Aldo Gallina in arte JONA a Fattitaliani: ogni opera deve essere colma di ispirazione. L'intervista

Aldo Gallina in arte JONA, pittore, scultore, poeta, artista poliedrico, si racconta. Intervista di Andrea Giostra.

Aldo Gallina, in arte “Jona”, nasce a Soncino (CR) il 26 dicembre 1969, dove frequenta gli studi di grafica editoriale. Già da allora è forte in lui il desiderio di creare ed esprimere il suo talento attraverso varie forme artistiche quali la poesia, la musica, la pittura. Amante della natura, spesso vi si immerge per trarne ispirazione. Nel 1987 inizia a comporre canzoni per poi perfezionare la tecnica vocale al conservatorio Giuseppe Nicolini di Piacenza. Lavorerà per anni come corista lirico nei più importanti teatri italiani. Nell’estate del 2015, dopo anni di ricerca artistica e sperimentazioni, inizia la sua carriera di artista poliedrico tramite una serie di concerti come cantautore abbinata all’esposizione delle proprie opere pittoriche, scultoree e di design. Nel 2015 pubblica il suo primo libro di poesie, “Angeli Udibili”, presentandolo in diverse città e promuovendolo attraverso partecipazioni a programmi televisivi. Collabora con musicisti affermati, ideando spettacoli multimediali di poesia, musica, video-proiezioni. Dal 2015 al 2017 partecipa a prestigiosi Reading Poetici in Italia, esponendo le sue opere in importanti mostre nazionali e internazionali.

Benvenuto Aldo e grazie per avermi concesso questa intervista, che sarà più una bella chiacchierata. Vado alla prima domanda. Ti ricordi quando hai deciso di fare l'Artista? Che età avevi? Cosa pensavi allora, da ragazzino sognatore, del mondo dell’Arte?

Ho dei ricordi dell’adolescenza molto vivi e emozionanti che riguardano il pulsare della mia creatività. I miei giochi preferiti erano quelli dove si poteva creare, costruire, immaginare scenari fantastici.
Crescendo, verso i 18 anni, ho iniziato a scrivere testi di canzoni e melodie, cominciando a compiere i primi passi nel mondo della musica, della poesia, dello spettacolo, speranzoso un giorno di poter far diventare questa mia passione anche un lavoro e uno stile di vita. La pittura è proseguita in parallelo a quella musicale, però sempre in un modo secondario, solo come mia esigenza di esprimere le mie emozioni in un altro modo. Invece la scultura e la poesia sono state una conseguenza naturale della mia crescita artistica e spirituale che si è concretizzata però in la negli anni.

Jona, io penso che oggi l’Arte debba riappropriarsi dell’importante ruolo che ha avuto nella storia della cultura occidentale a partire dagli antichi greci. Un po’ come sosteneva Aristotele, per esempio, nel Protreptico o Esortazione alla filosofia del 350 a.C.: «Chi pensa sia necessario filosofare deve filosofare e chi pensa non si debba filosofare deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l'addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui». Per dirla con Serge Latouche, penso che l’Arte oggi debba recuperare la sua nobile funzione culturale, etica e morale, abbandonando la “gabbia” commerciale da obsolescenza programmata dove i cinici mercanti d’arte l’hanno rinchiusa. Qual è la tua prospettiva di artista rispetto a questi concetti che ho introdotto?

Sono d’accordo. Chi ha la fortuna di avere questa spinta creativa credo abbia il dovere di fare arte alta, nel senso che qualsiasi opere o scritti devono essere colmi di ispirazione. Se si cede a produrre solo per un discorso economico, stiamo parlando di commercio e non di qualcosa che può veramente toccare le anime e elevare il pensiero umano.

Saprai bene che nel mondo dell’Arte ci sono moltissimi giovani talenti che purtroppo non riescono ad esprimersi in questa società, pur avendo studiato nelle migliori scuole, perché il mercato dell’Arte è gestito prevalentemente da cinici mercanti d’arte e da affaristi che non hanno cura del talento ma solo del potenziale business. Da questo punto di vista accade spesso che questi giovani artisti vengano “schiavizzati”, con compensi irrisori, da “Grandi Artisti” che li trasformano in cosiddetti “Nigger”, fenomeno molto diffuso nei paesi anglosassoni (U.S.A., Inghilterra, Australia), ma adesso anche in Europa, e in Italia da un po' di anni a questa parte. La parola “Nigger”, lo saprai certamente, è il termine che nelle colonie americane del '600 veniva usato per indicare gli “schiavi”! Ed oggi, con un'accezione neo-realista, questo termine si ripropone soprattutto nel mondo della letteratura, della pittura e della scultura: non sarebbe mai possibile che certi autori scrivano e pubblichino due-tre libri-mattone ogni anno; oppure che Artisti delle arti figurative, realizzino centinaia di Opere ogni anno! Ma questa è un'altra storia che magari potremmo trattare in un'altra intervista! Comunque sia, quello che voglio chiederti è: Quando eri un giovane artista hai mai ricevuto questo genere di proposta? E insieme: Cosa pensi di questo brutto fenomeno del mondo dell’Arte che sta sempre più dilagando a livello planetario?

Bisogna distinguere l’arte da un discorso prettamente commerciale. Fortunatamente sono sempre stato fuori da queste dinamiche, sono sempre stato una persona che ha messo come priorità il fatto di essere libero di esprimermi senza avere delle pressioni da parte di nessuno, senza vincoli contrattuali. Se mai dovesse succedere farò in modo che ci sia un equilibrio morale e economico in queste collaborazioni artistiche e lavorative.

Oggi il mondo dell’Arte è invaso da tantissimi “critici-professionisti” che a mio modo di vedere spessissimo sono delle persone che non capiscono nulla e che spesso sono mossi da una sorta di “movente” quale quello che descrive benissimo Sigmund Freud nel suo saggio «“Coloro che soccombono al successo” (1916) … altrui» aggiungo io; e che il grandissimo genio pittorico di Jean-Michel Basquiat (1960-1988) descrive con queste parole: «Non ascolto ciò che dicono i critici d'arte. Non conosco nessuno che ha bisogno di un critico per capire cos'è l'arte.» Tu cosa ci dici in proposito?


Credo che un critico serio, che organizza e cura mostre o eventi culturali, abbia il compito importantissimo di fare una accurata selezione degli artisti. Poi spesso vengono proposte situazioni espositive in location magari molto prestigiose ma dove c’è un numero infinito di artisti partecipanti. Come può un visitatore approfondire la conoscenza dell’artista che espone un’opera se ha l’ansia di non riuscire a vedere tutte le opere. Quindi preferisco fare meno mostre di quel genere e concentrarmi in poche mostre ma curate meglio e dove l’artista può essere veramente conosciuto e apprezzato.

Sigmund Freud ha scritto diversi saggi sull’Arte … lo saprai di certo! Ma il concetto basilare era sempre lo stesso: «L’Arte è l’espressione più poderosa del profondo dell’animo umano. Attraverso l’espressione artistica possiamo sapere chi siamo veramente dentro la nostra anima!» Non è proprio una citazione! Ma è quello che ne ho tratto io da tutte le letture freudiane fatte sui temi dell’Arte, che in un certo qual modo riprende il grande genio d’Arte contemporanea Jackson Pollock (1912-1956) con queste parole: «Tutti noi siamo influenzati da Freud, mi pare. Io sono stato a lungo junghiano. La pittura è uno stato dell'essere. La pittura è una scoperta del sé. Ogni buon artista dipinge ciò che è.» Qual è la tua opinione in proposito per quella che è la tua esperienza di grande e affermato Artista contemporaneo?

Ogni opera che realizzo, ogni poesia che scrivo, nasce da un concetto importante di cui ne divento profondamente consapevole. Prima di arrivare a questo c’è però una continua ricerca, una curiosità di capire sé stessi, la vita, i comportamenti dell’essere umano e come una persona possa arrivare a fare azioni di un altruismo smisurato oppure rendersi colpevole di atrocità tremende.

Sai della mia grande passione adolescenziale per la letteratura russa, ed in particolare per Fëdor Michajlovič Dostoevskij (1821-1881) del quale ho letto tutto, che considero il vero padre della psicologia del profondo e che ispirò tantissimo Sigmund Freud nel concepire la psicoanalisi. Uno dei romanzi di Dostoevskij che amo di più è “Delitto e Castigo” (1886), dove si possono leggere queste parole: «Se avessi voluto aspettare che tutti fossero diventati intelligenti, sarebbe passato troppo tempo...Poi ho capito anche che questo momento non sarebbe arrivato mai, che gli uomini non cambieranno mai e che nessuno riuscirà a trasformarli e che tentar di migliorarli sarebbe fatica sprecata!». Dall’altra parte dell’Europa, a Palermo, sul grande frontale del Teatro Massimo, aperto al pubblico nel 1897, è incisa questa frase: «L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire».
Qual è la tua riflessione leggendo queste due bellissime frasi?

L’arte che nasce dall’ispirazione profonda, ci destabilizza, va a toccare le varie personalità del nostro carattere, ci ricorda che in noi vi è il male e il bene, sviluppare la parte migliore di noi, che è protesa verso un’armonia cosmica, è il nostro compito evolutivo. Quindi l’arte è il sentiero da percorre, da seguire, per arrivare a quel passaggio estremo con la certezza di non aver vissuto invano e di aver sparso durante il cammino tanto bene.

Sai bene che in qualsiasi professione non basta il talento, ma per diventare veri professionisti serve apprendere le tecniche di lavoro e tanta disciplina nell’imparare ad utilizzare i “ferri del mestiere”, un po’ come si faceva nel Rinascimento italiano con i cosiddetti Maestri d'Arte. Qual è stato il tuo percorso formativo, professionale e artistico da questo punto di vista?

Il mio percorso artistico formativo è pressoché inesistente, sono un’autodidatta in tutto quello che faccio di artistico. Credo che da un certo punto di vista sia una fortuna perché sono stato contaminato marginalmente. Imparare le tecniche comunque è molto importante, in base alle necessità o ostacoli che mi trovo ad affrontare, indirizzo le mie energie nell’approfondirle e nel studiarle, ma non è mai stata una mia priorità ho trovato sempre molto più divertente sperimentare tecniche istintive.

Chi sono stati i tuoi Maestri d'Arte che ami ricordare?

Ho una grandissima ammirazioni per Leonardo Da Vinci...

Chi sono stati, e chi sono, i tuoi modelli di Artista ai quali ti ispiri? Se ci sono, quali e perché?

Mi piace l’arte a 360 gradi. Non ho artisti preferiti. Mi sento molto vicino agli impressionisti, anche se non ho mai provato o cimentato a dipingere in quel modo. Amo che l’arte mi entri a livello inconscio, come una anfora lascio che entri e poi si trasformi in altre forme, altre immagini da plasmare e rendere visibili nel mondo reale attraverso le varie forme espressive che ho a disposizione.

A cosa stai lavorando adesso, Jona? Vuoi raccontarci qualcosa in anteprima delle tue prossime Opere e delle tue produzioni? Dove potranno vederle e quando i tuoi follower e i nostri lettori?

I prossimi mesi saranno ricchi di impegni molto gratificanti.
Il 15 novembre 2017, presso l’Ufficio d’Informazione a Milano del Parlamento, parteciperò ad un evento organizzato dalla Scrittrice Ketty Carraffa dove esporrò la mia scultura contro la violenza sulle donne e reciterò delle mie poesie tratte dal libro “Angeli Udibili”.
Dal 24 al 30 novembre 2017 sempre a Milano nello spazio espositivo SPAZIO PORPORA, farò una bella mostra bi-personale a Milano in compagnia della brava pittrice Maria Patrizia Epifania e la talentuosa flautista Elena Cecconi con la quale mi esibirò proprio nella serata inaugurale del 24 novembre con un nostro momento di poesia e musica
Sempre a novembre uscirà il mio nuovo libro di poesie “Relitti di debole luce”, e avrò l’onore di avere la prefazione a cura della bravissima scrittrice Caterina Guttadauro La Brasca.
La seconda settimana di dicembre 2017, invece, sarò con un mio dipinto nella sede prestigiosa del Parlamento Europeo a Strasburgo. La mostra sarà curata dalla Baronessa Maria Lucia Soares.


Adesso, Aldo, se ti fa piacere, descrivici qualcuna delle tue Opere che i nostri lettori potranno ammirare con una foto che allegheremo a questa intervista!

Tendenzialmente le mie opere trattano di temi sociali, quasi un voler esprimere la mia opinione su tante tematiche molto toccanti per la mia sensibilità.
Alcuni dei temi trattati sono l’anoressia, la lotta contro il fumo e la violenza sulle donne.

Se dovessi raccontare cos'è l'Arte a due bambini di dieci anni, con parole semplici e comprensibili a qualsiasi bambino di quell' età, cosa diresti loro per far capire questo mondo duro, difficile, ma al contempo incantato se visto dall’esterno da spettatori e da appassionati d’Arte?

A dei bambini gli spiegherei l’arte dicendogli che sono le immagini che vedono nella loro mente quando giocano con le bambole o con le macchinine, ma disegnate sulla tela, o plasmate con le mani nelle forme che desiderano. E aggiungerei dicendogli che se riescono a mantenere viva quella fantasia anche da grandi il mondo che dovranno affrontare sarà sempre bello anche se ci saranno i problemi.

Se invece ti venisse chiesto di spiegare cos’è la cultura cosa diresti?
Oggi questo termine è molto abusato, spesso impropriamente e con molta leggerezza, allora ho pensato che chi fa arte, che dal mio punto di vista crea cultura e crea bellezza, è la persona più adatta per darne una spiegazione frutto della sua esperienza professionale e umana insieme.
Tu come lo spiegheresti questo concetto così importante?

Vediamo … potrei pensare adesso a una definizione poetica: La cultura è una mano amica protesa che ci sorregge e contrasta la tendenza umana di sprofondare nello squallore della superficialità e indifferenza.

Se dovessi scegliere un colore tra il rosso e il blu, quale sceglieresti? E perché?

Qualche anno fa avrei detto il blu perché ricorda la profondità del cielo, il guardarsi dentro. Ora, l’ardore che provo è forte, la voglia di fare, di contribuire attivamente a cambiare qualcosa tramite le mie azioni, mi rende più vicino al rosso.

Adesso, Jona, per finire la nostra bellissima chiacchierata voglio farti una domanda che io amo molto: qual è il Tuo sogno nel cassetto che fin da bambino ti porti dentro e che oggi vorresti realizzare?

Il mio sogno nel cassetto è di uscire da quel cassetto e crearmi le condizioni per sentirmi finalmente un uomo libero.

Grazie Aldo per la tua disponibilità sottratta ai tantissimi impegni di lavoro che hai. Spero che questa chiacchierata sia piaciuta anche a te. Non mi resta che darti il mio … in bocca al lupo! … e alla prossima intervista.

Ti ringrazio Andrea queste tue domande hanno contribuito ancora una volta a capire qualcosa in più su me stesso e spero di aver dato qualche spunto riflessivo di crescita ai lettori. W LA VITA!

Per chi volesse sapere di più su Aldo Gallina-JONA, ecco alcuni link:

ANDREA GIOSTRA
https://andreagiostrafilm.blogspot.it
https://business.facebook.com/AndreaGiostraFilm/
https://www.facebook.com/andrea.giostra.37 
https://www.facebook.com/andrea.giostra.31
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