Agrigento, mostra “Di memorie, di reale incanto” (4-25 maggio 2018), raccolta di opere di Giuseppe Colombo

AGRIGENTO, 3 maggio 2018 - Lavori in corso ad Agrigento per l’allestimento della mostra, “Di memorie, di reale incanto” (4-25 maggio 2018), raccolta di opere di Giuseppe Colombo, a cura di Elisa Mandarà ospitate a Villa Aurea - storica residenza del mecenate e archeologo dilettante sir Hardcastle - nel cuore del Parco della Valle dei Templi. Promossa dall’omonimo Parco Archeologico e Paesaggistico diretto da Giuseppe Parello, “Di memorie, di reale incanto” s’inaugura domani, venerdì 4 maggio, ore 18.30.

In mostra una ventina di opere - tra oli, pastelli e matite - che la curatrice ha selezionato dall’ampia produzione di Colombo, raffinatissimo disegnatore ormai da un ventennio sulla scena dell’arte contemporanea sia come “solista”, sia in “coro” con il Gruppo di Scicli. Al cenacolo artistico che fa capo alle carismatiche figure dei maestri Piero Guccione e Franco Sarnari, Colombo, oggi 47enne, viene introdotto sul finire degli anni Novanta da uno degli stessi artisti del gruppo, il pittore Franco Polizzi.

Visite tutti i giorni, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18. L’ingresso, gratuito, alla mostra è incluso del biglietto per il Parco archeologico e il Museo della Valle dei Templi. Info 0922-62.16.19.







LA MOSTRA “Di memorie, di reale incanto”

Originario di Modica, dove vive e lavora dopo gli anni di studio a Urbino e Roma, Colombo per la mostra nella Valle dei Templi ha concepito un personale omaggio: si tratta di un olio inedito, “I Dioscuri di Agrigento” e altri cinque disegni, nati quasi per caso durante i sopralluoghi dei mesi scorsi fra i monumenti dichiarati dall’Unesco “patrimonio dell’Umanità”. Opere che documentano come ancora oggi la Valle dei Templi e il suo mistico paesaggio millenario punteggiato dal verde degli ulivi – il blu del mare in lontananza -  rinnovino il “reale incanto” testimoniato dai celebri viaggiatori del Grand Tour: una potente energia creativa che affiora dalle architetture e dalla silenziosa memoria delle pietre e che oggi come allora seduce artisti e semplici visitatori. “Giravo per la Valle – racconta Colombo – e d’un tratto sono rimasto come folgorato da un’immagine. Quella che ha poi ispirato quest’opera dei Dioscuri”. Completano la raccolta a Villa Aurea sia le “memorie”, opere ispirate agli autori cari del passato, nei d’après, e alla storia di luoghi che hanno sollecitato la fantasia del pittore, sia il ciclo di lavori che nascono dall’incanto che il reale, natura o volto, esercitano sulla sua creatività.

“La mostra attraversa due filoni essenziali dell’opera di Giuseppe Colombo – scrive in catalogo Elisa Mandarà - ovvero la relazione primaria che il pittore coltiva con la realtà, sostanziata da una gamma distillata di soggetti poetici, e la linea memoriale, connotata da un preziosismo di gusto e di resa, per il quale l’artista trasceglie alcune delle più fini icone dall’emporio formale della grande tradizione occidentale”. Anche il critico d’arte Marco Goldin sottolinea il lirismo del segno di Colombo: nel catalogo della mostra “Il Gruppo di Scicli” (Conegliano, 2001), il critico scrive: “(…) Colombo rivela il suo talento nel riappropriarsi dell’evidenza visiva con uno sguardo penetrante, con lenti potentissime, animando di rinnovata energia ciò che lo sguardo percepisce, a dimostrazione che la poesia è possibile coglierla intorno a noi e che i poeti e gli artisti hanno la virtù di rivelarcela”. Mentre Guido Giuffrè dice: “Colombo giuoca tutto, magistralmente, sul rapporto luce-ombra: sul tenero candore della luce e sulla pastosa, morbida profondità dell’ombra”.

Fattitaliani

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