Cinema, Fattitaliani consiglia "Genius" di Michael Grandage un film vero, poetico e crudele

Intrigante, interessante, coinvolgente, vero, poetico e crudele al contempo, brillante e ispirante insieme. Ecco cosa di getto mi viene di scrivere dopo la visione di questo bellissimo film, trascurato dalla cinematografia e dalla distribuzione italiana.
Forse perché la cultura è la protagonista assoluta? Non lo so e non lo sapremo mai! La cosa certa è che questo è un film da vedere per chi ama conoscere, sapere e vedere cosa si nasconde dietro i grandi narratori che hanno fatto la storia del XX secolo quali Ernest Hemingway (Guy Pearce), Francis Scott Fitzgerald (Dominic West), Thomas Clayton Wolfe (Jude Law), il “genio” del film di Michael Grandage, sceneggiato dall’ottimo John Logan.
Alla fine degli anni ’20 newyorkesi, Max Perkins (Colin Firth) è un brillante e tenace talent scout di giovani e sconosciuti scrittori, per la prestigiosa casa editrice Scribner's Son. Tra i suoi successi annovera già artisti e scrittori di fama mondiale quali Ernest Hemingway e Francis Scott Fitzgerald. Tra le mani di Max capita un manoscritto di un ancora sconosciuto e sconfortato Tom Wolfe, che tutte le case editrici della Grande Mela hanno rifiutato dopo una veloce e prevenuta lettura di un genere narrativo dirompente e originale, ma difficile da digerire all’inizio del ‘900. Inizia qui la storia vera, biografica e romanzata brillantemente nel film, del fruttuoso e fulminante connubio tra Max e Tom. La narrazione, ben ambientata e ottimamente sceneggiata, recitata da un cast di attori di altissimo livello, mette in luce il travaglio intellettuale, umano, spirituale e artistico, che noi appassionati di cultura e di lettura non possiamo vedere perché tutto aggrovigliato nel back stage delle creazioni artistiche ed intellettuali.
Il prodotto finito, il libro che compriamo e leggiamo, è solo il risultato di un travaglio sofferto e doloroso, di una disciplina talvolta mortificante, di un compromesso editoriale talaltra necessario, che pochi dei non addetti ai lavori conoscono, e che molti cosiddetti artisti italiani del XXI secolo neanche sanno cosa sia perché spesso sono il “risultato” di sottosuoli compromessi editoriali e di occulti potentati politici.
Tom deve scegliere tra l’arte e l’amore incondizionato, che è stato incoraggiante e protettivo, dell’affascinate ed elegante Aline Bernstein (Nicole Kidman). E a questo punto l’assioma di molte big star hollywoodiane sembra prendere il sopravvento: «to become a great artist you have to choose: either work or love». Ma è anche vero che il dolore e la sofferenza, il precipizio impietoso che talvolta sorprende inaspettato, spesso portano all’attaccamento impetuoso agli affetti più veri e sinceri che abbiamo apprezzato nella nostra vita … ma questo il lettore lo scoprirà vedendo il film che, senza dubbio alcuno, subito dopo la visione, lo trascinerà verso la prima libreria sotto casa per comprare ansante le straordinarie opere letterarie del genio Thomas Clayton Wolfe, come lo definì Max e come lo definì tutta la critica giornalistica internazionale di allora.
ANDREA GIOSTRA.
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Fattitaliani

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