Gabriella Greison e il Festival della Fisica a teatro e itinerante. L'intervista di Fattitaliani


Teatro Spazio Diamante Roma, 20 maggio ore 20 inaugurazione Festival “Evviva la Fisica” con ingresso gratuito. In scena con Gabriella Greison i ragazzi dell'accademia di recitazione Stap Brancaccio
Come nasce l’idea di un Festival della Fisica?
L'idea di creare il Festival della Fisica a teatro e itinerante mi è venuta mentre scrivevo il romanzo “Hotel Copenaghen” (editore Salani, uscito da poche settimane). Dunque, la premessa è questa: non esisteva prima della mia idea, un luogo dove i fisici potessero esprimersi liberamente con un linguaggio di facile comprensione. Un posto neutro, un posto fuori dai centri di ricerca scientifica dove è necessario invece avere un modo di parlare ben preciso. Il teatro è il luogo più adatto, per arrivare a chiunque, e per utilizzare quello straordinario meccanismo che si innesca ogni volta che inizia una rappresentazione: il tempo interiore di chi assiste e di chi recita si ferma e gli eventi fuori scorrono ad una velocità diversa (che poi è la definizione di relatività, se vogliamo dirla tutta). 
Il teatro come luogo di contaminazione era il luogo più adatto per la mia idea; anche perché Einstein stesso aveva detto “I fisici hanno un mondo dentro, per questo gli viene facile tenere la scena in qualsiasi teatro”. E io l'ho preso alla lettera. Anche perché io porto a teatro i miei monologhi già da diversi anni (“Monologo quantistico” quest'anno sfiora quota cento repliche in tutta Italia, mentre “Due donne ai Raggi X” è un altro mio monologo che ha fatto continuamente tutto esaurito, in qualsiasi città mi trovassi). Ma non è finita la premessa. Non mi sarebbe bastato creare un Festival a Milano, dove ho avuto l'idea, e dove ho avuto la possibilità di creare la prima edizione (al Teatro Menotti, il Festival è andato in scena dal 20 al 28 marzo 2018), il Festival lo volevo fare itinerante, in modo da girare i teatri di diverse città italiane, e in ogni città contattare i centri di ricerca scientifica del posto e attingere dai fisici presenti lì. Siccome le mie idee fanno il giro molto velocemente del web, il mio sito è molto frequentato, così come i miei social network, ecco che sono arrivate le prime proposte da parte dei centri di ricerca sparsi nel nostro paese, e anche di teatri che – come contenitori eleganti e perfetti - potevano ospitare il Festival (i direttori artistici dei teatri con cui ho a che fare io sono persone strepitose, sono sempre i singoli che cambiano le cose....lo dico sempre). Oh, ed ecco che dopo Milano si è aggiunta Roma, e dopo Roma si aggiungerà Trieste (probabilmente il prossimo anno). 
A Roma il Festival lo inauguriamo domenica 20 maggio alle ore 20 (facile da ricordare) allo Spazio Diamante (in via Prenestina 230) con una bella festa ad ingresso gratuito, con aperitivo, buffet, gadget e la prima serata prevede un mio monologo iniziale e poi il primo evento dedicato a Ettore Majorana, a 80 anni esatti dalla scomparsa. Con me poi ci rivedremo nelle serate del “Faust a Copenaghen”, lo spettacolo che ho creato, tratto proprio da “Hotel Copenaghen”, nelle serate di martedì 22, mercoledì 23 e giovedì 24 maggio 2018, alle ore 21 . 
Biglietti su ticketone: http://www.ticketone.it/biglietti.html?affiliate=ITT&fun=search&fuzzy=yes&doc=search&action=grouped&inline=false&suchbegriff=faust+a+copenaghen&btn=true&x10=2&x11=faust+a+copenaghen&x14=3), e proprio su questo vorrei soffermarmi adesso, perché tutta la premessa era per raccontarvi un'altra cosa.

Prima di me, chi aveva preso alla lettera le parole di Albert Einstein, e aveva creato un luogo dove i fisici potessero esprimersi, era Niels Bohr. Niels Bohr è stato premio Nobel nel 1922, un anno dopo Einstein, ed è stato il suo più grande antagonista. Soprattutto nella creazione della fisica quantistica. Fisica quantistica che è nata proprio a Copenaghen. Niels Bohr era il 'fratello buono' per tutta la comunità scientifica del XX Secolo, era colui che mandava inviti e faceva arrivare nel suo istituto di ricerca tutti i giovani talentuosi e li faceva crescere. Il suo modo di lavorare (a differenza di quello di Einstein, che era un 'lupo solitario') era di grande condivisione, di discussione continua, e di continui battibecchi e litigate. Cercava ossessivamente l'errore, la contraddizione, il paradosso, e con quelli cresceva. I suoi ragazzi erano Werner Heisenberg, Wolfgang Pauli, e tanti altri. Quasi tutti quelli che andavano da lui, poi uscivano con un premio Nobel (tranne Lise Meitner, ma per lei il discorso era diverso). In particolare, questi due giovani fisici erano talentuosissimi, e il primo gli creerà non pochi problemi (quando la moglie di Bohr, Margrethe, avvertiva il fisico danese che Heisenberg gli avrebbe portato problemi, lui le rispondeva “Bene! Ancora meglio allora!” alludendo agli esercizi di fisica che lui necessitava continuamente di risolvere in gruppo). Famoso è l'incontro avvenuto tra i due a Copenaghen, nel 1941, che poi li farà separare per un lungo periodo di tempo, uno tornerà a lavorare con i tedeschi alla creazione della bomba e l'altro si aggregherà al Progetto Manhattan di Los Alamos con gli americani e gli inglesi (e su questo il mio romanzo “Hotel Copenaghen” riporta molte tracce inedite, molti racconti, diverse informazioni che ho trovato grazie alle mie ricerche all'NBI e a Copenaghen). Dicevo: Niels Bohr stesso aveva la necessità di fare esprimere i fisici nella maniera più semplice possibile, in modo che potessero essere capiti di tutti, ed ecco che lui stesso aveva creato un appuntamento annuale nel suo istituto di fisica, l'NBI, dove i fisici dovevano mettere in scena degli spettacoli teatrale. Nel 1932, in particolare, misero in scena il “Faust a Copenaghen”. Era il centesimo anniversario dalla morte di Goethe, e quindi presero il suo testo e lo riadattarono in chiave scientifica, con i loro dilemmi sulla scoperta del neutrone (da parte di un inglese, Chadwick) su cui riflettere se vendere o no la loro anima. In scena c'erano tutti: Bohr, Heisenberg, Pauli, Dirac, la Meitner, Ehrenfest, e loro stessi dovevano anche impersonare le parti di Faust, Mefistofele, Dio. Quello che ne uscì fu uno spettacolo esilarante. Io, oggi, ho ripreso quel testo, e l'ho riadattato in chiave moderna: per questo il cuore del Festival sarà lo spettacolo che debutta a Roma dal 22 maggio, con l'idea di ricreare quell'atmosfera, quel clima, dove la fisica era prima di tutto un luogo dell'anima, facilmente accessibile a tutti.
Ecco il programma dettagliato del Festival, biglietti su ticketone.
Ci vediamo allo Spazio Diamante di Roma, dal 20 al 24 maggio 2018, con “Evviva la Fisica”, sottotitolo “Le menti che hanno creato il nostro mondo”.

Elisabetta Ruffolo



Fattitaliani

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