di Laura Gorini - Marina Bigi è da anni
la direttrice di TuStyle, una
delle riviste Mondadori più lette da chi ama la moda. Ci rivela in questa
veloce e frizzante chiacchierata a cuore aperto le dritte per non sentirsi mai inadeguate
né sul lavoro né durante cene romantiche e/o familiari.
Marina, come si è
avvicinata al giornalismo?
Ha fatto il liceo artistico e poi ho
studiato all’Istituto Europeo del Design. In quegli anni era molto più facile
trovare il lavoro e mi si presentò l’occasione di entrare in Rizzoli come copy
writer. Lì incontrai anche il mondo dei giornali e cominciai a collaborare col
settimanale “Anna" facendo servizi di moda. Qualche tempo dopo entrai in
redazione.
Ora è la direttrice di TuStyle,
ma quali sono le esperienze lavorative che ricorda con maggio affetto?
Ricordo l’entusiasmo dell’inizio ad Anna,
quando, oltre alla moda, cominciai ad occuparmi anche di attualità. Ricordo la
soddisfazione quando diventai direttore per la prima volta, a Vera, un
mensile che oggi non c’è più. Ricordo come un’esperienza unica i miei anni in
Condè Nast alla guida di Vogue Gioiello e Vogue Pelle. Ma più dei
ricordi, mi piace lavorare oggi, qui a Tustyle, con piacere,
soddisfazione e curiosità.
Ma che cosa significa oggi lavorare in
un giornale di moda?
Significa non fermarsi semplicemente
alla moda. Indagare in tutti i mondi circostanti, società,cultura, arte,
cinema, star system, la realtà dei social.
Crede che sia molto cambiata sia nel
Bene sia nel Male nel corso del tempo?
È un racconto della realtà dei tempi, un
linguaggio comprensibile su piani diversi e che non conosce confini. È un
settore trainante per quanto riguarda l’economia.
E la moda soprattutto che cos' è oggi?
La moda cambia con i tempi. A volte
addirittura li precede.
Lei da donna come la vive?
Con allegria. La moda non è solo il mio
lavoro, è argomento di discussione con amiche e colleghe, è un modo per evadere
dai doveri, uno sfogo dei miei desideri.
Come si può amarla e nel contempo voler
mantenere un proprio stile?
Ogni stile trova una risposta nella
moda. Non è difficile restare coerenti e nello stesso tempo seguire le mode. È
necessario, però, conoscersi e avere le idee chiare.
E che cosa significa possederlo?
Non lo so. Non esiste uno “stile
assoluto”, a volte si scambia lo stile con il gusto. Credo che non solo ognuno
abbia il suo stile, ma anche la propria idea di cosa è lo stile.
Lei con quali parole descriverebbe il
suo?
Non omologato ma nemmeno eccentrico.
Mescolo pezzi classici con altri più di tenenza.
Qualche consiglio
per azzeccare il look giusto in ufficio?
Qualcosa che non vi faccia arrivare alle
18 dicendo “ma cosa mi è saltato in testa di vestirmi così?”: scarpe troppo
alte, colore troppo acceso, pantaloni che stringono o camicia che si slacci.
Meglio di no.
E per il primo appuntamento?
Se fosse per me, al primo appuntamento
non oserei mai qualcosa di non testato prima. Consiglio di mettersi carine, ma
nel colore che amiamo di più e con qualcosa in cui ci sentiamo bene. Se è così
per noi, sarà facile che anche lui ci veda così. E se non succede, non è quello
giusto.
E infine, ci
rivela quello per il primo incontro con suocera e famiglia del fidanzato?
Beh, eviterei di strafare, sia in un
senso che nell’altro: niente tutine da Crazy Horse ma nemmeno il grembiule nero
da educanda.