Dio non va in vacanza

In estate la città si svuota, spariscoo i rumori violenti, le file ai semafori, i negozi sono serrati con affissa la sola comunicazione del rientro dalle ferie. D’immutato c’è il sole che ci attanaglia con la sua calura.
Eppure, anche vuota, la città ha il suo fascino. Chi non parte, ad esempio gli anziani, possono fare una camminata con tranquillità, senza spintoni, fermandosi a riposare o a conversare con conoscenti che si incontrano lungo la strada. La sera, chi ne ha voglia, può sedersi in Piazza Maggiore e vedere un film famoso, restaurato, con attori ormai passati alla legenda. Sì, perché Bologna non si dimentica di coloro che non hanno mezzi e con iniziative come quella del “Cinema Ritrovato” mette in scena, dal vivo, spettacoli per grandi e piccini, dando loro la possibilità di sognare a costo zero. Poi mentre cammini ti ritrovi davanti a una chiesa, non una Cattedrale ma una piccola, di quartiere e ti viene, istintivamente, la voglia di fare un segno di croce. A me succede, entro, cerco l’acquasantiera ma è perfettamente asciutta. Il Prete sta dicendo Messa ad un pugno di fedeli. Le Messe, d’estate si riducono ad una al giorno, da celebrare comunque anche se c’è solo l’officiante. Del resto sono chiare le parole di Dio dette attraverso Matteo 18-20 che dicono: “Dove due o tre di voi sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.
In chiesa ci sono più statue che fedeli, un vecchio ventilatore a pale fa quel che può per alleviare un caldo infernale. La Chiesa non è una costruzione arricchita da simboli,  da statue ma è ciò che rappresenta: il raccoglimento, la preghiera, la voglia di ritrovare un Dio che non va mai in vacanza. La Chiesa è perciò di tutti, l’uomo agli occhi di Dio è un’anima da accogliere in questi luoghi di culto, a iniziare dai grandi santuari e finendo alle chiesette di montagna. Questo pensavo mentre la voce ferma a rimbombante di Padre Luigi dava la benedizione. I quattro fedeli uscirono, aspettai rispettosamente che il Prete ritornasse in sagrestia e che la perpetua spegnesse le candele accese. Tutto rimaneva fermo e uguale, Dio è sempre in ogni chiesa che è casa di tutti, ci ascolta e ci consola con la Sua misericordia, tutto ciò che Lui ci dona è frutto d’amore, non ha un costo e ci si chiede di essere solo dei buoni cristiani. Dopo quell’attimo di intensa religiosità che avevo vissuto, mi segnai ed uscii. Avevo dato alla mia anima ciò di cui aveva sete e compresi che la solitudine non è fuori di noi, ma è quando ci dimentichiamo o smarriamo certi valori come l’essere cristini, il bisogno di un segno di croce, di dire una semplice preghiera o più semplicemente parlare con parole proprie con Dio. Ero più leggera, avevo assolto ad un dovere che ora capivo era stato più un bisogno, potevo riprendere la passeggiata con una forza nuova che mi aveva regalato l’incontro con un vero e grande Amico.
Fattitaliani

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