Al Teatro Tor
Bella Monaca approda in prima nazionale MIA DOLCISSIMA CLARA, l’atto unico di
Giacomo Zito sull’ultima notte di Robert Schumann. Notturno fantastico per
trio.
Clara
Wieck è interpretata da Chiara Di Stefano, Giordano Bonini è il dottor Franz Richarz, e Giacomo Zito, che ne è anche autore e
regista, veste i panni di Robert Schumann che, ormai vicino al trapasso,
alterna sofferti spiragli di disperata lucidità al buio di una terrificante
follia.
La
musica è tutta di Robert Schumann, selezionata dal maestro Maurizio
D’Alessandro, una produzione Arteidea Eventi e Servizi.
Liberamente tratto da “Il Richiamo dell’Angelo”di Alessandro
Zignani – Florestano Edizioni, lo spettacolo racconta la morte di
Robert Schumann - considerato uno dei più grandi compositori del Romanticismo -
rimane avvolta nel mistero. Molti psichiatri hanno tentato le diagnosi più
disparate: sifilide, schizofrenia, psicosi maniaco depressiva. Le cartelle
cliniche furono fatte distruggere dai familiari dopo la sua morte, e ciò non fa
che alimentarne il mistero.
Ricoverato per più di due anni presso la clinica psichiatrica
di Endenich, Schumann
continua a indebolirsi, parla ormai a monosillabi. Clara, sua moglie, amorevolmente dedita a Robert fino al giorno del suo
ricovero, mette in luce una sorprendente freddezza: per oltre due anni non va a
trovarlo, e impedisce al marito di vedere i figli. Alla fine del luglio
1856 il dottor Franz Richarz, primario e proprietario della clinica, spedisce a
Clara un telegramma: «Venga in fretta, se vuole trovare suo marito ancora
vivo». Clara, figlia di Friedrich Wieck -
il maestro di Schumann - e considerata dai coevi la più grande pianista
d’Europa, accorre al capezzale del marito accompagnata dall’amico intimo
Johannes Brahms. Schumann morirà il giorno dopo.
Come disse Berlioz, Schumann era un uomo
«ossessionato dalla genialità».
Clara scrive che «nelle sue allucinazioni
gli angeli gli volteggiano intorno, offrendogli le più gloriose rivelazioni, e
tutto con una musica meravigliosa». Inoltre Schumann aveva coltivato la
convinzione di essere abitato da altre identità: Eusebio e Florestano, nomi con
cui spesso firmava i suoi scritti. Il 4 marzo 1854, dopo un controverso
tentativo di suicidio (gettatosi nel Reno, sarebbe stato ripescato
tempestivamente da alcuni marinai), Schumann venne ricoverato presso la clinica
di Endenich. La qualità delle cure prestate a Schumann è assai discutibile.
Inoltre era un famoso ipocondriaco: si raccontava che la sua stanza
assomigliasse a una farmacia, e che assumesse molte sostanze, in particolare il
mercurio, che potrebbe essere stato un co-fattore, insieme all’alcool, al
tabacco e all’ipertensione, nel favorire una patologia cerebrale. Schumann era
un forte bevitore anche perché aveva notato che l’alcool intensificava le
allucinazioni acustiche che erano spesso alla base delle sue composizioni.
Integrava l’alcool con caffeina e sigari forti per raggiungere uno stato di
euforia emotiva e di aumentata sensibilità. Schumann fu dunque un uomo di
sensibilità raffinata, ma con un’ambizione e una motivazione oltre i limiti
della ragione. Nonostante la cattiva salute e i disturbi mentali, raggiunse
attraverso la sua musica quel riconoscimento duraturo che aveva tanto bramato.
Clara, desiderosa di assumersi il ruolo
di vestale artistica del marito e di preservarne la memoria futura, giunse al
punto di distruggere la partitura della Terza sonata per violino e pianoforte e
le Romanze per violoncello e pianoforte, perché - a suo dire - già guastate dal
tarlo della follia. Fortunatamente è giunta fino a noi la partitura di quel
meraviglioso lavoro che è il Concerto per violino, anch’esso nelle mire
distruttive della Wieck.
Sabato ore 21- domenica ore 18
Teatro Tor Bella Monaca
via Bruno
Cirino, all'angolo di viale Duilio Cambellotti con via di Tor Bella Monaca
Info e prenotazioni
Prenotazioni: tel 06 2010579
Botteghino: feriali ore 18-21.30, festivi ore 15-18.30
Ufficio promozione: ore 10-13.30 e 14.30-19
Biglietti
Intero 10 euro
Ridotto 8 euro
Ufficio stampa
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