Risparmi, al via al rimborso integrale dei buoni fruttiferi postali

È il successo dell’Avvocato Domenica Claudia Favara: "Prevale il tasso stampato sul titolo, nessun dimezzamento”.

Buone notizie per i risparmiatori che hanno investito nei buoni fruttiferi postali, al via con il rimborso integrale, è il successo riscosso dall’avvocato Domenica Claudia Favara, palermitana. Negli anni 70-80 i buoni fruttiferi erano un investimento sicuro, garantito dallo Stato. Tra il 1974 e il 1986, i rendimenti dei buoni fruttiferi postali erano davvero elevati. 

A seguito di nuove normative il rendimento fu dimezzato, il cliente che andava a riscuotere non otteneva la cifra pattuita. Coloro che avevano acquistato i buoni dopo il 28 giugno 1986, all’atto della riscossione, hanno trovato una sorpresa non gradita. Poste Italiane non riconosceva loro i tassi indicati sul retro dei buoni stessi, bensì quelli previsti dal decreto ministeriale del 1986 (inferiori del 50% circa). 

Si tratta del decreto Gava-Goria (decreto ministeriale 148), che dimezzava i rendimenti dei buoni fruttiferi a partire dalla data del 1° luglio 1986 tale decreto prevedeva la retroattività del dimezzamento dei tassi di rendimento ai titoli emessi dal 1974 in poi. 

Nel caso affrontato dall’avvocato Domenica Claudia Favara, i clienti che oltre 30 anni fa hanno investito in assoluta buona fede Lire 500.000, sicuri di poter riscuotere al termine di tale periodo la somma ottenuta secondo le percentuali di interessi indicate nel retro del buono stesso, decorsi 30 anni si sono recati presso l’Ufficio Postale competente per riscuotere la somma di € 8.174,17, come da tassi di interesse concordati; Poste Italiane S.p.A. ha offerto il pagamento di una minor somma pari a € 3.977,10 secondo i tassi di interesse che, per assurdo e contro ogni principio di buona fede contrattuale, riterrebbe di dover applicare secondo il decreto Gava-Goria. 

La Giurisprudenza sottolinea il principio dell’affidamento del risparmiatore, all’atto dell’acquisto dei buoni fruttiferi, inoltre, afferma che l’errore di Poste Italiane S.p.A. non debba ripercuotersi sulla buona fede del consumatore che ha diritto a riscuotere la somma risultante dall’applicazione dei tassi per come riportati sui buoni fruttiferi, non essendo stato posto nella condizione di valutare l’evoluzione peggiorativa del proprio investimento. Inoltre la recente sentenza 6430/2016 emessa dalla quarta sezione civile del Tribunale di Catania ha ritenuto che Poste Italiane S.p.A siano tenute al pagamento dell’intero rendimento indicato sul retro del buono fruttifero.

La linea difensiva dell’avvocato Favara si è mossa con l’iniziale presentazione di Ricorso per Decreto Ingiuntivo ed emesso il Decreto Ingiuntivo non immediatamente esecutivo dal Tribunale di Palermo, ha proceduto alla notifica dello stesso a norma di legge avverso cui Poste Italiane ha proposto opposizione. “Tale circostanza ha dato inizio a un procedimento di merito in cui dimostrare il fatto che il credito vantato dagli assistiti sia certo e dovuto”, afferma l’avvocato Favara di fatto, il Giudice del Tribunale di Palermo, in prima udienza, ha concesso l’esecutività del Decreto Ingiuntivo, consentendomi l’immediato incasso delle somme e ritenendo la causa matura ha rinviato per la decisione alla prossima udienza”. “L’esecutività concessa e il rinvio per “causa matura” consentono il pronostico di una vittoria per gli investitori da me assistiti, prosegue l’avvocato, in quanto consente di ottenere le somme prima ancora che la causa sia conclusa, inoltre a marzo 2018 ho ottenuto contro le Poste Italiane S.p.A. altri due decreti ingiuntivi provvisoriamente esecutivi”. 

Per ulteriori informazioni è possibile inviare e-mail al seguente indirizzo di posta elettronica per un contatto diretto con l’avvocato Domenica Claudia Favara: domenicafavara@hotmail.it
Fattitaliani

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