Goffredo Palmerini “ambasciatore culturale” della nostra bella Italia. Recensione al volume “L’Italia nel cuore"

di Patrizia Tocci* - PESCARA - Ogni libro di Goffredo Palmerini ha la caratterista unica ed originale di dilatare il tempo a nostra disposizione. Come un annuario riassume momenti fondamentali di un suo intenso anno (e qualche mese) di lavoro, di pensiero e di riflessione: ci aggiorna sui contatti e sulle nuove relazioni, ne ricostruisce di antiche o perdute.
Una ragnatela di eventi tessuta però – come giustamente conferma il titolo del libro – in nome e per conto dell’Italia, appunto con L’Italia nel cuore. Il lavoro di Goffredo Palmerini è ormai, a tempo pieno, quello di essere “ambasciatore culturale” dell’Italia. Fa conoscere luoghi ed eventi, porzioni misconosciute del nostro territorio per creare legami nazionali ed internazionali, riconnettere generazioni, rinsaldare conoscenze.
Tempo di avvento e tempo di regali. Goffredo Palmerini confeziona all’interno del suo libro tanti pacchetti regalo, che nella religione laica e spirituale del dono, rinsaldano quei legami mai sopiti con tutti gli italiani sparsi per il mondo. Le comunità italiane, figlie della emigrazione di fine ed inizio secolo ci guardano, ci leggono, ci osservano. Per questo personaggi della storia e della cultura italiana possono incontrarsi su queste pagine - ed anche nella realtà, a volte - con personaggi, storie ed avventure di oltre oceano. Il sottotitolo che recita: “sensazioni, emozioni e racconti di viaggio” esplicita perfettamente questo andirivieni umano e letterario che caratterizza il libro, pieno di eventi e di impegni come un fitto calendario in cui si va a ricercare quello che riguarda proprio noi, non senza però aver apprezzato tutto ciò che ci scorre intorno.

Così accade che ci si può emozionare anche su queste dense pagine, sul suo ricchissimo corredo iconografico che testimonia proprio la ricchezza umana e relazionale raggiunta. Le comunità degli italiani all’ estero possono riannodare con questo libro visi e nomi, ricostruire un grande album di presenze che vanno oltre il tempo, l’occasione o il convegno e che durano appunto nelle pagine di un libro ma anche nella interiorità del lettore. Una ricchezza che Palmerini mette, come suo solito, a disposizione di tutti; un atto di gentilezza senza pari, in cui a volte sembra davvero farsi da parte, sia come scrittore che come personaggio, per lasciar posto al succedere degli eventi e al racconto di altre vite ed altre storie.  Basta scorrere velocemente l’indice del libro per intuirne la portata: dalle mostre di pittura a Manhattan alle donne costituenti abruzzesi, dal terremoto dell’Aquila a Casa Argentina, da Torquato Tasso alla galleria di Washington, dal ricordo della strage di Marcinelle al convegno sull’emigrazione abruzzese; riflessioni sull’ uso della lingua italiana, teatro di New York. Senza mai dimenticare tutto il territorio abruzzese, nelle sue quattro province, e persino il vicino Molise.

L’ultima parte del libro racchiude alcuni interventi critici ed amicali che molti scrittori hanno voluto dedicare al precedente libro di Goffredo Palmerini, Le Radici e le ali, edito con la stessa casa editrice. C’è infatti un nesso ben preciso tra i due volumi, un ponte fatto di parole, una alleanza di percorsi, come se l’uno fosse la continuazione dell’altro. Il filo rosso però resta saldamente nelle mani dell’autore, che, con immutato amore, ci racconta ogni volta storie nuove, ordito e ragione del suo viaggio: un’attenzione speciale all’emigrazione, alla vita di nostri connazionali all’estero ne fa un documento prezioso, umano e culturale. Non a caso Palmerini è stato nominato, tra i tanti prestigiosi incarichi, dal 2015 “coordinatore dell’Osservatorio Regionale dell’Emigrazione per la Regione Abruzzo”. Non a caso il libro ha avuto notevole successo, non a caso il nostro autore ha già vinto numerosi premi. Proprio recentemente in autunno ha affrontato un nuovo viaggio per incontrare le comunità italiane all’estero. Così fa un vero ambasciatore e sono sicura che tutti noi, numerosi amici e lettori, possiamo definirlo, a pieno titolo “ambasciatore culturale” della nostra bella Italia, perché viaggia appunto con L’Italia nel cuore. 

*docente e scrittrice

Fattitaliani

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