Teatro Arcobaleno, L'asino d'oro di Apuleio fino al 22 ottobre. Fattitaliani intervista Francesco Polizzi

Grande appuntamento con un classico della letteratura latina (e mondiale): L'Asino d'oro di Apuleio sarà in scena al Teatro Arcobaleno fino al 22 ottobre. La trasposizione teatrale dell'unico romanzo antico in latino pervenuto interamente è diretta e interpretata da Francesco Polizzi, intervistato da Fattitaliani.

Intanto complimenti per la scelta di mettere in scena "L'asino d'oro". Secondo lei, la bellezza e il valore di questo capolavoro sono abbastanza conosciuti e condivisi? 
Da quel che sento in giro il nome di Apuleio dice qualcosa solo a chi è capitato di doverlo tradurre al liceo - e di solito è bel ricordo. Però in qualche modo l’Asino d’oro ritorna e parla attraverso la sua influenza. La favola dell’uomo trasformato in asino, quella di Amore e Psiche e le altre mille contenute in questo meraviglioso romanzo sono state riprese, copiate e rimasticate infinite volte. Pinocchio, Cenerentola, Boccaccio, i fratelli Grimm hanno attinto tutti in misura maggiore o minore da Apuleio, quindi anche se il suo nome non è così universale le sue storie ci sono già familiari e condivise. Sono miti condivisi, e quindi perfetti per la macchina teatrale.
Come regista su quali eventi in particolare si è concentrato per mantenere comunque intatto lo spirito della storia?
Naturalmente adattare 400 pagine a 90 minuti di spettacolo ha comportato una dolorosa selezione. Il romanzo è pieno di digressioni, cambi e parentesi. Io, per continuità drammaturgica, ho dovuto privilegiare le storie legate direttamente a Lucio, il protagonista/narratore delle vicende, e rinunciare ad alcune storielle di contorno - come quella che più mi è costato tagliare, la vicenda della moglie assassina e del marito assassinato che viene resuscitato per per vie magiche e richiamato per accusarla, roba da far trasecolare sulla sedia gli sceneggiatori del Trono di Spade. Ma ho mantenuto comunque la commistione di generi tipica del romanzo, dalle storie buffonesche a quelle avventurose e erotiche, all’horror. Ne è venuto fuori una sorta di viaggio di formazione, un’avventura picaresca del povero Lucio, che arriva alla liberazione e torna uomo solo dopo aver attraversato e imparato da tutte le esperienze. 
A livello scenico, come rendere a teatro la variegata ricchezza del romanzo di Apuleio?
Dovendo raccontare decine di situazioni e storie diverse con 6 attori, è stato necessario affidare a tutti molti ruoli, e organizzare un continuo scorrere di vicende, con cambi in scena e continui passaggi. Ed in fondo questo è anche ciò che capita nel romanzo, dove una storia si intreccia all’altra senza soluzione di continuità

Lucio oggi che tipo di persona sarebbe/rappresenterebbe?
Lucio è un curioso, un viaggiatore e un appassionato di esoterismo e soprannaturale, come tanti ce ne sono. Oggi forse sarebbe un ricercatore new age o un viaggiatore da zaino in spalla. È un personaggio certamente estremo, nel quale anche noi possiamo proiettare il nostro impulso di avventura. Giovanni Zambito.


SINOSSI - Il giovane Lucio, apprendista mago, dapprima trasformato per errore in asino e poi, attraverso una serie di  peripezie, incontri e racconti con maghi, briganti, dee ed animali fantastici, verrà poi restituito alla natura umana grazie all’intervento della dea Iside.Nel mezzo del viaggio il nostro eroe si imbatterà nel racconto di Amore & Psiche, che riproduce in versione di favola esoterica l’intera vicenda e ne svela allo spettatore il carattere iniziatico.  Le “Metamorfosi” di Apuleio in un’appassionante avventura on the road, una versione corale e musicale, che si rivela allegoria del percorso spirituale dell’uomo, da bestia ad angelo. La natura, l’architettura, la musica, gli attori, tutto viene amalgamato e trasformato attraverso una fruizione sinestetica, grazie alle magiche vicende narrate da Apuleio e alle performance degli attori.Come in Edipo la vera colpa di Lucio è la sua smania di sapere, quella curiositas, per cui non arretra di fronte a nessun pericolo. Ciò che Lucio vuole imparare dalla maga Panfile - asservire al proprio potere le forze naturali e divine - è la più tragica hybris nella quale possa incorrere una creatura umana, sprofondando in esperienze degradanti che lo portano a conoscere una realtà di dolore, violenza e perversione. Ma lontano dai toni tragici dell’eroe di Sofocle, Lucio trova invece la sua espiazione attraverso la farsa, la commedia buffonesca, la mescolanza di alto e basso, sublime e  immondo.
Al Teatro Arcobaleno (Centro Stabile del Classico)
Via Francesco Redi 1/a
dal 12 al 22 Ottobre 2017
giovedì, venerdì e sabato ore 21,00 -  domenica ore 17,30
La CompagniaEranos
presenta
L’ASINO D’ORO
di Lucio Apuleio
ovvero le metamorfosi
regia Francesco Polizzi
Con Francesco Polizzi, Giancarlo Commare, Alessandra De Rosario, Francesca Dinale, Martin Loberto, Vincenzo Iantorno
Musiche Francesco Accascina-Trucco Ketty Romano
TEATRO ARCOBALENO (Centro Stabile del Classico)
Via F. Redi 1/a - 00161 Roma
Tel./ Fax 06.44248154 - Cell. 320.2773855
e-mail: info@teatroarcobaleno.it - sito: www.teatroarcobaleno.it

Fattitaliani

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