nella formazione principale. Proprio come con Chamorro, Motis ha
svolto frequenti tour e registrazioni anche con i musicisti
sopracitati.
Chamorro
ha coprodotto Emotional
Dance con
Brian Bacchus e Jay Newland. Dietro saggio consiglio di Bacchus e del
direttore dell’A&R della Universal Recors, Jean-Philippe
Allard, Motis ha aggiunto al gruppo diversi musicisti con base negli
USA – il vibrafonista Warren Wolf, il fisarmonicista Gil Goldstein,
il baritono sassofonista Scott Robinson, il percussionista Café Da
Silvia. Tre brani hanno visto anche il coinvolgimento del
celebre sax tenore dell’americano Joel Frahm, che aveva già
collaborato con Motis e Chamorro. “Abbiamo invitato [Joel] a
suonare con noi a Barcellona nel 2016. È stato così incredibile che
sapevamo di volerlo a bordo per quest’album”, dice Motis con
entusiasmo.
Anche
se ha solo 21 anni, Motis mostra una maturità musicale ben oltre la
sua età. Questo perché ha iniziato a suonare la tromba a sette
anni; tre anni dopo ha iniziato a studiare jazz alla Municipal School
of Music of Sant Andreu con Chamorro, che subito dopo l’ha
ingaggiata nella sua band quando lei era ancora un’adolescente.
Mentre frequentava la scuola, per nove anni ha fatto parte della Sant
Andreu Jazz Band, con la quale ha registrato otto dischi e grazie
alla quale ha suonato con musicisti del calibro del trombonista
Wycliffe Gordon, del sassofonista Jesse Davis, del clarinettista
Bobby Gordon e del sassofonista Dick Oatts, per citarne alcuni. Oltre
che la tromba, Motis suona anche il sassofono contralto. Ma è stato
nella band di Chamorro che ha iniziato a cantare. “La tromba sarà
sempre il mio strumento preferito”, risponde Motis quando le viene
chiesto se preferisce essere una cantante o una strumentista.
“Suonare la tromba è come meditare; è parte integrante della mia
vita. Ma non voglio mai scegliere solo uno dei miei lati artistici
perché amo interpretarli tutti”.
In Emotional
Dance, il canto
occupa il centro della scena: Motis è un contralto affascinante e
agile. Con il suo sottile vibrato e le sue espressioni succinte, il
modo di cantare di Motis è stato paragonato a quello di personalità
di spicco quali Billie Holiday e Norah Jones.
La
sua abilità vocale viene subito alla luce nel classico di Charles
Daniel e Richard Whiting “He’s Funny That Way”, che apre il
disco. Potrebbe non essere una coincidenza che il classico del jazz
per eccellenza sia stato associato da tempo a Lady Day; Motis e il
suo ensemble rendono sicuramente giustizia al componimento, dandogli
rilievo con uno shuffle tipico dell’era dello swing che prepara
l’orecchio a un avvincente assolo di Robinson. Motis segue le sue
tracce con un piacevole assolo di tromba che accentua il suo tono
aspro e il suo senso disinvolto di swing melodico.
Motis
vede Emotional
Dance come
un’estensione e un’evoluzione del suo lavoro con Chamorro. Come
le loro opere precedenti, anche il nuovo album contiene una buona
dose di standard jazz. Oltre a “He’s Funny That Way”, Motis
offre una resa accattivante dei brani “Never Will I Marry” di
Franck Loesser, “You’d Be So Nice To Come Home To” di Cole
Porter, “Baby Girl” di Eddie Jefferson, “I Remember You” di
Johnny Mercer, “Señor Blues” di Horace Silver e “Chega de
Saudade” di Antonio Carlos Jobim e Vinicius De Moraes.
Emotional
Dance rivela
una parte della crescita artistica di Motis grazie alla presenza di
“La Gavina” di Frederico Sires Puig, di “Louisiana O Els Camps
De Cotò” di Els Amics de les Arts e di “Matilda” di Perico
Sambeat. In tutti e tre i brani Motis canta in catalano – la prima
volta in un suo disco. L’ultimo pezzo vede persino la presenza di
Sambeat con un movimentato accompagnamento e un assolo di sassofono
soprano.
Anche
qui per la prima volta, Motis dimostra il suo talento come
compositrice. Ha infatti scritto tre dei tredici pezzi di Emotional
Dance. Il primo
che ha composto è stato “If You Give More Than You Can”, una
commovente ballata con un testo profondo riguardante l’essere
sopraffatti da diverse responsabilità. Il suo spumeggiante “I
Didn’t Tell Them Why” mostra il lato più vivace di Motis quando
canta dell’inizio di una storia d’amore che vuole tenere
segreta, mentre la sua spavalda “Save the Orangutan”, una hard
bop strumentale, illustra la sua padronanza della tromba e la sua
capacità di improvvisazione, mentre condivide la scena con Frahm.
La
brillante traccia che da il titolo al disco fu scritta da Terraza
molti anni fa come pezzo strumentale. Motis non era nemmeno
consapevole del talento da compositore di Terraza fino a quando ha
sentito il brano alla radio. “Abbiamo pensato che il titolo di quel
pezzo rappresentasse alla perfezione le sensazioni che abbiamo
provato durante la creazione di questo primo album per la Impluse!
Records”, dice Motis. “Il titolo trasmette tutti i cambiamenti
positivi e le nuove direzioni che abbiamo intrapreso con la mia
musica, riconoscendo che le cose stanno avanzando nel modo giusto”.
INFO
Palazzo
Venezia, Via del Plebiscito 118
Orario
spettacolo
ore 21.00
Nei
giorni della rassegna Palazzo Venezia è aperto dalle 8.30 alle
23.00.
La biglietteria di Palazzo Venezia chiude un’ora
prima
Biglietti
Gli
eventi sono accessibili con il biglietto di Palazzo Venezia o con il
biglietto unico fino a esaurimento posti
Solo
Palazzo Venezia
• intero € 10,00 • ridotto € 5,00
Biglietto unico per un
ingresso a Palazzo Venezia e uno a Castel Sant’Angelo • intero €
15,00 • ridotto € 7,50
Info
e prenotazioni
+39
06 32810410 (dal lunedì al venerdì ore 9 – 18 e il sabato ore 9 -
13)
La prenotazione è prevista per un numero limitato di posti,
garantiti solo entro 30 minuti prima dell’orario d’inizio dello
spettacolo.
www.art-city.it
Foto ©CarlosPericás