Palermo, ad aprile Mostre su Robert Capa e Spencer Tunick nella Capitale della Cultura Italiana 2018

di Andrea Giostra - Il 24 aprile 2018, presso il Real Albergo delle Povere di Palermo, sarà inaugurata la mostra su Robert Capa (1913-1954) dal titolo “Robert Capa Retrospective”, progettata ed allestita con la collaborazione della “Magnum Photos” e la “Casa dei Tre Oci Civita”.

Il 13 aprile 2018, presso i Cantieri culturali alla Zisa, in presenza dell’artista, sarà inaugurata la mostra fotografica su Spencer Tunick (1967), a cura di Gerald Matt, Direttore del prestigioso Istituto d’Arte di Vienna.
Due dei più grandi fotografi di tutti i tempi, il primo del secolo scorso, il secondo contemporaneo, accomunati esclusivamente dalla fama planetaria per l’originalità e l’importanza artistica e culturale dell’arte che hanno saputo esprimere con le loro foto, il prossimo mese di aprile saranno a Palermo con le loro opere.
La mostra su Capa, il cui vero nome fu Endre Ernő Friedmann, presenta quello che fu il più grande reporter di guerra del mondo, e dedica una particolare attenzione al fotogiornalismo del XX secolo. La selezione delle foto è a cura di Denis Curti, che presenterà circa 100 scatti in bianco e nero del grande maestro ungherese naturalizzato statunitense, che nel 1947, insieme a Henri Cartier-Bresson, George Rodger, David “Chim” Seymour e William Vandivert, fondò la prestigiosissima casa di produzione “Magnum Photos”. Le foto che verranno esposte a Palermo racchiudono un periodo di tempo che va dal 1936 al 1954, anno della morte in Indocina di Capa, all’età di 67 anni, a causa di una mina antiuomo. Le foto rappresenteranno i 5 grandi conflitti mondiali del suo tempo: la guerra civile spagnola (1936-1939), la seconda guerra sino-giapponese (che seguì nel 1938), la Seconda Guerra Mondiale (1941-1945), la guerra arabo-israeliana (1948) e la prima guerra d'Indocina (1954).
Robert Capa
La “Magnum Photos”, fondata da Capa, fu la prima agenzia al mondo creata e voluta per tutela i diritti intellettuali delle opere fotografiche dei fotoreporter di allora, fu ideata da Robert Capa, che, immediatamente dopo, coinvolse in questo grande e ambizioso progetto i suoi grandi amici e colleghi del tempo. I fondatori furono fotoreporter appartenenti a cinque nazioni diverse, Capa ungherese, Cartier-Bresson francese, Seymour polacco, Rodger inglese, i Vandivert e Maria Eisner statunitensi. Le prime due sedi della Magnum furono una in Europa, a Parigi, l’altra oltreoceano, negli Stati Uniti d’America, a New York. Poco tempo dopo, vennero aperte altri due sedi, quella di Londra e quella di Tokio.
Robert Capa ebbe un legame artistico e professionale particolare con la Sicilia. La sua foto più celebre, icona universale della Seconda Guerra Mondiale, che vide gli americani liberare prima la Sicilia e poi l’Europa intera dal terribile regine hitleriano, fu infatti scattata a Troina il 6 agosto 1943, al termine della battaglia che in quei campi videro gli americani sovrastare le truppe naziste di Hitler. La foto, che certamente tutti ricorderanno, vede un soldato americano accovacciato e un pastore siciliano, che le cronache del tempo hanno ricostruito essere Francesco Coltiletti, che curvo, con il suo lungo bastone da montagna, indica al militare la strada per Sperlinga.
La mostra su Spencer Tunick, curata da Gerald Matt e aperta al pubblico fino al 2 giugno 2018, ha due peculiarità rispetto a tutte le precedenti realizzate dall’artista americano in giro per il mondo. Per la prima volta, a Palermo, sarà presentata una selezione di foto degli oltre settantacinque progetti fotografici che Tunick ha realizzato in tutto il mondo dal 1994, in quasi 25 anni di professione. L’aspetto riconoscibile universalmente delle foto di Tunick è che i protagonisti sono sempre folle di persone nude, centinaia o migliaia di uomini e donne, che vengono istruiti preventivamente in più giorni di lavoro per realizzare il suo progetto fotografico, assumendo delle pose particolari e indossando talvolta colori vivaci che colorano tutto il corpo e che caratterizzano la nudità delle persone oggetto di scatto fotografico. Ogni progetto ha una sua metafora, un suo significato, un messaggio sociale, politico, culturale, che arriva dirompente all’osservatore delle opere di Tunick. 
Spencer Tunick
Non sono delle semplici nudità, dei corpi ignudi radunati in modo ordinato in luoghi pubblici, in piazze, in prossimità di importanti monumenti, teatri. Le nudità di Tunick hanno sempre uno scopo preciso, quali per esempio l’uomo messo a nudo dalle vicende della vita, dal dolore, dalla sofferenza, dalla crisi economica planetaria, delle tensioni etniche e culturali, dalle difficoltà di vedere un futuro ed una migliore prospettiva di vita… insomma, la nudità dell’uomo concepita come solitudine nell’affrontare la vita con tutti i suoi drammi e difficoltà. Una nudità che nelle sue opere viene sempre rappresentata come collettiva e partecipata, ma che raramente diviene consapevole nell’uomo e nella donna che vivono il nostro tempo.

L’altro aspetto peculiare della mostra palermitana dedicata a Tunick, è che all’inaugurazione sarà presente l’artista americano che, attraverso dei documentari realizzati durante le sue opere performative, presenterà ai convenuti tutto il lavoro messo in atto e realizzato nell’esecuzione dei suoi progetti artistici e fotografici. Lo spettatore avrà così modo di vedere la mole di lavoro e la certosina progettualità che c’è alla base di ogni foto realizzata dall’artista. Le opere fotografiche saranno presentate in formato a parete, delle maxi-stampe, e riempiranno gli spazi messi a disposizione dai Cantieri Culturali alla Zisa dedicati alla mostra.
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Andrea Giostra

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