Teatro Alighieri Ravenna, 17 e 19 febbraio I COLORI DI LELE LUZZATI PER "LA CENERENTOLA" DI ROSSINI

È un omaggio a Lele Luzzati nel decennale della scomparsa La Cenerentola di Gioachino Rossini in scena al Teatro Alighieri venerdì 17 febbraio alle 20.30 (con replica domenica 19 febbraio in pomeridiana alle 15.30).
Suoi infatti gli immaginifici costumi di scena risalenti alla storica edizione del 1978 al Teatro Margherita di Genova, ripresa al Teatro Alighieri di Ravenna l’anno successivo. Costumi che - grazie al prezioso e appassionato restauro curato dalla Fondazione Cerratelli - sono tornati allo splendore originario, coloratissimi e armoniosi, fiabeschi e rigorosi come le partiture rossiniane. Il tributo al mondo meraviglioso di Lele Luzzati si compie in un progetto originale fatto di continue sorprese, palazzi di carta, scatole magiche, guardaroba in moto, librerie che si trasformano in carrozze: uno straordinario impegno creativo guidato dal ricordo di un Maestro indiscusso del teatro contemporaneo.
Frutto di una coproduzione fra Teatro del Giglio di Lucca (dove ha debuttato nei giorni scorsi con grande successo), Teatro Alighieri e Fondazione i Teatri di Piacenza, il nuovo allestimento dell’opera di Rossini - la regia è di Alto Tarabella, le scene di Enrico Musenich – vuol essere una dedica a Luzzati e al suo mondo di immagini, forme e colori, senza per questo assumere il sapore del ricordo nostalgico. La via percorsa è quella della freschezza di una messa in scena attualizzata, viva e coinvolgente, capace di disegnare uno spazio musicale, teatrale e drammaturgico inconsueto, brillante e gioioso.

L’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, protagonista musicale di tutti i titoli della stagione ravennate, è diretta da Erina Yashima al suo debutto operistico in Italia. Trentenne, tedesca di nascita, Erina Yashima è stata selezionata per la prima edizione della Riccardo Muti Italian Opera Academy nel 2015 ed è attualmente assistente di Muti alla Chicago, dove si è aggiudicata la borsa di studio Sir Georg Solti in direzione d’orchestra. Il cast vocale è composto da giovani e giovanissimi interpreti: Pietro Adaini è Don Ramiro, affiancato dal complice Dandini, suo cameriere (Pablo Ruiz), e dal filosofo Alidoro (Matteo D’Apolito); Marco Filippo Romano, Giulia Perusi e Isabel De Paoli vestono rispettivamente i panni di Don Magnifico, Clorinda e Tisbe; la figliastra Cenerentola – interpretata da Teresa Iervolino – completa la famiglia. Il Coro Melodi Cantores è diretto da Elena Sartori.

Aldo Tarabella (direttore artistico del Teatro del Giglio) per l’occasione ha riunito gli “amici di Lele”, i suoi discepoli e alcuni dei professionisti che avevano dato vita proprio all’allestimento del 1978: “tra loro – dichiara Tarabella – Enrico Musenich, che ha firmato le scenografie, costruite e dipinte dallo scenografo-costruttore Elio Sanzogni, cui dobbiamo lo stile luzzatiano nella realizzazione pittorica; la Sartoria Cerratelli, che ha dato nuova vita teatrale, con un delicatissimo e appassionato restauro, a quei costumi di Luzzati appartenuti allo storico allestimento genovese; Mario Audello, che con le sue parrucche partecipò proprio a quella storica produzione del 1978”. Da questo convergere di intenti è nato un progetto nel pieno stile della fiaba, che lo stessa regista definisce: “la favola di un giorno, ma soprattutto l’opera dei travestimenti: il servo Dandini si traveste da principe, il filosofo Alidoro da mendicante, Cenerentola da sguattera e poi da principessa, e il principe Ramiro da servo, per andare alla ricerca del vero amore. Anche Don Magnifico e le due sorellastre cambiano, e da malvagie che sono si ‘travestono’ da finte generose e gentili: la loro cattiveria contrasta terribilmente con la bontà di Cenerentola, l’unico personaggio che alla fine uscirà dal proprio travestimento diventando la sposa del principe, dunque una vera principessa”.

Al decennale dalla scomparsa di Luzzati si aggiunge un secondo anniversario, quello dei duecento anni della prima rappresentazione della Cenerentola, in scena al Teatro Valle di Roma il 25 gennaio 1817. È lo stesso librettista, Giacomo Ferretti, a raccontare nelle sue memorie come avvenne la scelta del soggetto, alla presenza dell’impresario, il droghiere Pietro Cartoni. Dopo avere escluso vari altri titoli per venire incontro alle esigenze economiche della produzione, ricorda Ferretti: “Stanco del proporre e mezzo cascante dal sonno, sibilai in mezzo ad uno sbadiglio: Cendrillon. Rossini, che per esser meglio concentrato, si era posto in letto, rizzatosi su come il Farinata dell'Alighieri: «Avresti tu core di scrivermi Cendrillon?» mi disse; ed io a lui di rimando: «E tu di metterla in musica?». Ed egli: «Quando il programma?»; ed io «...A dispetto del sonno, dimani mattina»; e Rossini: «Buona notte!». Si ravvolse nella coltre, protese le membra, e cadde in un beatissimo sonno, simile a quello degli dei d'Omero; io presi un'altra tazza di thè, combinai il prezzo, scrollai la mano al Cartoni e corsi a casa”.
Foto di Andrea Simi
Info e prevendite: tel. 0544 249244 – www.teatroalighieri.org 
Biglietti da 14 a 45 euro. Speciale giovani: under 14 5 euro; 14/18 anni 50% tariffe ridotte.
Fattitaliani

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