di Caterina Guttadauro La Brasca. Mario Fratti è un drammaturgo italiano,
nato a l’Aquila (Italia) il 5 luglio 1927 (età 90) e vive a New
York dal lontano 1963.
Dopo la laurea in Lingue e Letterature Straniere
alla Università Ca' Foscari a Venezia, Fratti avvia alla fine degli
anni cinquanta una ricca produzione drammatica. È del 1959 il suo
primo dramma “Il nastro”, vincitore del premio RAI, che però non
fu mai radiotrasmesso. L'autore era arrivato trentenne a scrivere per
il teatro,
dopo giovanili esperienze poetiche.
Scrisse anche un romanzo
all'inizio della sua vita letteraria, ambientato nella sua città ed
a Venezia nel periodo della dittatura fascista e dopo la Liberazione,
mai pubblicato all'epoca, edito nel 2013. Per un incontro a Spoleto
con Lee Strasberg appare nella sua vita l’America, la terra in cui
è lecito avere un sogno ed è possibile realizzarlo: Rivolge il suo
interesse al teatro e la Critica lo accoglie favorevolmente. Inizia
così una produzione di lavori, oggi arrivata a più di 100 opere.
Lo aiuta la completa
padronanza della lingua
inglese e la conoscenza profonda della
letteratura
americana. Subito insegna a New
York nella prestigiosa Columbia
University e poi all'Hunter College, dove ha tenuto la docenza
fino al 1994.Di Fratti sono state pubblicate nel 2009 due antologie
di teatro. Opere sempre teatrali:
Teatro
dell'Imprevedibile - 22 Drammi e Satire" (BE@A -
enricobernardentertainmentart), in italiano:
"Unpredictable Plays" (edito da New York
Theatre Experience, Inc), una raccolta in inglese di 28 opere. Nel
settembre 2013 è stato pubblicato l'unico romanzo di Fratti:
"Diario proibito", che ha vinto il "Premio Capri
Poesia". L'opera, scritta in gioventù, fra il 1948 ed il 1950,
quando il drammaturgo era studente all'Università Ca' Foscari di
Venezia, è stata da lui fortunosamente ritrovata in una vecchia
valigia, le pagine sbiadite e difficilmente leggibili. Una vera
scoperta editoriale.
Fratti ha scritto anche commedie
e musical.
NINE,
una sua commedia scritta nel 1981
e liberamente ispirata dal film
8½
di Federico
Fellini, è diventata un musical
d'enorme successo di pubblico e di critica, un vero e proprio
fenomeno teatrale con oltre duemila repliche. L'ultima versione, con
Antonio
Banderas interprete, è rimasta per
molti mesi in cartellone al teatro Eugene O' Neil, e
poi, a Broadway
Negli USA ci sono state 36 produzioni di Nine; una a Londra, una a
Parigi ed una a Tokyo. Molti i riconoscimenti all'autore teatrale,
un elenco lunghissimo. Si citano per brevità il premio Selezione O'
Neil, il Richard Rodgers, l'Outer
Critics, l'Heritage and Culture, l'Otto Drama Desk Awards e ben
sette "Tony
Award", premio che nel teatro è
come l'Oscar
per il cinema. Le sue opere, tradotte in 20 lingue, sono state
rappresentate in 600 teatri di tutto il mondo; dall'America
all'Europa,
dalla Russia
al Giappone,
dal Brasile
alla Cina,
dal Canada
all'Australia.
Esse si connotano per l'immediatezza della scrittura teatrale,
asciutta e tagliente come la denuncia politica
e sociale senza veli che egli vi trasfonde.
Lei è una figura particolare nella Comunità Italiana
D’America, è sempre stato molto progressista ed ha una coscienza
critica molto radicata. Lei come si definisce?
Scrittore
di Sinistra.
A 20 anni
scrisse “Diario Proibito” un romanzo con un messaggio letterario
feroce che fu respinto per 60 anni, nessuno lo volle pubblicare. Ci
dice perché nacque e di cosa parla?
Confessioni
intime su crudeltà fasciste.
Il suo sbarco
a New York, nel 63 avvenne grazie a Lee Strasberg. Ci racconta come
vi siete incontrati?
Al festival di Spoleto dove Diresse “Suicidio”.
Come e perché
è avvenuta la sua svolta politica a sinistra? Qualcuno lo definisce
l’ultimo comunista d’America.
Sempre stato a sinistra a “Difesa dei
diseredati”.
La parola
plusvalore, scoperta da lei, suo padre e suo zio, ha improntata tutta
la sua vita ad avere certe
posizioni.
Importante.
Ha
influenzato i miei valori.
Perchè ha
deciso di rimanere in America, dove è venuto per una coincidenza?
Molte porte aperte.
Lei ebbe dei
grandi Amici. Ha qui in casa sua un pianoforte di Katharine Hepburn
che suonava nella sua bella Casa/Museo, è stato amico di Arthur
Miller di Lee Strasberg e tanti altri. L’America di oggi è diversa
da quella di allora? C’è qualcosa che rimpiange?
No.
Futuro positivo come in passato.
Lei in ogni
sua opera mette la lotta di classe ed è tra i pochi che lo fanno.
Questo ha mai avuto ripercussioni nella sua vita?
Molti mi stimano.
Nine è il suo
più grande successo ed ha altre 30 opere che non lo sono: perché
secondo lei?
Una opera prevale sempre ed è preferita.
Qual è il
suo rapporto con Dio?
Dov’è?
Chi
è?
In America si
passa dalla povertà più aberrante alla ricchezza più sfrenata,
perché esiste questo estremismo?
Colpa dell’avidità.
Obama diceva
: YOU CAN, TU PUOI . Questa frase ha fatto sognare tanti ragazzi. Lei
consiglierebbe ad un giovane di preferire l’America al suo paese?
Se sì, perché?
No. Resta nel tuo paese e difendilo.
Perchè
parlando dell’America, si parla talvolta di “giungla americana”?
Perché ci sono sempre conflitti.
Cos’è per
lei la Democrazia?
Dovrebbe
essere difesa di’ “Demos”, il popolo.
Lei è
contento della sua vita, di come ha vissuto? Se tornasse indietro
cambierebbe qualcosa?
Non cambierei nulla. Tutto positivo.
Lei dice che è
importante accontentarsi di quello che si ha e che si raggiunge col
proprio talento. è questa la
felicità?
Sì.
Sapere
di aver fatto il proprio meglio.
Io sostengo
che l’America sia una Nazione e non un popolo come tante altre
Nazioni perchè non si piange addosso, succede il dramma, come l’11
settembre, si rimbocca le maniche e si riparte. Lei condivide questo
mio pensiero?
Sì. Lo condivido.
Sono
compiaciuta di averla intervistata, perché Lei è un esempio
positivo di un Italiano che ha due Patrie, una rappresenta le sue
radici e l’altra il suo vissuto e il suo lavoro, quindi un esempio
da divulgare. Lo è perché, come uomo e professionista, è sempre
stato coerente, i suoi comportamenti sono stati sempre fedeli a ciò
in cui crede, non si è fatto conquistare dal potere del denaro e non
ha mai venduto le sue idee a nessun prezzo. Il suo paese d’origine
non può non essere fiero di chi lo ha rappresentato con valori così
sani e alti. La ringraziamo e le auguriamo di continuare per molti
anni ancora a fare quello che lei stesso definisce come “sua
attività” e cioè: scrivere, leggere e rappresentare.
Caterina
Guttadauro La Brasca