Giuseppe
Imbornone, medico chirurgo, la cultura delle prevenzione sanitaria al femminile.
Intervista
di Andrea Giostra.
Ciao Giuseppe,
benvenuto e grazie per la tua disponibilità. Vuoi presentarti ai nostri
lettori? Chi sei nella tua professione e di cosa ti occupi?
Grazie, Andrea. Sono un chirurgo, dirigente
medico dell’ARNAS (Azienda di Rilievo e di Alta Specializzazione) Civico e
Benfratelli di Palermo. Lavoro presso il Nuovo Oncologico, Edificio 24, in
Chirurgia Toracica. Sono specialista in Chirurgia Generale D’Urgenza ma mi
interesso in particolare di Senologia. Sono il presidente o meglio il
rappresentante legale de IL QUADRIFOGLIO ROSA.
Cos’è l’associazione
“IL QUADRIFOGLIO ROSA”? Di cosa si occupa principalmente?
Si tratta di un’associazione no profit, di
volontariato che è nata nel 2016 ed è stata di recente riconosciuta una ONLUS.
Si occupa di prevenzione sanitaria, prevenzione delle patologie neoplastiche in
particolare, della prevenzione senologica, nello speciale. Il nome stesso,
quadrifoglio rosa, è stato coniato proprio per indicare che essa è dedicata
principalmente alle Donne ed alla prevenzione delle principali problematiche
sanitarie femminili: Il quadrifoglio vuole essere un augurio per le Donne e si
è tinto di rosa per loro!
Perché oggi
è importante le prevenzione? Come state lavorando con la vostra organizzazione?
Anche se, oggi, le terapie, in particolare per le
problematiche neoplastiche, sono fondamentali ed i progressi portano a
risultati che un tempo neanche si speravano, la prevenzione rimane sempre
l’arma fondamentale: cercare di evitare la malattia riferendosi al famoso
detto: “prevenire è meglio di curare”, rimane ancora più importante delle
terapie; di certo non è facile ed in assoluto possibile far ciò con la sola prevenzione
primaria. Importante è la prevenzione secondaria che pur non evitando
l’insorgere della malattia, può anticiparla riducendone i danni e facilitando
la terapia.
Cosa
significa prevenzione primaria, secondaria e terziaria? Qual è la differenza
tra queste tre forme di prevenzione?
La prevenzione primaria cerca di evitare
l’insorgere della malattia. I sani stili di vita: sana alimentazione; attività
fisica regolare ed adeguata; niente fumo, eccesso di alcool e niente stress,
sono elementi fondamentali assieme alla ricerca di ambienti salubri e lontani
da fonti di inquinamenti vari ; “Siamo quello che mangiamo ma anche quello in
cui viviamo ed il risultato di quello che facciamo o meno…”; i fattori
ambientali riescono a mutare , accentuare in senso positivo o negativo le
nostre predisposizioni genetiche e comunque influenzano, non poco, il nostro
“destino” genetico. Una branca della genetica chiamata epigenetica ha rivalutato
notevolmente quello che poteva essere considerato il nostro desino genetico.
Chiaramente l’espressività di alcuni geni dipendono da stimoli esterni e già da
anni si conosce ciò. Se parliamo di carcinoma della mammella, considerate che,
comunque, la genetica influisce come fattore di rischio per la sua insorgenza,
solo per il 5-10%. La prevenzione secondaria consiste nel cercare di anticipare
la malattia, prevenendola e facendo diagnosi preclinica, cosiddetta diagnosi
precoce. Prendendo in considerazione i vari fattori di rischio per sesso, età,
condizioni familiari ed ambientali, si cerca di consigliare i controlli clinici
e strumentali più idonei, quando farli e quando ripeterli periodicamente. I
controlli, per la prevenzione, vanno fatti in apparente stato di buona salute
ed in quella fascia di età più a rischio (esempio: dopo i quarant’anni la prima
mammografia; dopo i cinquanta il controllo del PSA per prevenire nell’uomo il
carcinoma della prostata e così via). La prevenzione terziaria cerca di anticipare
nei cosiddetti follow-up le recidive della malattia ma anche di ridurre i danni
e le complicanze di altre.
Perché è
importante che tutti i cittadini, anche quelli che stanno bene fisicamente,
abbiano un bagaglio culturale sulla prevenzione?
Di informazione sanitaria, fortunatamente, ce n’è
tanta; bisogna però che sia conosciuta prima che ci sia la necessità di avere
tali informazioni, per se stessi , per un parente o per un amico… per questo,
almeno per le problematiche più importanti o più frequenti, IL QUADRIFOGLIO
ROSA, avvalendosi di un gruppo di professionisti di varie branche
specialistiche, cerca di informare raggiungendo direttamente e prima la gente;
molto si scrive sul social che viene considerato un mezzo molto importante per
la diffusione dell’informazione. L’associazione predilige incontri informativi
ed educativi nelle scuole. I giovani, non solo i giovani, naturalmente, devono
conoscere ma soprattutto educarsi ai sani stili di vita e ai controlli clinici
e strumentali periodici. Avere una cultura della prevenzione. Si sa bene che il
fumo di sigaretta fa male, ma la mancanza della giusta cultura sanitaria, porta
ancora a voler fumare, privilegiando altri finti benesseri e modi sociali. Non
è facile seguire i migliori consigli sanitari ma se si ha questa cultura ed
educazione diventa più facile.
Perché
nell’azione di cura e presa in carico, oggi è importante intervenire oltre che
sul paziente, anche sulla sua famiglia sulla sua rete sociale di riferimento?
L’aspetto psicologico e la volontà di guarigione
è molto importante nel paziente con una grave malattia, neoplastica o meno.
L’ambiente familiare diventa fondamentale nell’aiutare il paziente a curarsi,
seguendo i consigli degli specialisti, terapeutici, alimentari e comportamentali;
in alcuni casi non è facile raggiungere la guarigione ma si cerca sempre di
dare delle aspettative di vita migliori possibili. L’ammalato neoplastico, ad
esempio, va accompagnato, dandogli tutta la serenità possibile, oltre che
affetto ma anche aiutato in tutti quegli aspetti apparentemente superflui ed
inutili per l’evoluzione a volte comunque infausta. L’attività fisica, la sana
alimentazione, l’aiuto psicologico non vanno trascurati assolutamente.
Perché
tutti quanti dovremmo conoscere e saper gestire le tecniche e gli strumenti
della prevenzione?
Conoscere i mezzi a nostra disposizione significa
proteggere se stessi e gli altri. Nella nostra associazione un elemento
fondamentale è il passa parola: non solo gli operatori sanitari ma chiunque sia
ben informato può e deve dare l’informazione, invitare l’amica, la conoscente a
smettere di fumare o sottoporsi ad un esame… probabilmente, tale invito può
essere anche più efficace di quello fatto da un professionista della sanità che
potrebbe sembrare, per certi aspetti, estraneo.
Dove
lavorate principalmente con la vostra associazione? Quali le città principali
dove i vostri volontari operano per diffondere la cultura della prevenzione?
L’associazione è nata a Palermo, dove c’è la sede
legale; si tratta di un’associazione a carattere regionale, ma il nostro
progetto, prevede una diffusione nazionale, ritenendo che la nascita di vari
gruppi, interconnessi facilmente con i social, in varie città d’Italia, porti
il coinvolgimento diretto di varie persone, professionisti o meno della sanità.
I nostri volontari rappresentano il nucleo di questi gruppi, più o meno
numerosi che organizzano incontri educativi nelle scuole, circoli culturali, in
salette comunali, ovunque si possano creare dei veri e propri convegni con
l’aiuto di relatori vari, facenti parte o meno dell’associazione. A seconda del
tipo di pubblico, si cerca di adattare l’argomento. Se ci si rivolge ad un
pubblico giovane e misto, come nelle scuole, naturalmente vengono trattati
argomenti che possano interessare questa fascia di età: malattie infettive
sessualmente trasmesse; i danni del fumo e delle droghe e così via. Si cerca di
farsi ospitare anche nelle radio e studi televisivi, partecipando a
trasmissioni sul tema della salute.
Su cosa
state lavorando in questi mesi? Quali i vostri prossimi obiettivi?
L’idea di sensibilizzare, informare e educare in
forma simpatica, alla prevenzione sanitaria, in particolare su problematiche
neoplastiche più frequenti per la Donna, ci ha fatto produrre degli eventi di
portata ed organizzazione diversa, adattandola al pubblico e ambiente diverso.
Ripeteremo seguendo un programma ben definito gli incontri nelle scuole, nelle
aule comunali dei paesi in cui ci ospiteranno, cercando di esporre l’importanza
della prevenzione ma soprattutto di dialogare con la gente e spiegare il
significato e l’importanza di tali principi o di un esame strumentale. Il
perché ci si debba sottoporre ad un determinato esame e perché ripeterlo
periodicamente o per quale motivo associarlo o meno ad un altro (esempio tipico
la mammografia e l’ecografia al seno). Essendo rodata ormai la programmazione
ci sarà chi organizzerà tra novembre e dicembre, gli incontri con gli studenti;
convegni in varie località cittadine; eventi che sensibilizzino e mettano in
luce anche la nostra associazione (spettacoli ed eventi sportivi, in
particolare nel periodo estivo). A circolo virtuoso, l’associazione necessita
di visibilità, per crescere ed avere l’attenzione della gente. Più si cresce e
più possibilità si ha di aiutare, sia per il dignitoso riconoscimento di quello
che facciamo, ma anche per ricevere gli aiuti economici che sono sempre utili
nell’organizzare tali incontri. In programma la crescita e la diffusione della
nostra rubrica radiofonica, Petali di Medicina, ma anche la pubblicazione su
periodici cartacei da distribuire gratuitamente in ospedali, scuole,
biblioteche etc.
Cosa
consiglieresti a giovani donne e uomini che volessero cimentarsi nella tua
professione?
La nostra associazione ha una sezione del
quadrifoglio rosa che si chiama Il Quadrifoglio Rosa Young. Aderiscono i più
giovani ed in particolari studenti di Medicina e di Scienza Infermieristiche,
ma non solo. Si interessano principalmente dei problemi giovanili e degli
incontri nelle scuole, cercando a loro volta di coinvolgere i giovani nelle nostre
attività. Vengono coinvolti in nostri corsi di formazione ed anche nei nostri
veri e propri convegni medici. Quello che ritengo sia fondamentale è crescere
con umiltà e desiderio di aiutare gli altri. Un medico può essere un bravissimo
professionista ma senza umanità, umiltà e pazienza non sarà mai veramente utile
alla gente. L’essenza del Quadrifoglio Rosa è proprio data dall’umiltà dei
nostri operatori sanitari che con tanta pazienza devono convivere in questa che
io definisco Grande Famiglia, sempre più numerosa.
Un’ultima
domanda Giuseppe, se dovessi tenere un seminario sulla prevenzione che vede
quale platea un folto gruppo di giovani liceali, quindi degli adolescenti, come
introdurresti il tuo intervento, e quali sono le tre cose più importanti che
diresti loro e perché?
Essendo stato giovane anch’io, comprendo
benissimo che le problematiche di salute sono sentite lontane e non è facile
prestare attenzione ad argomenti che comunque bisogna conoscere. Nella vita ci
si imbatte in fatti piacevoli ma a volte anche spiacevoli e bisogna affrontarli
nel modo migliore per poter cercare di risolverli al meglio. Si è più grandi se
si seguono le regole di civiltà e di umanità, piuttosto che seguire mode ed
atteggiamenti che portano a mettersi in mostra con la forza, la prepotenza, la
stupidità. Le nostre relazioni, seppur con qualche sfumatura, sono uguali a
prescindere dall’età media del pubblico; perché i giovani sono in grado di comprendere,
da veri adulti, l’importanza delle nostre argomentazioni. Saranno loro a
riportare nelle loro famiglie tutte le importanti informazioni a loro regalate
da persone che impiegano il loro tempo libero per cercare di guidare
soprattutto loro, giovani o giovanissimi, verso una giusta via che sarà anche
quella dei loro figli. La prevenzione è importante per evitare dei veri e
propri drammi che sembrano lontani e non appartenerci, ma, pensandoci bene,
sono già successi nelle nostre famiglie. Le tre cose più importanti sono il
rispetto delle regole e l’educazione nei confronti del prossimo; l’umiltà
nell’aiutare chi ne ha bisogno; l’onestà.
Giuseppe
Imbornone
https://www.facebook.com/giuseppe.imbornone.90
Andrea Giostra