Libri, Lupi nella nebbia e Zanne: due racconti di Franco Mieli. La recensione di Fattitaliani


Autore:  Franco Mieli -  Ed. Montecovello, 2014 - 230 pagine. Recensione di Anna Profumi

Mi sono avvicinata alla narrativa “noir” grazie a questo libro di Franco Mieli, autore emergente nella galassia editoriale,  che ha al suo attivo un altro romanzo dello stesso filone, e a cui va riconosciuto il merito di una ricercata ed approfondita analisi psicologica dei suoi personaggi. Trattasi di due racconti distinti, uniti da un doppio filo conduttore, tensione spasmodica e suspense, elementi sempre presenti nelle pagine del libro che giocano un ruolo fondamentale nelle trame che andiamo a sintetizzare. Al lettore lasceremo il piacere di scoprire l’esito imprevisto dei finali.
Lupi nella nebbia”.
Un killer nell’ombra colpisce ed elimina le sue vittime senza lasciare tracce per compiere una crudele e spietata vendetta. Su questo apparente mistero indagherà senza sosta il maresciallo capo dei Carabinieri Alessandro Sorgi e la sua squadra investigativa, dopo il ritrovamento di alcuni corpi orribilmente straziati. Non sarà facile scoprire le motivazioni che spingono il “mostro” a compiere scempio delle sue vittime. La descrizione dei particolari è minuziosa e non concede spazio all’immaginazione. Ci sembra di vedere quei volti terrorizzati  prima che il killer metta in  atto  i suoi macabri rituali. Scartate quasi subito una prima serie di ipotesi, gli ufficiali dei carabinieri convergeranno gli sforzi nell’ambito del calcio dilettantistico, scoprendo che le persone eliminate avevano avuto tutte in passato un ruolo di rilievo in una squadra locale. Da questo momento in poi, individuare il volto del colpevole, risulterà forse la parte più semplice, mentre sarà molto più complesso braccare e stanare chi si muove e si nasconde come una animale selvatico. La capacità di Franco Mieli sta nel riuscire a raccontare tutta la vicenda con il distacco e la “suspense” necessarie per condurre il lettore alla conclusione, lasciando un giusto spiraglio aperto sulle motivazioni  dell’odioso ed ingiusto sopruso.
Altra storia ed altra ambientazione quella di “Zanne”, il secondo racconto più breve del libro, ma non per questo meno interessante. L’ambientazione è incentrata  nella Tuscia viterbese. Questa volta, i corpi delle vittime vengono rinvenuti abbandonati nelle campagne, in prossimità di antichi scavi etruschi. Il ritrovamento dei resti sembra convergere sull’ipotesi che le vittime siano state aggredite e dilaniate da una misteriosa ed enorme belva. A condurre l'indagine sono il tenente Gabriele Graziani ed il maggiore Massimo Cerci. Dietro la mattanza attribuita alla misteriosa bestia, si nascondono in realtà persone in carne ed ossa, veri professionisti del crimine,  disposti a tutto pur di appropriarsi di antichi e preziosi  reperti, uomini che agiscono nell’ombra e che non esitano ad eliminare chi viene disgraziatamente a conoscenza delle loro attività illegali.  Il gioco si fa sempre più insostenibile per le forze dell’ordine, in un susseguirsi di colpi di scena, tra crudeli riti pagani condotti nel segreto di ignote cripte, mettendo a dura prova i nervi dei due ufficiali dei Carabinieri invischiati in una pericolosissima rete. La tensione specie nelle ultime pagine si fa spasmodica. Riuscirà l’astuto Massimo Cerci a venirne fuori ed assicurare i colpevoli alla giustizia? Lo saprete  leggendo sino alla fine questo libro, una  vera “chicca” nel suo genere.

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Fattitaliani

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