Antonio Langone, "Mostri" anticipa l'album "Oltre gli alberi ci sono le stelle". Release party a L'Asino che vola

Mostri è il nuovo singolo di Antonio Langone tratto da Oltre gli alberi ci sono le stelle, album che verrà presentato a L'Asino che vola a Roma (via Antonio Coppi 12/D) giovedì 3 maggio. Con lui sul palco Antonio Lana (batteria e pad), Michele Bellanova (chitarre elettriche), Roberto Sanguigni (basso elettrico) e Luca Bellanova (piano e tastiere). Non solo. Ci saranno anche degli ospiti speciali come STAG, Lontano da qui e DAP.

Mostri nasconde il vuoto dietro un sorriso, il ghiaccio dietro gli occhi. Questa canzone scompiglia, parla di acque senza corrente, di immobilità costante, di formiche sopra i sensi a confondere i giorni. Non esistono recinti, non esistono circonferenze, siamo soli e nudi in preda alle intemperie. In questo brano si affronta l'esperienza del dolore. La cura del dolore. Il dolore non è altro che un affetto, un sentimento. Un sentimento per se stessi, un momento personale in cui guardare in faccia tutti i fantasmi, iniziare a chiamarli con il proprio nome. I mostri ci spaventano, ma ci rendono uomini. In Mostri ci si mostra fragili per riscoprirsi consapevoli.


Oltre gli alberi ci sono le stelle è un disco per chi è troppo figlio per essere padre, per chi è troppo figlia per essere madre. Tante le paure, troppi gli smarrimenti, le strade cambiate all'ultimo secondo. Molte le porte aperte, ma troppi i balconi chiusi. Tante le cose perse. Un disco scritto in una stanza vuota, con tanta polvere ad impastare la bocca e i pensieri. Un disco, però, che all'improvviso va alla ricerca di responsabilità, che si vuole liberare dell’incertezza, che vuole proteggere, proteggersi e, per assurdo, trova questa protezione in un bosco, di notte, alla ricerca delle stelle.

Oltre gli alberi ci sono le stelle è un disco dedicato a chi sa affacciarsi dal finestrino, per chi sa guardare oltre la staccionata, per chi rischia. Un viaggio per capire che le paure saranno le nostre più fedeli compagne di strada, non si può prescindere dalla loro presenza, se così fosse non potremmo apprezzare il gusto di un respiro profondo. Poi, se c’è tanta luce ci sarà anche tanta ombra. Quell'ombra siamo pur sempre noi, niente panico, è solo un nostro riflesso.

"Io l’ho accettato. Io ho accettato la mia ombra, il mio oscuro passeggero, lei, lui ha accettato me. Sono figlio e lo sarò per sempre, ma con questo disco sono diventato un po’ padre".

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Antonio Langone, classe ’88 di Satriano di Lucania, romano di adozione. A 7 anni inizia a studiare la tromba, studio che proseguirà al Conservatorio di Potenza “Gesualdo da Venosa”. A 17 anni intraprende gli studi di chitarra, che lo guideranno alla scoperta della canzone d’autore. Trasferitosi a Roma per gli studi universitari è qui che prende vita il suo primo progetto.

Questa prima esperienza lo porta ad una importante attività live e all'apertura, tra gli altri, dei concerti di Eugenio Bennato e James Senese & Napoli centrale. Le influenze indie-folk sono ben riscontrabili nelle sue canzoni, melodie che vengono arricchite dai suoi testi delicati, carichi di malinconia a tratti evocativa. Nel 2010 e nel 2015 frequenta il Centro Europeo Tuscolano (CET) diretto dal Maestro Mogol. Nel 2010 segue il corso come autore di testi tenuto da Giuseppe Anastasi, mentre nel 2015 frequenta la classe di composizione seguendo i laboratori del maestro Giuseppe Barbera.

Dopo un lungo periodo dedicato alla scrittura del disco, nel 2017 ricomincia l’attività live che lo porta in numerosi club in tutta Italia, all’apertura dei concerti di Niccolò Fabi, di Fabio Concato e alle fasi finali di diversi concorsi, tra gli altri: Premio De Andrè, Premio Bindi, Musicultura, Botteghe d’autore, 1MNext, Premio Donida.

Nel maggio 2018, dopo un lungo lavoro svolto insieme a Bodacious Collective (collettivo composto da Valerio Motta, Giovanni Pallotti, Davide Sollazzi e Massimo Colagiovanni), esce Oltre gli alberi ci sono le stelle, il suo disco d’esordio, un viaggio che parte dalla fragilità della psiche umana fino al completo raggiungimento della serenità, la perfetta pace dell’anima.

Sono un ragazzo di paese da quasi dieci anni trapiantato in città. Non amo la città. Non sopporto il caos esterno, ma a volte resto affascinato da quello interiore. Mi piacciono i piedi nudi sull'erba bagnata, mentre non sopporto il chewing gum attaccato alla suola delle scarpe. Non sopporto l’arroganza, ma a volte lo sono, quindi a volte sono anche ipocrita. Mi piacciono il mare e la sua capacità di cambiare colore. Mi piace la spiaggia, mi dà sicurezza. Mi piacciono le spiagge deserte. Non amo chi fuma sigarette con l’ansia, non amo chi ha l’ansia. A volte ho l'ansia. A volte non mi amo. Rispetto la musica e lei rispetta me, a tratti la amo anche, ma non troppo. La musica è un’amante esigente. Ti sa sedurre, ti sa amare, si lascia amare e ti sa tradire, ma sa anche starti vicino nei momenti difficili. Mi piace la polvere e mi piace la musica impolverata. La polvere sa nascondere, confondere, proteggere. Vorrei essere polvere e forse prima o poi lo sarò. Senza il forse. Sono un romantico, un malinconico e mi affascina la tristezza. So anche ridere!



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