Cronaca nera, l'avvocato Micaela Ottomano sul caso di Gloria Rosboch


L'avvocato Micaela Ottomano esperta di Diritto delle Assicurazioni e di Diritto di famiglia. Negli anni molte compagnie assicurative se la sono contesa. Ha lo studio legale a Napoli e a Roma. Tenace, determinata, volitiva è da sempre attiva nella battaglia di difesa delle donne maltrattate. Con lei analizziamo uno dei casi di cronaca nera più eclatanti degli ultimi anni. 

Gloria Rosboch, quarantanovenne docente precaria di francese all'istituto Creso di Castellamonte in provincia di Torino, era uscita di casa dopo pranzo il 13 gennaio 2016. Aveva detto agli anziani genitori, con cui viveva, che stava per recarsi ad una riunione a scuola e che sarebbe tornata entro poche ore. Di lei, da quel momento, non si avranno più notizie. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, il giorno della scomparsa la donna era salita in auto con un suo ex allievo, Gabriele Delippi, che oggi ha 24 anni, e un amico più grande, Roberto Obert, 55. Il procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando, riferendo delle ammissioni dei due, aveva parlato di una “ricostruzione dei fatti di una freddezza impressionante, nei due la mancanza di umanità è sconvolgente” e l’accusa era stata di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. Movente del delitto era il denaro. Più nello specifico Gabriele Delippi aveva ammaliato Gloria e, con la promessa di rifarsi una vita insieme, nel 2015 si era fatto consegnare 187 mila euro che sarebbero stati necessari per aprire un’agenzia immobiliare in Costa Azzurra. Peraltro i soldi avrebbero potuto essere di più perché, come ha testimoniato un promotore finanziario di Ivrea a cui la donna si era rivolta perché investisse i suoi risparmi, Gloria aveva chiesto di svincolare il suo intero patrimonio, 250 mila euro. Ma la differenza era finita in un fondo pensione che non poteva essere sbloccato in tempi rapidi. Una somma importante, quella comunque consegnata al suo ex studente dell’insegnante piemontese. Che, tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016, si era resa conto del raggiro e aveva iniziato a chiedere la restituzione dei quattrini nel frattempo scomparsi. A Gabriele non credeva più e per tenerla calma, distogliendola dall’intenzione di sporgere denuncia, non aveva funzionato nemmeno la telefonata di una finta bancaria che doveva rassicurarla sulla solidità dell’investimento. Arrivato a questo punto il giovane aveva deciso di pianificare l’omicidio. Pochi giorni fa, Caterina Abbattista, la mamma di Gabriele Defilippi, è stata assolta dall’accusa di concorso in omicidio ma è stata riconosciuta colpevole solo della truffa ai danni della vittima. Le è stata inflitta la pena di 14 mesi di reclusione. Lo ha deciso il tribunale di Ivrea ma bisognerà attendere le motivazioni per comprendere quali siano stati i ragionamenti che hanno indotto ad emettere questa sentenza. Il pubblico ministero, Giuseppe Ferrando, aveva chiesto la condanna a 16 anni. Secondo la ricostruzione dell’accusa, la donna, sarebbe stata a conoscenza della truffa ai danni dell’insegnante e anche dei propositi omicidi del figlio e non avrebbe fatto nulla per bloccare il disegno criminale. “Leggeremo le motivazioni della sentenza per l’eventuale ricorso in appello. Visto l’esito, nonostante sia stato riconosciuto il reato di truffa, resta l’amaro in bocca”. E’ stato questo il commento del procuratore capo di Ivrea alla sentenza cha assolto Abbattista”. Il cadavere di Gloria Rosboch è stato rinvenuto in un pozzo di una discarica abbandonata, a pochi chilometri dalla sua abitazione. I carabinieri fermano subito Gabriele Defilippi. Qualche ora dopo si scopre che dietro il ritrovamento del corpo c’è la confessione di un uomo che, insieme a Gabriele, sarebbe coinvolto nel delitto. Si chiama Roberto Obert e dice ai carabinieri di essere l’amante di Gabriele, conosce la vicenda della truffa e proprio la denuncia della donna, secondo la sua versione, avrebbe scatenato l'ira omicida del ragazzo. Defilippi, con l’aiuto dell’ex amante Roberto Obert, aveva pertanto deciso di ucciderla perché non aveva intenzione di restituirle il denaro e perché lei era diventata «pericolosa». Il 20 luglio 2016, su indicazione di Obert, nelle campagne del Canavese, i carabinieri trovano una pistola. L’arma è stata utilizzata da Gabriele il giorno dell’omicidio, per minacciare la sua ex insegnante. A dicembre 2016 la Procura di Ivrea chiude le indagini sul delitto Rosboch. Poco dopo il procuratore Ferrando firma le richieste di rinvio a giudizio per Gabriele Defilippi e Roberto Obert, accusati di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. In primo grado, Gabriele Defilippi, è stato condannato a 30 anni di carcere con rito abbreviato, con l’accusa di aver ucciso Gloria, mentre Robert Obert, ex amante allora 55enne di Defilippi, ha ricevuto una pena di 19 anni con l’accusa di esserne complice.

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