Libri, "Innocenti" di Rachele Sciortino: ingiustizie di giudici disonesti e senz’anima. La recensione di Fattitaliani

Rachele Sciortino, “Innocenti”, Europa Ed., Roma, 2017. Recensione di Andrea Giostra.

L’incipit del romanzo di Rachele Sciortino recita così: «Vite travagliate si mescolano in una società egoistica, caratterizzata da episodi legati a droga e ingiustizie. Un tipico caso di egocentrismo di un giudice che pronuncia una condanna arbitraria e non si scuote nemmeno quando legge sulla parete di una cella la frase “sono innocente”, scritta con il sangue di un suicida che per disperazione si era tagliato le vene; un prete dal cuore caritatevole alla ricerca della verità; una donna che si purifica con il senso di colpa e con l’amore. Quando la rabbia e il desiderio di vendetta vengono covati dentro di sé per tutta la vita, possono sfociare in un gesto violento e criminale a seguito del quale le vittime finiscono con il diventare carnefici, soprattutto di sé stessi.»
Il libro della Sciortino scrive di giustizia terrena e di giustizia divina, di ingiustizie di giudici disonesti e senz’anima, oggi come allora, adesso com’è sempre stato nella storia dell’uomo, così come ci ricorda benissimo il Vangelo secondo Luca (18:1-8): «C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Oggi come allora, chi non crede in Dio non ha morale, non ha etica, non ha empatia affettiva che gli faccia rendere conto subitaneo del dolore e della sofferenza che può provocare nel prossimo con le sue azioni ingiuste, inique, scellerate. Ed è quello che ci ricorda nel sul ultimo libro, “I Rifugiati” (2017), il Premio Pulitzer 2016 per la narrativa, Viet Thanh Nguyen, quando scrive: «I comunisti sono l’incarnazione del male … su questo non c’è il minimo dubbio. Non credono in Dio, e non credono nel denaro … Però credono sia giusto prenderlo agli altri.» Chi non ha fede in un Dio, dobbiamo rassegnarci e prenderne coscienza disarmati, non ha una morale ed un’etica che possano muoverlo nel giusto e nel sano rispetto del prossimo suo. Lo dice Luca nel suo Vangelo, ce lo ricorda oggi Viet Thanh Nguyen … solo per fare due esempi insindacabili!
E di questo viene narrato nel romanzo della Sciortino. E di questo che dobbiamo essere conoscitori per vigilare attenti sul male che si può abbattere improvviso su chiunque, come nel racconto, improvviso, come nel libro di cui stiamo scrivendo.

I racconti intrecciati di Sciortino parlano anche di amori, di tradimenti, di gioventù, di passioni, di delusioni, di viaggi, di nuovi incontri e di innamoramenti repentini e fugaci, di sogni realizzati e di sogni immaginati, di generosità, di gelosia e di egocentrismi, di figli e genitori, di nascite e di nuove speranze, di vite sobrie e di vissuti alterati, di vita insomma, così com’è nella quotidianità vera. Storie di tutti i giorni. Storie da leggere e da scoprire attraverso gli occhi attenti e scrupolosi di Rachele Sciortino.
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ANDREA GIOSTRA
Fattitaliani

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