di Andrea Giostra - Ciao Franco,
benvenuto e grazie per la tua disponibilità. Ai nostri lettori che volessero
conoscere qualcosa di più di te quale scrittore, cosa racconteresti?
Mi è veramente difficile rispondere
al quesito richiesto, potrei dire a grandi linee che è mia consuetudine liberare
la mia fantasia nello scrivere racconti in un certo senso fantastici ma, allo
stesso tempo, aderenti ad una certa realtà collegata alle velate esigenze esistenziali
degli esseri umani. Sono inoltre molto condizionato dalla Storia e dagli studi
filosofici orientali intrapresi in gioventù.
Ci parli del tuo
ultimo romanzo, “Il Nuovo Arjuna”, appena pubblicato da La
Macina Onlus editore? Qual è il tema dominante e quale il messaggio che vuoi
lanciare ai tuoi lettori con questo scritto?
Il tema dominante descritto in
questa storia è senza dubbio alcuno la ‘Compassione’ che prova il personaggio
principale verso il nemico. Il messaggio espresso ai miei lettori è quello
relativo al rifiuto ad offendere con gli atti e parole il prossimo seppure molesto,
ovvero il saper rinunciare a qualsiasi ostilità verso tutti quelli che sono maldisposti
nei propri riguardi.
Come nasce questa storia?
A cosa hai pensato quando hai cominciato a scriverlo?
Ho studiato all’Università la Bhagavadgīta e mi ha attiratola figura di Arjuna che, alla vigilia di una grande ed epica battaglia
contro i nemici della sua nazione, scopre di avere nel fronte avverso i propri
parenti. Questa drammatica situazione porta il nostro eroe ad un terribile
sconforto, a tal punto da voler rinunciare a combattere. Il Dio Kṛṣṇa, sotto le mentite spoglie del suo auriga, lo
incita alla guerra e uccidere gli avversari. La giustificazione della Divinità
è quella che bisogna riconoscere e seguire quella legge universale, il Dharma, da
cui non ci si può e non ci si deve sottrarre. Alla fine Arjuna, convinto dalla
discorsività del proprio cocchiere, accetta il combattimento. Nel mio romanzo,
ambientato ai giorni nostri, seppure in un luogo immaginario, ho voluto offrire
una valenza diversa da quella dell’opera classica, fondamento del culto induista
e avvicinarmi, invece, al concetto di ‘Compassione’ espresso sia dal Cristianesimo
ma anche dal Buddhismo.
Quando hai pubblicato
il tuo primo libro e di cosa parlava?
Il mio primo libro è stato
pubblicato in luglio del 2015 ed il titolo è “Il Nuovo Faust”. Questo romanzo parla
di un maturo e insignificante professore di Storia e Filosofia, giunto ormai al
termine della sua carriera scolastica, che vede accendersi nel proprio animo un
dramma interiore sulla emblematica figura di Margherita citata da Goethe in una
postilla alla sua opera più famosa, il Faust. Questo dramma viene reso ancora
più cocente dalla presenza di una sua giovane e disinibita alunna grazie alla
quale egli procede tormentosamente alla ricerca della verità mettendo in
discussione la sua scialba esperienza di vita. Dopo un lacerante percorso
riesce a conquistare il senso ed il gusto di una gioventù mai vissuta.
Secondo te, quanto è
importante vincere un premio letterario per la carriera di uno scrittore?
Perché secondo te occorre partecipare ai premi letterari?
Vincere un premio in un concorso
letterario è senz’altro di un’importanza oserei dire vitale per la carriera di
uno scrittore. Si tratta di un riconoscimento del quale chiunque può ritenersi
fiero, anche perché è pronunciato da una giuria composta in genere da persone
esperte del settore. Bisogna partecipare ai premi letterari in primo luogo per
farsi conoscere al pubblico, poi per mettersi continuamente in discussione
attraverso una attenta e severa critica fatta da esaminatori competenti.
Quali concorsi
letterari consiglieresti a giovani scrittori?
Per cominciare, conviene partecipare a concorsi alla portata
di tutti, ovvero di importanza minore rispetto a quelli decisamente più rilevanti.
Tutto ciò allo scopo di misurarsi con calibri di eguali livelli.
Quanto sono
importanti le fiere del libro invece? A quali hai partecipato e perché proprio
quelle? Che benefici letterari portano secondo te?
Le fiere librarie sono abbastanza
importanti, in special modo per gli scrittori esordienti, la loro influenza contribuisce
ad un arricchimento culturale personale nonché ad un fertile scambio di
opinioni. Ho partecipato in qualità di scrittore ospite alla Fiera
Internazionale del Libro di Francoforte nell’ottobre del 2016 organizzata dalla
Regione Lazio e svoltosi per quasi una settimana. Il tema della rassegna era la
celebrazione del viaggio di Johann Wolfgang von Goethe in Italia ed in tale
occasione ho presentato il mio libro Il nuovo Faust. La Regione Lazio anche per
l’annualità 2018 ha riaperto la “Call” alla quale partecipo con 3 opere: “Seraphitus-Seraphita”,
“La Porta” con la quale ho vinto il Premio Speciale al Concorso L’Arte della
Parola 2017 e questa nuova opera “Il Nuovo Arjuna”. Alcuni capitoli di queste opere saranno tradotti
in inglese dalla Regione Lazio grazie al ben più ampio progetto di
internazionalizzazione regionale. L’esperienza vissuta a Francoforte mi ha
arricchito in termini di sano, anche se estremamente selettivo, confronto con
una realtà di scrittori, editori, critici letterari di eccellente livello
qualitativo e ciò induce a migliorare sempre più l’analisi del proprio lavoro.
Sono tornato a Roma molto soddisfatto dell’esperienza vissuta e più pronto a
“giudicare” la mia scrittura.
Come definiresti il
tuo stile letterario? C’è qualche scrittore, italiano o straniero, al quale ti
ispiri?
Non ho un particolare stile
letterario, né tantomeno mi ispiro ad uno scrittore. È vero che tre romanzi
sono influenzati da altrettante opere letterarie ma la trama segue altri
percorsi completamente diversi da quelli originari.
Quali sono secondo te
le caratteristiche, le qualità se vogliamo, il talento, che deve possedere chi
scrive per essere definito un vero scrittore? E perché proprio quelle?
Ci sono delle regole di base, che
si potrebbero definire come un “abbecedario” per chi si accinge a scrivere un
romanzo, quali l’esordio, la trasformazione o punto di svolta, l’apice della
tensione narrativa e la conclusione. Ritengo però che un autore, mosso dal suo
animo, dal suo cuore, che instaura un intimo rapporto con i propri personaggi e
con i futuri lettori, non scrive avendo a fianco il foglio delle regole da
seguire. Le cosiddette regole le applica d’istinto, nella propria mente già
vede l’orizzonte del racconto.
Come è nata la tua
passione per lo scrivere, e qual è il tuo proposito, il tuo scopo nello
scrivere i tuoi libri, i tuoi romanzi?
La passione della scrittura,
anticipata dal mero racconto di storie e realizzato decisamente in modo
dilettantistico tramite fumetti e fotoromanzi, si è sviluppata nel tempo sin
dal periodo scolastico presso il Cine Tv “R. Rossellini” e nella facoltà di Filosofia
dell’Università “la Sapienza” di Roma. Questa ‘passione’ si concretizzava
sperimentalmente nella realizzazione di soggetti cinematografici quali esercitazioni
pratiche nella materia di ‘Linguaggio Cinematografico’ presso la scuola di Cinematografia
nonché la stesura di tesine attraverso fantastici racconti a soggetto
all’Università. Fra l’altro, questo insolito modo di trasporre argomenti
specifici di alcune materie universitarie piacque ad alcuni docenti di Filosofia
Orientale. Nacque quindi in maniera del tutto naturale e consequenziale l’idea
di scrivere un romanzo su alcune tematiche studiate ed approfondite
all’Università.
Perché secondo te
oggi è importante scrivere, raccontare con la scrittura?
Proprio oggi, la moltitudine delle
persone usa in modo spasmodico i vari telefonini e gli smarthphone, condizionando la propria esistenza in una penosa
solitudine mascherata da una sedicente ‘comunicazione’. Lo scrivere, il
raccontare qualsiasi cosa con la scrittura favorisce, fortunatamente, quel rapporto
decisamente importante, oserei dire vitale per gli esseri umani.
Cosa consiglieresti ad
un giovane che volesse cimentarsi come scrittore, narratore? Quali i tre
consigli più importanti che daresti?
Il consiglio basilare è quello di
scrivere, anche di getto, tutto ciò che si ha dentro, senza pensare a successi,
glorie ed onori; scrivere, come dipingere o comporre musica, sono forme
artistiche della nostra personalità, quello che importa è uscire
dall’ordinario.
Quali sono i tuoi
prossimi progetti e i tuoi prossimi appuntamenti? A cosa stai lavorando? Dove
potranno seguirti i tuoi lettori e i tuoi fan?
Attualmente sono impegnato nella
stesura di un nuovo romanzo, ma questa volta l’idea è inedita. Un giovane
professore di Storia e Filosofia ha un incarico presso un Liceo Ginnasio di una
provincia di Messina. L’impatto con la scolaresca è alquanto singolare, in
quanto due allieve sono pervase dal dono della reminiscenza di un lontano
passato. Si ricordano infatti di essere state due guerriere avversarie, una
Cristiana e l’altra Saracena, ma nello stesso tempo coalizzate; la storia si
dipana nella Palestina al tempo delle Crociate. Le due studentesse hanno
inoltre il potere di condizionare i sogni notturni del professore allo scopo di
servirsene per fornire, nel finale, una spiegazione misteriosa.
Un’ultima domanda Franco.
Immaginiamo che sei stato inviato in una scuola media superiore a tenere una
conferenza sulla scrittura e sulla narrativa in generale, alla quale
partecipano tutti gli alunni di quella scuola. Lo scopo è quello di interessare
questi adolescenti alla lettura e alla scrittura. Cosa diresti loro per
appassionarli all’arte della scrittura e catturare la loro attenzione? E quali
le tre cose più importanti che secondo te andrebbero dette?
Già da diversi anni la scuola secondaria superiore
è diventata una fucina di iniziative sulle competizioni a livello nazionale di
varie materie scolastiche fra le quali la filosofia, le scienze, la matematica,
la lingua straniera e quella italiana. Queste gare appartenendo alle famose
‘Olimpiadi’ sono ormai conosciute dagli studenti. Inoltre, numerose conferenze,
relative a diversi progetti culturali, sono all’ordine del giorno nelle
discussioni tenute in aula magna. Come si potrebbe affrontare una conferenza
sulla scrittura e sulla narrativa in generale? Gli studenti, come ho detto in
precedenza, sono abituati a partecipare ai vari simposi ma, nel contempo, sono
pigri e sospettosi. Non so se sarei in grado di creare un interessamento verso
la lettura e la scrittura, forse potrei focalizzare la loro attenzione sullo
sviluppo della creatività, di dare libero sfogo alla fantasia, ma chissà se il
mio intervento così specifico ed abbastanza distante dalla quotidiana banalità
che offrono i Media, gli opinionisti, gli spettacoli cine TV, possano
interessare ed incidere l’attenzione non solo momentanea dei giovani. Mi
tornano in mente, tuttavia, alcune esperienze di reading letterario svolto in 2
istituti superiori di Roma e promossi dal Sistema Biblioteche di Roma – Roma
che legge. Ho notato una alta concentrazione ed attenzione degli studenti verso
alcuni temi sviluppati dalla lettura di alcuni brani delle mie opere; dalla
prima semplice considerazione su quanto letto si è poi passati ad una
articolata valutazione non solo letteraria ma anche sociale, filosofica,
ponendo in relazione lo scritto con la quotidianità. Confesso che sono stato
facilitato nel mio dialogo con i ragazzi partecipanti al reading vivendo io,
quotidianamente, nel mio Istituto Scolastico a contatto con i giovani.
Franco Salvatore
Grasso
Andrea
Giostra
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