Il rito del thè: piccolo excursus sulle origini, dove viene coltivato e i luoghi cult dove degustarlo a Roma

di Andrea Giostra e Ester Campese - Ricavato dalla legnosa pianta della famiglia delle “Camellia Sinensis” e di origine cinese, il thè è a buon titolo tra le bevande più antiche e consumate sulla terra, seconda solo all’acqua. Il rito con cui si prepara vanta una storia antichissima che risale a più di 5.000 anni fa.

Usato inizialmente come medicinale in Cina, furono poi i monaci buddhisti che contribuirono alla sua diffusione, utilizzandolo come bevanda rituale e tonico.
La pianta del thè oggi viene coltivata in tutti i continenti, soprattutto in zone tropicali o subtropicali e in terreni acidi e impermeabili dove il clima umido, il sole e l’abbondante pioggia ne favoriscono lo sviluppo.
Sono la Cina, l’India ed il Giappone i maggiori produttori di thè al mondo, ma questo viene coltivato anche in regioni molto più a nord, come la Cornovaglia (luogo del mito di Re Artù) dove il visconte di Falmouth, nelle sue piantagioni, coltiva la qualità del tè di Tregothnan, favorito da un microclima pressoché identico a quello della regione Indiana del Darjeeling dove invece si coltiva il sopraffino thè nero soprannominato “lo Champagne dei thè”. Troviamo coltivazioni anche negli Stati Uniti ed in Italia.
Proprio l’Italia è posizionata al secondo posto in Europa come produttore di thè attraverso le piantagioni di Sant’Andrea di Compito, in provincia di Lucca, in cui ben tre sono le diverse varianti di thè coltivate: quello verde, il thè semi-fermentato ed il thè nero.
Il rito del the a Roma: poiché il thè ancora oggi rappresenta un piccolo rito, è suggestivo regalarsi una tantum una gradevole esperienza che ripercorra le atmosfere old english, anche se talvolta un po’ expensive. Nel seguito vi suggeriamo alcuni dei luoghi cult a Roma dove degustare una buona tazza di thè.
Da “Babington’s”: fondata da due signorine inglesi: Isabel Cargill e Anna Maria Babington, che inaugurarono la nota sala da thè, nel 1893, per ospitare i numerosi anglosassoni presenti nella Capitale.
Babington’s, in Piazza di Spagna, ancora oggi è gestita dai discendenti di Isabel Cargill e si trova a poco più di dieci passi, ai piedi della famosissima scalinata di Trinità dei Monti.
Stampe e mobili d’epoca arredano gli interni in cui è presente anche un camino, acceso nelle giornate dell’inverno. In questa prestigiosa sala da thè troviamo oltre 100 varietà di questo infuso oltre che tazze e teiere, acquistabili direttamente in loco.
A pochi passi, sempre in Piazza di Spagna, ma alla sommità della Scalinata di Trinità dei Monti possiamo degustare un rilassante thè al “Salone Eva” all’interno dello storico Hotel Hassler. Vi attenderà un’ospitalità lussuosa e un’atmosfera raffinatissima, ideale per degustare un thè pomeridiano con pasticcini fatti in casa. In questo santuario del lusso potrete anche approfittare in un orario più tardivo di una cena romantica o uno spuntino post teatro. Avrete come complice l’accompagnamento della musica dal vivo suonata da un pianista.
In un luogo inaspettato di Roma tra Prenestino e Labicano, nella principale via dell’omonimo quartiere, “Il Pigneto”, troviamo un altro santuario del thè: il British Corner. Qui non cambia l’atmosfera, sempre garantita e affascinante che riproduce le tea room inglesi, in cui troverete bellissimi servizi da tè fine Ottocento-primo Novecento, acquistati dai proprietari, man mano, da un gigantesco mercato di Oxford.
Altro punto apprezzabile il “cheap price” che lo rende molto più abbordabile.
Oltre ai thè è possibile sorseggiare anche gli infusi preparati con fiori, spezie ed erbe ed inventati dai titolari, mentre gli scones e i biscottini al burro sono importati proprio dall’Inghilterra.

ESTER CAMPESE

ANDREA GIOSTRA
Fattitaliani

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