Volete ridere di gusto? Fino al
26 novembre, al Teatro Nino Manfredi di Ostia, “MASTERCOST. Lo spettacolo è servito” con Antonello Costa. Giampiero Perrone, il corpo di ballo di cui fa
parte Annalisa Costa che è anche
coreografa dello spettacolo.
La comicità servita in cucina. Sketch, gag, battute servite come
antipasti, primi, secondi e dolci squisiti! Qualche nome? Bruschette di battute
miste, riso a crepapelle, tonno più tardi, fino al caffè ed ammazzacaffè.
Uno spettacolo che sta tra il varietà ed il calembour!
A proporre le portate, il bravissimo Giampiero Perrone, uno chef con l’erre
moscia che si chiama Platini, Mitterand, Le Moko, per gli amici Jean Pierre
Peron. Re della scena Antonello Costa che da solo ci delizia con le canzoni
comiche, macchiette e piatti della tradizione. L’idea della commedia nasce dopo
aver letto un articolo sul cibo che regala buonumore. Loro in 1 h e 10’ ci
riescono alla grande. Il divertimento è uno dei migliori piatti di questo
ristorante. Si ride, non si pensa a nulla, si dimenticano i problemi ed il
conto è il costo del biglietto.
C’è l’omaggio alla canzone napoletana “chella là” di
Renato Carosone, “Io mammete e tu” di Domenico Modugno cantata e ballata a
tempo di tip tap, poi il personaggio Maurizio il collaudatore di
supposte; lo sketch dal titolo L’Andrologo. Raffaello Piombo, il cugino
calabrese di Tiziano Ferro; il balbuziente Arcangelo Bottiglia; la parodia di
Shakira, interpretata da Antonella Costa,
ed il monologo di un uomo di marca.
Gran finale con la storia della “magic dance” e con il bis dell “kitmancula”,
danza russa liberatoria per evitate lo stress quotidiano.
Platini,
Mitterand e Le Moko, come ma questi tributi all’inizio dello spettacolo? Veramente l’omaggio è a Totò che io e Giampiero amiamo e non alla
Francia. Siccome lui fa il cuoco
francese ed ha l’erre moscia, fa ridere il fatto che li si chiami Platini,
Mitterand, Le Moko, per gli amici Jean Pierre Peron.
Il divertimento è uno dei migliori
ingredienti di questo ristorante. E’ un po’ di tempo che questo spettacolo è in
scena, il successo è sempre lo stesso e soprattutto gli ingredienti sono uguali
o avete aggiunto qualcosa? Per fortuna quello che abbiamo scritto l’anno
scorso a marzo, al primo debutto a Roma, è rimasto lo stesso, nel senso che
quando lo scriviamo è per un pubblico di tutt’Italia. La sera della prima, a
parte l’omaggio alla canzone napoletana ma che comunque è italiana, tutte le
battute faranno ridere da Bolzano a Gela. Ciò è fondamentale perché non ci
piace cambiare città per città, invece lo spettacolo rimane al 97% identico,
poi magari invece di dire una via o una piazza di Roma, ne citiamo una della
città in cui siamo.
La risposta alle vostre battute sarà la
stessa anche a Bolzano?
Non ti so dire, andremo il 5 dicembre. Degli amici
mi hanno detto che il pubblico risponde, credo che gli piacerà molto. Non so se
sono abituati ad essere coinvolti ma anche quello fa parte del mestiere ed è
divertente.
Com’è nata l’idea di far ridere parlando
di piatti culinari? Qualche anno fa avevo letto un articolo sul cibo che dà
buonumore. Mangiando bene, sei allegro. Non possiamo cucinare in scena, quindi
invece di Master Chef, Mastercost e ogni pietanza è una portata comica. Devo
dire che il pubblico con questo schema molto semplice e poi Giampiero è
bravissimo a fare il padrone di casa, scherza con il pubblico e dice “adesso
l’antipasto, poi i primi, i secondi e per finire il dolce”. Abbinare un piatto
alla comicità è stata una risposta brillante.
Ho notato che quando canti, traduci il
napoletano che è una lingua universale. Perché?
La mia formazione comica è
romana e napoletana ed essendo un comico trasversale, adoro le macchiette
dell’avanspettacolo degli anni ’30, ’40 e ’50 quindi in ogni mio spettacolo c’è
sempre una macchietta napoletana. In questo c’è anche l’omaggio a Modugno con
“Io, mammeta e tu””. Come antipasto c’è anche “Chillallà” che facciamo prima
lento e poi arrangiato all’americana ma sono gli unici momenti in napoletano.
Poi ci sono i personaggi: Maurizio, il pezzo sulla moda, c’è lo sketch
dell’andrologo, Sergio uno dei miei migliori personaggi, il paziente di uno
psicologo. Mi preoccupo sempre che lo spettacolo abbia una varietà di offerta
comica. In questo caso noi offriamo tanti tipi di comicità diversa.
Una battuta è “Uno sguardo al futuro ma
con un occhio al passato”. Qual è il ricordo più piacevole legato al passato e
quali saranno i tuoi prossimi impegni? Sono uno che guarda sempre avanti,
cerco di ricordarmi più che le cose belle, gli errori in modo da non ripeterli.
Essendo siciliano, sono molto ottimista e positivo. Per fortuna le cose belle
sono tantissime. Ieri sera, debuttare in un teatro che non mi conosce e sentire
il pubblico che rideva e partecipava in una certa maniera, è sempre bello
perché ti rendi conto che il lavoro che fai per uno spettacolo, ti porta poi a
raccogliere i frutti. Guardo indietro e sono contento di quello che ho fatto. Guardando
avanti mi preoccupo di finire questo spettacolo e di prepararne uno nuovo ed
ogni anno, aggiungere nuove piazze al mio tour. Quest’anno abbiamo aggiunto
Bolzano, Reggio Calabria e Gela. E’ questo ciò che mi auguro per il futuro.
Elisabetta Ruffolo