Musica, intervista a StiLL G: il mio West Coast rap è raccontare la mia vita, le mie esperienze

Dopo qualche anno di pausa la musica hip pop torna a dire la sua con il brano “Reminisce of you”, il nuovo singolo di StiLL G, disponibile su Itunes https://apple.co/2HaeOHv, sulle piattaforme streaming e nei digital store.
   
Il brano è in rotazione radiofonica dal 26 aprile nelle principali emittenti italiane. 
Reminisce of you è l’ultima traccia (la sesta) dell’EP Portrait of an Italian G Funkster di StiLL G, lavoro che è stato prodotto dallo stesso artista che ne ha curato anche gli arrangiamenti.
Composto da 6 brani, Portrait of an Italian G Funkster è musicalmente vicino alla scena west coast rap / g-funk e R&B dei primi anni 90, che spopolava negli States. Tra i padri e pionieri di questo genere musicale ci sono nomi noti come Dr. Dre, Snoop Dogg, Warren G e l’indimenticato quanto compianto 2pac Shakur.  A impreziosire l’EP di StiLL G ci sono grandi collaborazioni con veterani della scena westcoast americana dei primi anni 90, Bo Roc e Foesum, che hanno contribuito a diffondere in tutto il mondo la cultura del gangsta rap, g-funk.
Ma c’è di più. L’EP, infatti, è il primo lavoro del musicista a uscire sotto l’etichetta indipendente americana, con base a New York City, Bentley Records.
I brani contenuti in Portrait of an Italian G Funkster trattano tematiche diverse, ma tutti basati sulle reali esperienze di vita dell’artista che grazie alla musica è sempre riuscito a esprimere se stesso. Per StiLL G, infatti, la musica è stata lo strumento con cui ha saputo superare i momenti brutti, creando qualcosa di stupendo con cui ha esorcizzato le paure, le ansie e le preoccupazioni che spesso spiazzano la vita di tutti. Grazie alla forza interiore, a una motivazione o a un obiettivo da raggiungere, sostiene il cantante, si può evitare il rischio di cadere e non rialzarsi.
In Reminisce of you i ricordi diventano reali in ogni verso, così nella voce di StiLL G riescono a farsi presenza gli umori e le sensazioni legate a una vecchia storia d’amore, il pensiero di lei, quella donna amata che ha dato tanto ma che ha anche tolto parecchio. Il pezzo diventa un’altalena di umori che segnano frammenti di vita e come in un mosaico di flashback ricompone il passato fatto di amore e di odio. Alla fine, però, la consapevolezza che tutto si conclude così come la canzone che esaurisce il tempo a sua disposizione arrivando allo scoccar dell’ultima nota
“Questo EP lo considero una rinascita del West Coast Rap Italiano iniziato con i Sottotono e l’Area Cronica nel lontano 1997 - afferma StiLL G -. A dimostrazione, per tutti questi nuovi artisti emergenti, che la vera musica Hip Hop non è mai morta, ma si è solo presa una piccola pausa per rigenerarsi e diventare più forte di qualsiasi fenomeno trap del momento”.
Come è nata la tua passione per la musica?
La mia passione per la musica è nata nel lontano 1994, ai tempi avevo solo 13 anni e giocavo a basket in una squadra che faceva piccoli tornei provinciali, in quel periodo quando facevamo le trasferte capitava che il nostro allenatore per mantenere un aria felice e motivata metteva su buona musica in modo da mantenere alto l’umore e la voglia di “spaccare” ad ogni partita. Così quel giorno ci fu il primo contatto, “Messa Di Vespiri” Articolo 31, era qualcosa di nuovo ai tempi in Italia e sentire un ragazzo che faceva un intera canzone con rime baciate su una strumentale molto funky mi piaceva un casino, così decisi di approfondire la cosa andando a cercare cosa fosse questo nuovo genere musicale e da dove proveniva.
Quali sono le caratteristiche del west coast rap italiano?
Il West Coast rap è un sotto genere del rap americano nato nella costa ovest degli Stati Uniti d’America a metà degli anni 80, fra i grandi pionieri del genere troviamo il gruppo storico degli N.W.A. (Dr. Dre, Eazy-E, Dj Yella, Mc Ren, Ice Cube) e successivamente nei primi anni 90 Snoop Dogg, The Dogg Pound, Warren G, Nate Dogg e il grande 2pac Shakur.
New York è sempre stata il gancio trainante di nuove culture musicali insieme a Londra nei primi anni 70, quindi tutto quello che era il funk, il soul, R&B ha sempre avuto radici a New York e da lì poi si è diffuso a macchia d’olio in tutto il mondo, ai tempi nella costa ovest degli Stati Uniti non c’era una forte componentistica musicale come a New York così i primi a rappresentare la cultura di strada a Los Angeles furono gli N.W.A verso metà anni 80, a Los Angeles c’erano le street gang e il periodo buio degli Stati Uniti d’ America giunse anche nella costa ovest, così ci furono i primi Gangsta Rap, che trattavano tematiche sociali riguardo a violenza e traffico di stupefacenti, d’altronde il rap ha sempre parlato di tematiche sociali e dei problemi nelle comunità e nei quartieri più a rischio. Con questo non voglio assolutamente dire che il mio West Coast Rap tratta di tematiche di questo genere, però quello che è stato fatto da Dr. Dre e Snoop Dogg nel 1992 con l’album “The Chronic” ha cambiato la storia della cultura Hip Hop, da quel momento in poi oltre a parlare dei problemi sociali nei quartieri più a rischio, si cominciava anche a celebrare il divertimento, la spensieratezza, la cultura del Low-Riding (quelle bellissime macchine cabrio modificate con sospensioni idrauliche e ultra assettate che vedi saltare su e giù per le strade dai colori più sgargianti introdotta nei primi anni 70 dalla comunità messicana di Los Angeles e degna di vanto e concorsi ancora tutt’oggi)
Il mio West Coast Rap Italiano si basa su queste sonorità, tra l’altro già affrontate come primi pionieri in Italia dai grandi Sottotono qui a Milano e dai grandi SR Raza in Sardegna, come risposta al rap hardcore delle posse e dei centri sociali che ha cominciato a prendere piede con i Sangue Misto, Radical Stuff, Neffa poi come solista fino ad arrivare ad un genere più morbido come quello fatto dagli Articolo 31 sempre nei primi anni 90.
Il mio West Coast rap è raccontare la mia vita, le mie esperienze, guidando l’ascoltatore su strumentali morbide e orecchiabili, trasmettendo un messaggio e aiutando lo stesso ascoltatore che si ritrova nei miei stessi problemi a fargli capire che non è solo, ma che la musica può sempre aiutare e che non c’è modo migliore dello scrivere e sfogarsi su un foglio bianco per esternare i propri sentimenti.
Raccontaci la tua collaborazione con la Bentley Records
La mia collaborazione con la Bentley Records è iniziata nel febbraio 2017, Troy Beelen A&R dell’etichetta indipendente mi mandò un messaggio su Instagram dicendomi che apprezzava moltissimo quello che stavo facendo e che era da un bel po' di tempo che seguiva la mia musica sui social e che aveva intenzione di portarmi in etichetta come artista emergente non americano, fra i vari gruppi che ha portato in etichetta c’erano diverse band italiane, ma tutte occupate a fare hard rock, il mio sarebbe stato il primo progetto rap italiano supportato dalla etichetta americana.
Così in un paio di giorni aveva fatto firmare le carte all’amministratore delegato dell’etichetta e successivamente mi spedì la mia copia del contratto da firmare per poi iniziare questa bella avventura insieme. Nel giro di qualche mese avevo già scritto 2 canzoni e andai dritto a registrare a Milano per poi aggiornare l’etichetta dei miei 2 nuovi progetti, il tempo di ascoltarlo e approvarono in pieno, così nacquero “ K.W.C (Knowledge, Wisdom and Culture)” e “Never Come Back”, in quest’ultimo brano chiesi a 2 miei amici precedentemente conosciuti nel progetto “Italian G-Funk” El Don e Raaso Rax di contribuire alla traccia rendendola il più “west coast” possibile così El Don scrisse le sue 16 barre mentre Raaso Rax prese il talkbox e fece il ritornello, il risultato fu una grande canzone che ancora oggi ha una buona risposta dalle piattaforme streaming tipo Spotify, Deezer e Apple Music, nel frattempo stavo portando avanti il mio primo progetto da solista sotto etichetta e fu così che nacque “Portrait Of An Italian G-Funkster” e tutto il resto già lo sapete.
Quali sono le difficoltà che deve affrontare un giovane artista come te e quali consigli ti senti di dare ai tuoi coetanei che vogliono fare lo stesso lavoro?
Sicuramente la mia non è stata una strada facile, ai tempi non c’era Youtube, non c’era internet e nei primi anni 90 la situazione in Italia era complicata per chi era artista emergente, se non conoscevi qualcuno di importante che aveva già fatto qualcosa con qualcuno non c’era possibilità che riviste come AELLE (una fanzine molto in voga nei primi anni 90 che era il primo e vero unico riferimento per tutta la scena Hip Hop italiana) o etichette come la Warner, la BMG venissero a conoscenza di questi nuovi talenti emergenti per proporgli contratti discografici e tour in giro per l’Italia.
Era tutto veramente difficile, anche quando andavi alle Jam dove si incontravano tutti gli MC’s più forti per fare freestyle o anche solo per farsi conoscere se non eri nel loro giro zero, non salivi sul palco. Praticamente ho dovuto fare tutto da me, era davvero frustrante per un ragazzo di 15 anni non dimostrare a questa Italia cosa ero in grado di fare, le mie capacità e la mia voglia di contribuire al successo della scena rap italiana.
Passa il tempo e si cresce, non ho mai mollato, ogni giorno scrivevo un testo, ogni volta studiavo la mia metrica per rendere questo messaggio il più morbido possibile e orecchiabile, poi arrivò l’era di internet e cominciai a fare le prime strumentali, poi dal 2008 la svolta, il mio primo brano per un mixtape, interamente prodotto da me e scritto e cantato sempre da me stesso, successivamente i primi singoli in giro per I-Tunes, Amazon, Spotify e Google, per poi arrivare ai miei più importanti progetti, i miei primi 2 studio album, a cui sono ancora molto legato, per poi arrivare in radio ed infine a questa intervista, sono passati tantissimi anni ma non mi sono mai arreso e adesso posso celebrare e brindare con chi mi ha sempre supportato anche quando le cose andavano male.
A questi ragazzi che vogliono iniziare adesso a fare qualcosa consiglio prima di tutto comprendere e studiare la cultura Hip Hop dagli inizi ai giorni d’oggi, creare qualcosa di originale, non copie o brutte copie di artisti presenti già nel mainstream, scrivere testi con un senso, raccontare la propria vita il più umilmente possibile, con tutti gli alti e i bassi, senza esagerare con storie campate in aria di gente che avete sentito in radio, circondatevi di persone positive che vi supportano e che vi facciano stare bene, poi scegliete il vostro stile, il vostro modo di fare rap e poi cominciate a fare girare la vostra roba partendo dal “free download” in modo da farvi conoscere in giro, anche negli ambienti che contano senza mai arrendersi, come diceva il grande Esa degli O.T.R nel suo brano “C’è Nè”: “... c’è né di gente che considera automatico, non smollare il colpo al primo ostacolo, c’è né di gente che ingoia ogni delusione, time to make money per quelli che combinano...” questa canzone è stata la mia salvezza in moltissimi momenti bui della mia vita, quindi a questi ragazzi dico di inseguire sempre i loro sogni e se anche c’è gente che vi dice di lasciare perdere non lasciate perdere, continuate sempre a fare del vostro meglio anche senza aiuti esterni.
Non limitatevi al solo territorio italiano, fatevi conoscere anche all’estero, ci sono molte possibilità anche lì e se sarete fortunati magari approdate in qualche etichetta straniera che vi aiuterà con i vostri sogni nel cassetto.
Hai nuovi progetti in sviluppo?
Per quanto riguarda i miei progetti futuri ne ho tantissimi pronti ad uscire, in primis qualche singolo nuovo, poi mi focalizzerò sul mio 3° album, nel frattempo porterò avanti nuove produzioni per nuovi artisti emergenti di cui sentirete parlare molto presto.
Io adoro fare musica quindi nonostante sia un rapper che scrive i propri testi adoro anche comporre la mia musica, inoltre sono dell’opinione che è giusto dare spazio anche ai ragazzi più giovani senza troppi grilli per la testa, in modo da vedere esaudire tutti i loro sogni musicali, perché li capisco, perché seppur l’età anche io sono come loro e chi lo sa magari un bel giorno riscriveranno questa scena rap italiana con il nuovo suono West Coast.
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BIOGRAFIA  

Mauro Storelli, meglio noto come StiLL G, classe 1981 è un produttore, cantautore e rapper milanese di origine pugliese. Ha iniziato a scrivere i suoi primi testi nel 1997, quando la golden age del rap italiano cominciava a prendere piede in tutto lo stivale passando per radio grazie ad artisti come Articolo 31, Neffa e Sottotono. Sono stati loro a dare la giusta spinta a questo genere, fino ad allora sconosciuto nel nostro Paese, per poi espandersi a macchia d’olio dal nord al sud e dilagare fra i giovani diventando virale fino ai giorni d’oggi. StiLL G ha cominciato a farsi strada in questo ambiente autoproducendosi fin quando nel 2008, grazie a un gruppo di artisti underground appassionati di westcoast rap, gli viene proposto di far parte di un movimento chiamato “Italian G-Funk”. Qui contribuisce con un brano per un mixtape che troverà luce sul panorama americano e verrà distribuito da un’etichetta indipendente americana lanciando su piattaforma digitale la realtà Italian G-Funk fra i grandi pionieri del genere westcoast rap. Un anno dopo StiLL G esce con il suo primo singolo “Come il mare in inverno” ricevendo ottimi feedback dal mercato estero. Da lì in poi, singolo dopo singolo, album dopo album, si fa strada fino ad arrivare a firmare un contratto con la Bentley Records, etichetta discografica indipendente internazionale con sede a New York.
StiLL G è rinomato per il suo straordinario stile West Coast / G-Funk / R & B con sonorità anni 90. Tra i suoi lavori più importanti troviamo "Nuthin 'But A Westcoast Party” (collaborazione internazionale con artisti provenienti da Long Beach (CA), Tokyo (JP), "Good Bye My Baby" e "Thug 4 Life”. Inoltre, vanta diverse collaborazioni con artisti che hanno contribuito a portare avanti quello che Dr. Dre e Snoop Dogg avevano iniziato nei primi anni 90 e che tutt’ora unisce vecchie e nuove generazioni.
StiLL G è in continua evoluzione produzioni che aprono nuovi orizzonti musicali, lavorando con diversi artisti emergenti e veterani oltreoceano, dagli Stati Uniti fino in Giappone.
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