Lidia
Laudani è una modella, presentatrice, manager di spettacoli, giovane
artista che ha una passione viscerale per l’Arte, per lo
Spettacolo, per la Moda, per tutto ciò che è Creatività e
Bellezza. Oggi Lidia è con me per fare una bella ed interessante
chiacchierata sulla sua vita artistica, sulle sue esperienze
professionali, e sul concetto d’Arte che ha maturato in tutti
questi anni di lavoro; perché Lidia ha iniziato giovanissima proprio
perché la passione l’ha quasi trascinata in questo mondo incantato
che tutte le ragazze del mondo sognano e del quale vorrebbero far
parte. Lidia ci racconterà, a mani basse, tutto quello che i suoi
tanti fan, i suoi ammiratori, i suoi follower, non hanno mai sentito
raccontarle!
Ciao
Lidia, Benvenuta. Grazie per avermi concesso questa intervista, che
come ben sai sarà una chiacchierata che faremo in questo bel caffè
al centro della Tua città. Ho fatto una breve presentazione perché
vorrei che fossi Tu a presentarti meglio ai nostri lettori. Ed
allora, per quel che riguarda la tua presentazione, ti faccio due
domande apparentemente contrastanti, ma assolutamente complementari.
Chi
è la “Donna-Lidia-Laudani”?
Ciao
Andrea, ti ringrazio davvero per questa intervista perché dalla
breve chiacchierata che abbiamo fatto insieme ho avuto modo di
conoscerti meglio e non posso far altro che complimentarmi con te per
la tua grande professionalità ed intelligenza.
Detto
questo provo a rispondere a questa tua prima domanda, ma credimi è
davvero difficile per me, perché ho una personalità molto complessa
ed articolata. Sono moglie, sono mamma, sono, o almeno ci sto
provando con molto impegno, molto professionale nel mio lavoro,
proprio perché, nei limiti delle mie capacità, voglio migliorarmi
sempre e continuamente.
Sono
una donna forte, seppur nelle mie fragilità, sicura nelle mie
insicurezze, semplice, ma estremamente complicata, seria, ma sempre
sorridente, sono grande, o meglio, sto crescendo senza mai
abbandonare la bambina che c’è in me, perché la bambina che ero
non la voglio deludere, perché è grazie a lei se sono la donna di
oggi.
Sono
dolce, educata e gentile, ma guai a mancarmi di rispetto o a toccare
le persone a me care. Sono determinata, e se punto ad un obiettivo
devo raggiungerlo; ma non ho fretta, un piccolo passo ogni giorno, ho
i miei tempi ed è importante rispettarli, la fretta è la peggior
nemica.
È
proprio così Lidia, la fretta è il miglior alleato delle cose fatte
male! Io amo dire sempre ai miei collaboratori o ai miei colleghi:
“No Stress! No Rush!” … proprio per quello che dicevi tu. Mai
lasciarsi prendere dallo stress, né dalla fretta. Si rischia di
perdere di vista l’obiettivo che ci siamo posti, dando campo alle
emozioni che scaturiscono dall’ansietà e dalla preoccupazione di
non farcela.
Ma
adesso passiamo all’altra domanda. Chi
è, invece, la “Donna-Lidia-Artista”?
Lidia
artista sono semplicemente io che metto me stessa in ciò amo e
grazie a questo professione sto imparando a conoscermi meglio. So di
dover imparare molto, sono umile e pronta ad ascoltare consigli e
suggerimenti da chi ha più esperienza di me, perché il mio
obiettivo non è superare gli altri, ma superare me stessa.
Lidia,
conoscerai benissimo un’antica credenza secondo la quale “la
fotografia ruba l’anima”.
Oliviero Toscani, che di fotografia un po’ se ne intende
(sorrido!), in un’intervista (2016) rilasciata ad Assisi presso il
Convento di San Francesco dov’era in visita, ha detto che «Forse
è per questo che tante persone che sono troppo fotografate rischiano
di diventare vuote dentro. Tante top model, tanti uomini famosi sono
vuoti»,
la fotografia, continua Toscani, di fatto ruba «il
luogo della libertà, l’energia che ci fa vivere e andare avanti»
e quindi, da questa prospettiva, chi scatta una foto deve sentirsi
addosso una responsabilità pesante come un macigno. «La
responsabilità
– sostiene Toscani – è
nel capire che la fotografia ritrae le persone per quello che sono.
Per questo bisogna stare attenti a documentare con serietà. Io posso
dire che mi domando sempre se ho sufficienti cultura e capacità per
raccontare e testimoniare il tempo che sto vivendo».
Tu,
Lidia, sei una Modella e di shooting fotografici, di shooting moda e
di scatti da fotografi professionisti ne avrai ricevuti a migliaia.
Quello che sostiene Toscani, secondo me, è una grande verità! Ma
Tu, che vivi dall’altra parte dell’obiettivo questa esperienza,
cosa vedi dalla prospettiva “filosofico-umanistica” del Toscani
grandissimo fotografo contemporaneo, che per certi versi dice
qualcosa di inquietante?
Dice
il vero, io in ogni scatto ci metto l’anima, e mi viene naturale
farlo. Per la buona riuscita di uno scatto non basta essere belli,
anzi, forse non serve essere belli esteriormente, parte tutto da
dentro, dall’anima appunto. In ogni scatto io “sono presente”,
ogni scatto, ogni singolo scatto io lo sento davvero. Non è la
fotografia che ha bisogno di me, sono io che ho bisogno di lei. Nella
vita di tutti i giorni sono sempre di corsa, ma quando scatto il
tempo sembra fermarsi, quella frazione di secondo diventa per me
positivamente eterna, quello scatto di un secondo racchiude
un’infinità di attimi e di emozioni che rimarranno immortalati per
sempre. Ed è anche questo che amo della fotografia che in un tempo
brevissimo intrappola per sempre un’infinità di brevi ma infinite
sensazioni. Fotografia non è mettersi in posa e farsi fotografare,
fotografia è esprimere sé stessi senza l’utilizzo della parola, a
volte le parole non servono.
E’
proprio così, Lidia, mi piace quello che hai detto, anche perché
secondo me corrisponde al vero ed è proprio questo l’approccio che
una foto-modella deve avere quando posa davanti ad una macchina
fotografica.
Sappiamo
tutti, Lidia, che vivere nel mondo dello Spettacolo in genere –
moda, cinema, TV, etc... - soprattutto all'inizio della carriera non
è facile per nessuno e spesso bisogna accettare i compromessi che ti
vengono proposti; oppure non accettarli. In genere questi fatti sono
dei “must” … che accadono a tutti gli artisti, senza
distinzione di sesso o ceto sociale! Tu come hai vissuto questa
questione? Come hai reagito, Lidia, e cosa hai fatto quando per la
prima volta nella tua carriera ti è stato presentato un
“compromesso” per ottenere un lavoro, una parte, un ruolo?
Partiamo
dal fatto che io non voglio vivere nel mondo dello spettacolo, non
amo le luci sempre accese, sono molto riservata e tutto il tempo
libero mi piace trascorrerlo a casa mia in famiglia. Non
fraintendermi, questo non significa che io sia asociale, anzi, sto
bene in compagnia, ma ho bisogno dei miei spazi, di casa mia.
Fotografia, arte, cinema, sono passioni importantissimi e voglio che
facciano parte della mia vita professionale, ma come passione
tradotta in lavoro, non come divertimento, feste, o altro. Detto
questo, per rispondere alla tua domanda, credo che bisogna avere le
idee chiare su cosa si vuole, ma soprattutto su cosa non si vuole
fare. Io non ho nessuna fretta di arrivare da nessuna parte, né
tanto meno di scendere a compromessi. Voglio imparare e godere di
ogni piccolo traguardo che riesco a raggiungere per le mie capacità,
non sopporto chi tenta di comprami con facili illusioni o chi mi fa
perder tempo con parole o con i bla bla bla! (sorride!). I
compromessi sono all’ordine del giorno anche in altri ambiti e per
altri lavori al di fuori del mondo dello spettacolo, succede molto
frequentemente. Io cerco di evitare questa categoria di sedicenti
“professionisti” che ti propongono sogni impossibili!
Molti
Artisti che ho intervistato sostengono che “non
arrendersi mai e guardare sempre avanti e mai indietro!”
è quello che deve fare un Vero Artista. Tu cosa ne pensi di questa
frase, che di fatto rappresenta una sorta di incitamento a credere
nel proprio talento, nelle proprie ambizioni, nell’Arte che si
vuole esprimere al di là di tutto, al di là degli inevitabili
ostacoli che si incontreranno nella vita, e quindi anche nella
professione?
Non
bisogna mai arrendersi questo è vero, ma a volte fermarsi un attimo
e fare mente locale di ciò che si è fatto non credo faccia male; un
piccolo rewind
del proprio percorso, per non dimenticare chi e da dove sei partito,
è sempre utile farlo. Non bisogna pentirsi delle scelte fatte in
passato perché se in quel momento ci sembravano giuste,
probabilmente lo erano davvero, perché anche gli errori sono utili,
anzi, indispensabili per migliorarci. “Non arrendersi mai, guardare
avanti e migliorarsi sempre” questo è il mio motto. A volte
guardare indietro può aiutarci a non commettere più certi sbagli,
quindi può essere utile.
Il
concetto che ti esporrò adesso, Lidia, per me è molto importante
per comprendere la natura interiore di un’Artista, di un
Professionista, di una Donna o di un Uomo in generale. Allora chiedo
conforto allo straordinario e incisivo discorso tenuto ai giovani
studenti inglesi della “Harrow
School”
di Londra dov’era andato per una visita istituzionale, e dove da
giovane era stato uno dei suoi allievi come allora lo erano quei
ragazzi ch’era andato ad incontrare; discorso tenuto
da uno dei più Grandi Statisti della storia dell’uomo di tutti i
tempi, che a questi ragazzi, orgogliosi ed entusiasti della vita, che
lo incitarono ripetutamente e a gran voce a parlare, disse: «The
pessimist sees the problems in every opportunity. Whereas the
optimist sees the opportunity in every problem … Never give in,
never give in, never, never, never, never; in nothing, great or
small, large or petty; never give in except to convictions of honor
and good sense».
Winston Churchill (1874 – 1965), discorso tenuto il 29 ottobre 1941
agli studenti della “Harrow
School”
di Londra. («Il
pessimista vede i problemi in ogni opportunità. Invece l’ottimista
vede l’opportunità in ogni problema … Non
arrenderti mai. Non arrenderti mai. Mai, mai, mai, mai; in niente,
grande o piccolo, importante o insignificante. Non arrenderti mai, se
non di fronte ai tuoi principi o al buon senso.»).
Ascoltando
queste parole, Lidia, qual è la tua prospettiva? Cosa hai da dirci?
Qual è il tuo pensiero alla luce della tua esperienza artistica e
professionale?
Come donna e
come artista sono molto maturata nel corso degli anni ed ho imparato
che più si è positivi, più le situazioni ci appaiono favorevoli,
anche quelle più difficili. In passato mi preoccupava più il
pensiero stesso di un’attività da realizzare, la paura può
sabotare la nostra vita e farci credere di non poter fare qualcosa.
Il segreto è restare aperti e pronti ad accettare anche la
sconfitta, cercare di trarre un insegnamento dagli errori ed
affrontare con serenità anche le situazioni apparentemente più
difficili. Nel momento stesso in cui si affronta una determinata
situazione si scopre di essere più preparati di quanto si
immaginava. Qualche volta bisogna rallentare, proseguire secondo le
proprie capacità per riuscire a vedere la paura emergere e poi
dissolversi lentamente. È importante cercare di essere felici
nonostante tutto, a prescindere dai fattori esterni. È allora, solo
allora che si riuscirà a trarre il meglio anche delle situazioni
sfavorevoli. In passato mi è capitato di rinunciare a dei contratti
di lavoro per paura di fallire. Oggi invece so che comunque vada sarà
un tassello in più, un arricchimento per la mia crescita, comunque
vada sarà un successo (sorride!).
Lidia,
avrai sicuramente letto qualcuna delle mie interviste e saprai che
sono un appassionato di Fëdor Michajlovič Dostoevskij, che secondo
me è il più grande scrittore del profondo dell'animo umano della
storia dell'Uomo. In uno dei suo romanzi più noti, “Memorie
dal sottosuolo”,
pubblicato in Russia nel 1864, ad un certo punto del racconto scrive
della “Teoria
dell'Umiliazione”.
Negli anni novanta alcuni ricercatori americani, studioso del
comportamento umano e della psiche dell’uomo, ne prendono spunto
per elaborare una teoria psico-dinamica che sinteticamente possiamo
tradurre con queste parole: «Sono
più le umiliazioni che subiamo nella nostra vita a farci crescere
umanamente e spiritualmente e a farci vivere meglio. Sono le
umiliazioni che subiamo che ci insegnano a sbagliare sempre meno. Si
impara dalla propria esperienza di vita e dai propri errori,
soprattutto quando sono gli altri a farceli notare e magari ridono
apertamente di noi!».
Ogni
uomo e ogni donna, nella sua crescita di vita e nella sua carriera
professionale, subisce certamente delle umiliazioni che lasciano
sempre un segno soggettivo, profondo ed importante al contempo per
diventare più forti e più consapevoli delle proprie qualità e dei
propri limiti. Nella tua carriera artistica, Lidia, le tue
“umiliazioni professionali” - se così possiamo definirle! -
soprattutto quelle giovanili, Ti hanno lasciato dei segni che ti
hanno dato più forza e più determinazione per proseguire il tuo
percorso professionale e per farti diventare quell'Artista che sei
oggi con le tue certezze e con la tua preparazione e competenza?
Onestamente
non credo che siano le umiliazioni a farti crescere o a spronarti,
anzi, quelle credo ti buttino giù, gli errori invece sono molto
utili ed indispensabili nella crescita personale e professionale di
ogni persona. L’esperienza non è altro che un insieme di errori,
sarebbe troppo bello non commetterne, ma in fondo credo che non
sbaglia solo chi non fa. La preparazione e la competenza si
acquisisce nel tempo mettendosi in gioco con la consapevolezza di
poter anche fallire. Non credo al momento di poter parlare di
umiliazioni subìte nel corso della mia carriera o della mia vita in
generale. Sono molto attenta nelle scelte, valuto bene i lavori che
mi vengono proposti e soprattutto chi me li propone, esigo rispetto e
serietà. Ho rifiutato spesso lavori che non erano conformi alla mia
etica, alla mia morale e al percorso che ho deciso di intraprendere.
Questo sicuramente mi renderà il cammino più lento e difficile, ma
io voglio camminare così, sempre a testa alta.
Lidia, sai
bene che il mondo della moda, della fotografia, dell'arte in
generale, è molto ambito soprattutto da tutte le ragazze del
pianeta. Cosa ti senti di consigliare loro? Cosa diresti di questo
mondo se volessi metterle in guardia da qualcosa? E da cosa
principalmente?
Premesso che io
sono la prima ad avere bisogno di consigli e che non sono nessuno per
poterne dare; bisogna innanzitutto capire da cosa questi ragazzi e
ragazze sono realmente attratti. Soldi, fama, successo? Beh, a loro
non saprei proprio cosa consigliare. Se invece è passione,
sentimento, se la loro è quasi una necessità, un bisogno di fare
arte, allora consiglio di essere forti e determinati, pronti ad
imparare. Dimostrare impegno e serietà nei confronti di chi
fidandosi delle tue capacità e credendo in te ti dà la possibilità,
attraverso un ingaggio, di mostrare quello che sai fare. E allora è
lì che devi dimostrare di avere quel qualcosa in più degli altri,
altrimenti si è facilmente sostituibili, la concorrenza è tanta e
la strada è tortuosa. Sembrerà banale e scontato, ma è importante
capire con chi si ha a che fare. Stare attenti a chi offre successo
facile e ottimi guadagni. Sono i sacrifici, la gavetta, i piedi ben
saldi per terra e sempre pronti a reagire che fanno la differenza.
Lidia,
quando hai deciso di fare l'artista e di dedicare tutta la tua vita
all'Arte, e ne hai parlato ai tuoi genitori, cosa ti hanno detto?
Ricordi che età avevi? Sono stati tuoi alleati oppure hanno cercato
in tutti i modi di dissuaderti?
Sono
sempre stata una persona predisposta artisticamente, fin da bambina
preparavo piccoli spettacoli, ho sempre avuto la battuta pronta, ho
sempre voluto trasmettere qualcosa di positivo a chi mi circondava e
a chi oggi mi sta accanto. Ai miei genitori ho sempre detto che avrei
voluto intraprendere questa carriera artistica, ma loro pensavano
fosse una cosa passeggera, non erano particolarmente entusiasti,
hanno sempre cercato di togliermelo dalla testa.
Chi
sono, ovvero, chi sono stati i tuoi modelli di Artista ai quali ti
ispiri oggi, oppure, Ti sei ispirata nel passato? Se li hai, perché
hai scelto proprio loro?
Per
l’eleganza, la classe, la bellezza intramontabile, i miei modelli
sono Marilyn
Monroe,
«lascio
agli altri la convinzione di essere i migliori, per me tengo la
certezza che nella vita si può sempre migliorare»,
icona senza tempo, portatrice di uno stile talmente codificato che
bastano pochissimi semplici elementi per farlo suo: rossetto rosso,
eyeliner
nero e pelle di porcellana; Audrey
Hepburn,
«l’eleganza
è la sola bellezza che non sfiorisce mai»,
di lei amo il suo tocco delicato ed il suo modo leggiadro; Coco
Chanel,
«alcune
persone pensano che il lusso sia l’opposto della povertà. Non lo
è. È l’opposto della volgarità!».
Lidia,
saprai meglio di me che per un'Artista che vuole affermarsi,
un'Artista di successo, che dedica la maggior parte del suo tempo con
passione, dedizione e determinazione alla sua Arte, è molto
difficile conciliare al meglio la propria vita privata con quella
professionale. Tu come riesci a gestire la tua vita
affettivo/sentimentale con il lavoro che fai? Hai avuto in passato o
anche di recente delle esperienze che ti hanno creato delle
difficoltà?
Dedico
tutto il mio tempo alla famiglia e al lavoro, non ho una vita mondana
perché non mi interessa averla. Quando non lavoro amo stare con la
mia famiglia, amo la tranquillità di casa.
Sai
Lidia cosa dicono quasi tutti i grandissimi artisti hollywoodiani?
Quelli che chiamano Big Star, che hanno vinto Oscar, Golden Globe,
che sono le Stelle del firmamento hollywoodiano? Amano dire: “to
become a great artist you have to choose: either work or love”
(per diventare un grandissimo artista devi scegliere: o il lavoro o
l'amore).
Tu,
Lidia, cosa ne pensi di quello che a Los Angeles è una sorta di
assioma ampiamente condiviso pe diventare della Big Star?
Non
lo so! Quando sarò una grande artista ed una diva di Hollywood saprò
risponderti. Al momento non lo sono, e quindi riesco a conciliare
benissimo entrambe le cose.
Sicuramente
saprai, Lidia, che oltre al Cinema, al Teatro, alla TV e alle fiction
TV, esiste un nuovo Mondo che si compone di molteplici opportunità
per sperimentarsi e lavorare come artista in generale: sono quelli
delle web-fiction, dei web-movie, di YouTube, i Social Net-Work, ed
altri modelli ancora che utilizzano le nuove tecnologie informatiche
e multimediali. Tu come modella e come artista, come vedi questa
nuova prospettiva che è divenuta così articolata ma che forse dà
ai giovani artisti di oggi più opportunità di lavoro, di esperienza
professionale e più possibilità che nel passato di esprimersi
artisticamente e di farsi conoscere?
È
importante saper usare con intelligenza i mezzi che abbiamo a
disposizione, ogni cosa se usata bene può essere utile. I social
Network, il web in generale, possono essere molto di aiuto per
“arrivare” in poco tempo ad un pubblico vastissimo. Io ad esempio
utilizzo i social davvero molto poco, per mancanza di tempo
soprattutto. Proprio in questi giorni, ho realizzato insieme a
Stefano
Riva,
un video-maker milanese, una divertentissima gag sul San Valentino.
Stefano cercava un’attrice che facesse da protagonista per la
realizzazione di questo suo video, che in pochi giorni ha avuto un
ottimo impatto sul pubblico, e quindi siamo già al lavoro per
realizzarne altri. Saranno sketch brevi e divertenti, affronteremo
tematiche di vita quotidiana puntando sempre sull’ironia e la
comicità (sorride!).
Lidia,
una domanda un po’ più diretta rispetto alla tua professione:
quali sono i lavori che hai fatto negli ultimi due/tre anni, che ami
ricordare ai nostri lettori, che hanno riscosso un successo di
pubblico e di critica importante? E quali sono i motivi per i quali
sei legata professionalmente e affettivamente in modo particolare a
questi lavori?
Ogni
lavoro per me è importante e lo porto nel cuore. Sicuramente aver
fatto da modella per alcuni pittori, sia italiani che stranieri, è
stato straordinario ed ho avuto notevoli riconoscimenti anche
all’estero come modella d’arte, con importanti pubblicazioni sui
vari quotidiani internazionali. Uno degli ultimi lavori di attrice,
di cui sono molto contenta, è quello di aver partecipato come
protagonista al videoclip della canzone dal titolo “immaginandoti”
con la meravigliosa Viola
Valentino,
straordinaria icona degli anni ‘80.
Quali
sono, invece, le Opere alle quali stai lavorando in questi mesi e
quando potranno goderne i tuoi ammiratori, i tuoi fan e i tuoi
follower, come si definiscono oggi?
In
questa ultima settimana ho lavorato davvero molto, praticamente uno
shooting al giorno. Ho avuto il piacere di realizzare straordinari
scatti con Maurizio
Carelli, Erino Gualberlo, Marco Puoti, Gianni Nava, Giuseppe Claudio
Orlanidini, Fabio Berg e Natasha Guarnieri,
sette shooting in due settimane direi che non sono niente male!
(sorride!).
Il
primo meraviglioso progetto artistico è quello fatto insieme a
Maurizio Carelli. L’obiettivo è stato quello di rappresentare
alcuni famosi dipinti del passato e trasformarli in fotografia. In
sostanza ho emulato la modella del dipinto con abiti, posizione,
espressioni ed oggetti, ed abbiamo realizzato i vari scatti. In
particolare ci siamo concentrati su Lorenzo
Lippi,
pittore, poeta e scrittore italiano del XV secolo.
Dell’“Allegoria
della simulazione” - Angers (Francia), Musée des Beaux-Arts - ho
indossato un abito tipico di quel periodo, pettinato i capelli come
la modella del dipinto, seduta leggermente per tre quarti, e tenendo
nella mano destra una maschera e nella sinistra il melagrana.
Dell’
“Allegoria della musica” abbiamo invece creato lo stesso
scenario, con pianoforte, pentagramma, violino, stessa posizione
della modella di allora; ma abbiamo deciso di dare un “tocco di
moderno”, ho infatti indossato un elegante abito lungo da sera
nero, con paillette, ed in mano, al posto di una piuma, una matita.
Insieme
ad Erino Gualberto abbiamo realizzato scatti di elevata classe ed
eleganza con un tocco retrò in bianco e nero. Elegantissimi abiti da
sera, collane in perla, bracciali con lussuosi brillanti, guanti e
cappelli.
Con
Gianni Nava, altro shooting incentrato sulla classe e sull’eleganza,
con cui ho realizzato splendidi scatti grazie all’utilizzo di tulle
svolazzanti che sembravano danzare nell’aria, ed ancora scatti con
calice di vino rosso e strumenti musicali; il tutto con una
straordinaria luce glamour che ha reso le foto straordinariamente
pittoriche.
Insieme
a Marco Puoti, scatti più dinamici e luminosi, meno tematici,
incentrati più sul fashion.
Con
Fabio Berg e Natasha Guarnieri, ogni scatto era emozione, abbiamo
rappresentato sentimenti forti, toccanti, arrivando alle lacrime;
emozioni allo stato puro, foto che sembrano davvero quadri.
Non
collaboro con chiunque, seleziono con cura i fotografi e i progetti
da realizzare, scelgo solo fotografi in grado di catturarmi l’anima.
Lidia,
se adesso qui mentre stiamo chiacchierando e stiamo prendendo questo
buon caffè, si avvicinassero due bambine di dieci anni e ti
chiedessero con la spontaneità e la genuinità che solo i bambini
sanno esprimere: «Lidia,
ci spieghi cos'è l'Arte?».
Cosa risponderesti loro?
Considerando
che mia figlia ha pressappoco quell’età, non ho difficoltà ad
interagire con i bambini, anzi li amo molto. Risponderei loro che
l’arte è tutto ciò che trasmette emozione, l’arte è emozione,
e soprattutto direi loro di continuare a guardare il mondo con i loro
meravigliosi occhi, perché i bambini vedono cose che noi adulti
purtroppo non riusciamo più a vedere.
Questa,
Lidia, è un’altra delle mie domande ricorrenti, che faccio sempre,
così come quella tratta dal Romanzo breve di Fëdor Michajlovič
Dostoevskij. È una domanda che prende spunto dalla mia città,
Palermo. Nel grande Frontale del Teatro Massimo di Palermo, famoso
perché costruito da due dei più grandi architetti del XIX secolo,
Giovan Battista Filippo Basile e il figlio Ernesto Basile, è incisa
questa frase, voluta dal suo mecenate e mentore Camillo Finocchiaro
Aprile, allora Ministro della Giustizia e delle Poste del Regno
d’Italia. La frase e questa: «L’arte
rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove
non miri a preparar l’avvenire».
Tu,
Lidia, che ho letto sei nata in Sicilia, leggendo questa frase, cosa
Ti viene in mente che vuoi condividere con me e con i nostri lettori?
Arte
deriva da due termini “muovere” e “suscitare”, ed appunto
muovere e suscitare emozioni, intuizioni, ragionamenti, sensazioni,
ecco perché l’arte ha la capacità di rinnovare i popoli.
A
proposito della Sicilia, vieni mai a fare le tue vacanze in questa
splendida isola? Cosa ne pensi di questa terra che ha una storia
straordinariamente ricca di Arte e di Cultura a partire dall’antica
e florida Magna Grecia?
Ho
lasciato la Sicilia quando avevo solo tre anni per trasferirmi
assieme alla mia famiglia in Lombardia. Sono legatissima alla terra
in cui sono nata anche perché lì ci sono i miei parenti. Per motivi
di lavoro faccio molta fatica a tornarci.
Lidia,
così mi sorprendi! Non sapevo che fossi di origini siciliane! Una
terra con gente piena di contraddizioni, ma certamente un’isola che
è portatrice di grande cultura e di una grande storia. I tuoi geni,
così come quelli di tutti i siciliani, sono intrisi di una storia
millenaria fatta di culture e di storie multi-etniche e
multi-culturali. È questa la forza vera dei siciliani, anche se
nella loro terra è molto difficile esprimerla.
Sigmund
Freud, Lidia, ha scritto diversi saggi sull’Arte … lo saprai di
certo! Ma il concetto basilare era sempre lo stesso: «L’Arte
è l’espressione più poderosa del profondo dell’animo umano.
Attraverso l’espressione artistica possiamo sapere chi siamo
veramente dentro la nostra anima!»
Non è proprio una citazione! Ma è quello che ne ho tratto io da
tutte le letture freudiane fatte sui temi dell’Arte! Tu cosa ne
pensi Lidia? È veramente così? Qual è la tua prospettiva da questo
punto di vista, fortemente introspettivo e viscerale?
È
proprio così, Andrea! Ogni artista, grazie all’arte esprime sé
stesso. Io cerco di esprimere la mia arte attraverso la fotografia, e
spero di riuscire a trasmettere qualcosa, perché davvero in ogni
scatto ci metto un po’ della mia anima.
Vuoi
dirci, Lidia, qual è il tuo fiore preferito, quello che ami ricevere
da un Uomo che volesse farti la corte oppure da un Uomo che volesse
omaggiarti con un bellissimo mazzo di fiori per il tuo talento dopo
aver assistito ad un tuo shooting o a un tuo lavoro artistico, così
come si faceva nel ‘900? E perché proprio quel fiore?
Le
orchidee, Andrea, sono il mio fiore preferito. È un fiore che
simboleggia la raffinatezza, l’eleganza, l’armonia, la bellezza,
e rappresenta l’amore e la passione, ma anche la purezza ed il
candore dei bambini.
Se
dovessi scegliere un colore tra il rosso e il blu, quale
sceglieresti?
Il
rosso e il blu, in arte, come si evince da molti dipinti, uniti sono
meravigliosi, perché sceglierne uno se insieme sono così belli? Dal
XIII secolo il blu è colore che simboleggia il più alto grado di
nobiltà, ma è anche metafora di spiritualità e trascendenza.
Il
rosso è invece il colore del sangue sparso in battaglia, ed infatti
simboleggia la voglia di vincere, di primeggiare, la passione, la
fiducia in noi stessi. Il rosso era associato ad un’elevata
condizione sociale.
Chi
indossava un abito rosso o blu, apparteneva ad una classe elevata e
meritava rispetto. Inoltre
questa tua domanda mi fa venire in mente un film che ha proprio
questo titolo “il rosso e il blu”, e vorrei citarne una frase:
«C’è
qualcosa nell’arte, come nella natura del resto, che ci rassicura e
qualcosa invece, ci tormenta, ci turba. Ci rassicura un prato verde
pieno di fiori, un cielo azzurro senza nuvole, ci turba l’immobilità
di un lago, la violenza di una tempesta; ci placa la bellezza di una
statua greca, Fidia o la Venere di Milo, ci sgomenta il monaco di
Friedrich solo dinnanzi all’immensità del mare.
Due
sentimenti eterni in perenne lotta, la ricerca dell’ordine e il
fascino del caos: dentro questa lotta abita l’uomo, abitiamo tutti,
ordine e disordine. Cerchiamo regole, forme, canoni, ma non cogliamo
mai il reale funzionamento del mondo, la vera forma di tutto quello
che è fuori di noi e quello che è dentro di noi, e questo per gli
uomini è un eterno mistero … e l’incapacità di risolvere questo
mistero ci terrorizza, ci costringe ad oscillare tra la ricerca di
un’armonia impossibile e l’abbandono al caos …».
Un'ultima
domanda Lidia, che amo molto e che faccio sempre a tutti gli artisti
con cui converso. È una domanda che ci porta d'emblée
a quando eravamo bambini, pieni di sogni e di belle speranze: qual è
il tuo sogno nel cassetto che fin da bambina ti porti dentro e che
oggi vorresti realizzare?
Io
nel mio piccolo sto realizzando i miei sogni, soprattutto il sogno
più importante: quello di essere felice! (sorride!).
Grazie
Lidia per essere stata con me per questa bella
intervista-conversazione. Mi è piaciuta tantissimo questa
chiacchierata a mani basse, come si dice in gergo pugilistico, e con
la trasparenza che cerco sempre quando faccio le mie chiacchierate
con gli Artisti che incontro. Grazie anche di questo.
Non
mi resta che augurarmi di rivederti per una nuova ed interessante
conversazione e non posso che farti il mio in bocca al lupo per tutto
quello che di bello farai nella tua professione e nella tua Arte.
Grazie Lidia e alla prossima!
Grazie
a te, Andrea, per la bella ed interessante chiacchierata, e grazie al
Magazine fattitaliani.it. Alla prossima allora (sorride!).
-
Per
chi volesse conoscere più da vicino Lidia Laudani, ecco alcuni link
da consultare per conoscere la sua bellissima Arte:
-
Official
Facebook Page:
-
Personal
Facebook Page 1:
-
Personal
Fotoportale Page:
-
I
lettori che volessero conoscere l'autore dell'intervista, Andrea
Giostra, potranno consultare la sua Official Facebook Page e alcuni
link:
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