Mostra fotografica di “Wondy sono Io” al Baraccano di Bologna per iniziativa dell’Associazione Loto Onlus

di Caterina Guttadauro La Brasca - Nella Sala Museale del Baraccano, a Bologna, sabato 27 febbraio, grazie all’Associazione Loto Onlus, con il patrocinio del Comune di Bologna - Quartiere Santo Stefano - è stata inaugurata la prima tappa in Emilia Romagna della Mostra fotografica itinerante di “Wondy sono Io” e sarà possibile visitarla fino al 4 di febbraio.
Ad aprire l’evento è stato l’Assessore al Comune di Bologna, Marco Lombardo, la Presidente dell’Associazione dr.ssa Balboni e la Psicologa Margherita Galli. Il percorso è composto da quindici tavole che raccontano il viaggio di una scrittrice e giornalista, Francesca “Wondy” Del Rosso durante un tumore al seno che l’ha rapita alla sua famiglia l’11 dicembre 2016. La mostra fatta di immagini e testi racconta i suoi veri viaggi con la famiglia, ma soprattutto le tappe del suo vissuto con l’”alieno” in corpo (termine con cui Oriana Fallaci definiva il cancro). Il bestseller, edito da Rizzoli, raggiunge e catalizza l’attenzione del lettore, suscitando commozione, ma soprattutto ammirazione per l’atteggiamento da perfetta “resiliente” avuto da Francesca nei confronti della malattia. Lei non c’è più, ma tramite il libro, le tavole esposte in tutta Italia e le testimonianze del marito Alessandro Milan, a tutti noi rimane la convinzione che per non essere malati è basilare non sentirsi ammalati. I convenuti all’evento hanno regalato a Francesca la loro attenzione, l’ammirazione per il suo coraggio e, ne sono convinta, il loro ricordo.
Sono stati letti degli spezzoni del libro e altri tratti da ”La voglio gassata”, letti dalla stessa Scrittrice, un libro che tratta ampiamente l’argomentazione della Resilienza in un caso analogo ma più fortunato. Resilienza è una parola molto in voga, che spiega la modalità di affrontare la malattia, gli ostacoli, la sofferenza e tutto ciò che questo comporta. L’Associazione “Wondy sono Io” fondata dal marito di Francesca, Alessandro Milan, insieme a Francesca Ravelli e alla collega Alessandra Tedesco ha lo scopo di spiegare e diffondere il significato della parola Resilienza, riferita a tutte le infauste avventure della vita, quindi d’interesse comune. E proprio un’altra Associazione bolognese la Loto Onlus (Loto è un’associazione no profit che nasce con il preciso intento di colmare un vuoto informativo e di consapevolezza sul carcinoma dell’ovaio)  si è fatta carico di allestire questa Mostra, aperta a tutti per divulgare il messaggio di Francesca.
Un cancro che Lei combatte, con tutte le sue forze, senza perdere la voglia di vivere, cercando di mantenere la felicità negli occhi dei suoi bimbi, raccontando loro la malattia aiutandosi con la fantasia e restando ben ancorata alla sua vera arma, un’arma che Wondy tiene stretta e difende anche dal cancro: l’ironia. Wondy è madre di due figli e una madre sa che non può arrendersi, quando si trova dinanzi ai oro occhi smarriti  che vivono qualcosa più grande di loro. Wondy è la forza di una mamma, che nel cuore della notte, vede il suo ometto che va da Lei, perché non riesce ad abbandonarsi a sogni belli come devono essere i sogni dei bambini: 
“perché non dormi?” gli chiede.
“mamma, devo chiederti una cosa”
“dimmi e poi vai a nanna”
“se tu muori, come faccio a trovare la strada?”. Francesca, col cuore a pezzi, a maggior ragione si rimette, come un soldato, a lottare senza far pesare su nessuno quello che veramente vive. “Wondy è stata sconfitta”. Sì, ha perso la guerra, ma ha vinto tante battaglie. E soprattutto ha insegnato a tante donne e uomini il coraggio. Lottare con il sorriso. Strappare pezzi di vita. Radersi la testa dopo la chemio ed essere bellissima. Grazie Francesca, c’è adesso un pezzetto di te in ogni donna, in ogni mamma che ti legge, non sei morta invano. Grazie anche ad un “grande” marito che ha la forza di silenziare il suo dolore o quantomeno di trasformarlo in tante iniziative che dichiarano il suo amore e la sua ammirazione per una Donna che è la sua Donna, ormai organo vitale della sua Vita.

Caterina Guttadauro La Brasca

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