Il
18 aprile 2016,
alla Columbia University di Broadway, Pulitzer Hall 709, New York,
U.S.A., è
nata una Nuova e Luminosissima Stella nel firmamento della
letteratura planetaria: Viet
Thanh Nguyen!
Premessa:
Anche per la
Recensione di quest’Opera Letteraria - non è un semplice Romanzo
infatti! - inizio con una premessa, perché la sento necessaria e il
mio impulso mi costringe a farlo.
I motivi, se
adesso mi fermo un attimo a rifletterci su, sono tantissimi … si
succedono nella mia mente ad un ritmo vorticoso e quasi
disorientante! Cercherò di tradurli in parole e cercherò, insieme,
di essere sintetico e schietto.
Viet Thanh
Nguyen non è ancora uno scrittore noto al mondo, almeno fino ad
oggi, Sabato 19 febbraio 2017. Non lo è, e non lo è stato fino a
pochi mesi fa, neanche nel suo Paese d’adozione, gli Stati Uniti
d’America.
Viet Thanh è
nato a Buôn Ma Thuôt, in Vietnam, nel 1971. Nel 1975 la sua
famiglia fugge negli Stati Uniti d’America per chiedere asilo
politico, dopo la caduta del regime sostenuto dagli Americani nel
tentativo di colonizzare il Paese motivando l’“invasione armata”
col più nobile degli obiettivi della politica occidentale:
“importare la democrazia” in Vietnam attraverso una guerra
sanguinaria, sanguinosa e dolorosa di cui il popolo americano ancora
oggi porta ferite profonde e incancellabili.
Tutti i
profughi vietnamiti che avevano sostenuto il Governo Statunitense e
che riescono a fuggire, vengono accolti da subito in diversi campi di
accoglienza in territorio americano: la famiglia di Viet Thanh Nguyen
passa il primo periodo della sua permanenza in Pennsylvania, presso
il campo profughi di Fort Indiantown Gap.
Solo alla fine
degli anni ’70 Viet e la sua famiglia possono iniziare una vita da
cittadini liberi e da cittadini americani veri, ottenendo dal Governo
Americano il permesso di traferirsi dove avrebbero voluto vivere dal
momento in cui hanno messo piede negli U.S.A., la California, a San
Jose, che per clima e humus
era ritenuto dai Nguyen, almeno nell’immaginario, il più vicino e
“prossimo” a quello del Paese che avevamo amato e abbandonato per
sempre, per sfuggire a morte certa.
È dalla
California che il piccolo Viet Thanh Nguyen inizia gli studi, con
passione, intelligenza e determinazione, laureandosi nel maggio del
1992 col massimo dei voti in “Letteratura Inglese e Studi Etici”;
divenendo poi, nel 1997, professore universitario nella prestigiosa
University of Southern California di Los Angeles. Inizia a scrivere
novelle, racconti brevi, e libri di saggistica, oltre a svolgere con
grande diligenza, competenza e preparazione la sua professione di
professore universitario.
Nel 2015
pubblica il suo primo romanzo, “The
Sympathizer”,
edito da Grove Press, New York.
Il
18 aprile 2016 Viet
Thanh Nguyen vince il più prestigioso dei premi letterari al mondo,
il Premio Pulitzer, nella categoria “Fiction” (Narrativa), con la
seguente motivazione «a
layered immigrant tale told in the wry, confessional voice of a “man
of two minds” and “two countries”, Vietnam and the United
States»
(«una
storia di immigrati raccontata a strati e con sottile ironia; la
confessione di una voce di un “uomo con due menti” e “due
Paesi”, il Vietnam e gli U.S.A.»).
Recensione:
La mia sincera
viscerale convinzione, dopo aver divorato l’Opera Letteraria di
Viet Thanh Nguyen, è che qui siamo di fronte ad uno Scrittore
Fuoriclasse e di Grande Talento, che possiede una doppia matrice
narrativa, quella storica da un lato, e quella dell’innata capacità
di indagare brillantemente e lucidamente il profondo dell’animo
umano nei momenti drammatici, di disperazione, di solitudine, di
paura, di speranza, di gioia, di delusione, di tradimento, di
vigliaccheria, di arroganza, di paranoia-persecutoria, di
insensibilità umana, di depersonalizzazione, di scissione-psicotica,
di agiti-schizofrenici, di cinismo, di misconoscimento, di
identificazione-proiettiva, di amore, di passione, di solidarietà,
di legami di sangue, di fedeltà, di fiducia, di libertà, di
uguaglianza, di patriottismo, di orgoglio, di immolazione, di
speranza, di provvidenza, di fede cieca e indubitabile sigillata col
sangue … «Sollevai
il palmo della mano destra, mostrando la mia cicatrice, identica alla
sua e a quella di Man. La vedevamo ogni volta che aprivamo la mano
per prendere una bottiglia, una sigaretta, una pistola, o per
stringere una donna. Come i guerrieri delle leggende, avevamo giurato
di dare la vita uno per l’altro, immersi fino al collo nel
romanticismo degli anni di scuola e uniti dai valori eterni che tutti
e tre coltivavamo: la fedeltà, l’onestà, il fervore, la difesa
dell’amicizia e dei propri ideali. Ma quali potevano essere i
nostri ideali, a quattordici anni? La nostra amicizia e fratellanza,
il nostro paese e la nostra indipendenza. Eravamo certi che, se ci
fosse stato chiesto di farlo, non avremmo esitato a sacrificare noi
stessi per i nostri fratelli di sangue e per la nostra nazione, ma
non sapevamo esattamente chi sarebbe stato a domandarcelo, e che cosa
saremmo diventati.»
(p.53).
Ho letto alcune
recensioni di Magazine americani e anglosassoni, e quasi tutti
parlano di Viet Thanh come di un Grande Scrittore paragonabile ai
Grandi Maestri quali Conrad, Green, le Carrè.
Paragonarli a
questi scrittori, che certamente hanno fatto la storia della
letteratura-narrativa, è semplicemente riduttivo e non dà merito
all’immenso talento e alle straordinarie potenzialità di questo
Artista che può specchiarsi solo davanti ai grandi miti immortali
della letteratura di tutti i tempi: Paul
Verlaine, Arthur Rimbaud, Charles Baudelaire, Edgar Allan Poe, Oscar
Wilde, Ernest Hemingway, Ezra Pound, Francis Scott Fitzgerald, Zelda
Fitzgerald, Charles Bukowski,
solo per citare alcuni dei cosiddetti “poeti
maledetti”
che sono rimasti intrappolati, in tutta la loro vita artistica e
letteraria, dentro la gabbia delle celebri parole di Friedrich
Nietzsche:
«Se
guarderai a lungo nell’abisso, l’abisso guarderà dentro di te.»
Com’è oramai intrappolato Viet
Thanh Nguyen che ha mosso i primi temerari e decisi passi narrativi,
e di archeologo dell’animo umano, con un’Opera che certamente è
la prima di una lunga serie di Romanzi che lasceranno un solco
profondo e doloroso nel lettore; nel lettore che ama il pathos
letterario, che vuole sentirsi spruzzare addosso il sangue caldo e
ancora vivido della passione e della sofferenza, del rancore e della
disperazione, dei rimpianti e dei rimorsi per le azioni compiute in
terreno di guerra!
La prospettiva
del “Romanzo Storico” di Viet Thanh Nguyen, è semplicemente la
cornice narrativa che contiene un'enorme costellazione di emozioni e
sentimenti, di passioni e di turbolenze, che aprono al lettore, senza
che se ne renda conto, una immensa “Big-Time-Gate” che lo
trasporta emozionalmente, in una sorta di immaginario “Time-Travel”,
in quella che è stata la Guerra più assurda e incomprensibile del
XX Secolo fatta dagli americani: la Guerra in Vietnam!
La prospettiva
interpretativa di quella che è stata una delle tragedie più grandi
del secolo scorso, viene abilmente capovolta da Viet Thanh: non è
più una lettura “americano-centrica”; ma una lettura fedele alla
realtà di quello che accadde in Vietnam veramente, perché i fatti
narrati nell’Opera Letteraria di Viet Thanh sono fatti realmente
accaduti, fatti che hanno il sangue colmo di odio e di dolore che
ancora pulsa e che imbratta le mani del lettore che leggerà e
sfoglierà le pagine de “The
Sympathizer”.
Ed è un sangue occidentale, europeo, statunitense, vietnamita,
meticcio, bastardo, caldo come le vite spezzate e la speranza
tradita.
È questa la
storia vera della guerra in Vietnam narrata da Viet Thanh; è la
storia delle dinamiche politico-affaristiche di Saigon; una storia
che si astiene da patriottismi propagandistici e che mette al centro
del racconto gli attori che hanno calcato le scene quotidiane ed
incerte di Saigon e dell’intero Vietnam di allora; non certo le
“comparse-mercenarie” che hanno tentato disperatamente di
instillare al mondo intero una lettura inverosimile e mistificatoria
di uno degli eventi di Guerra mediaticamente più dirompenti e
sconvolgenti del XX secolo.
L’intelligente
contaminazione narrativa che prende spunto e si spira alle bellissime
Spy-Story della Guerra Fredda, arricchiscono il contenuto del Romanzo
con ulteriori elementi realmente accaduti, rendendolo un vero
capolavoro letterario. Il lettore che farà suo “Il
Simpatizzante”,
rimarrà anche lui prigioniero delle parole di Friedrich
Nietzsche, perché
«”Non
esiste niente di più prezioso dell’indipendenza e della libertà”.
Erano parole per le quali eravamo pronti a morire. Quel tipo di
linguaggio, come del resto i riferimenti a gruppi di studio,
commissioni e partiti, per Man era pane quotidiano. Aveva ereditato
il gene rivoluzionario da un prozio, costretto dai francesi a servire
nel loro esercito durante la Prima guerra mondiale.»
(p.43).
Viet
Thanh Nguyen, “Il
Simpatizzante”,
Ed. Neri Pozza, Vicenza, 2016.
ANDREA
GIOSTRA.
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Per chi
volesse approfondire virtualmente la conoscenza dell’autore, Viet
Thanh Nguyen, ecco alcuni link da consultare:
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Per chi
volesse conoscere meglio virtualmente l’autore della Recensione,
Andrea Giostra, ecco i suoi link:
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