Fiction, Richard Dreyfuss presenta "Madoff": la tv lega le persone. Trump? un "bullo da bar" privo di umanità

Richard Dreyfuss: Lo Squalo, American Graffiti, Pazza, sono alcuni dei titoli più celebri dell'attore premio Oscar, che ha presentato a Roma, al festival della fiction, dove è stato anche presidente di giuria, Madoff, protagonista della truffa del secolo che fu condannato a 150 anni di detenzione per una frode di 50 miliardi di dollari. Miniserie televisiva in 2 puntate, sarà trasmessa su Sky il 28 gennaio 2017.

Tratta da The Madoff Chronicles, racconto della parabola del broker firmato da Bryan Ross, la miniserie ripercorre la carriera di Madoff: l'ascesa, la discesa, i rapporti familiari che si sgretolano. È la vita di un uomo che ha agito indisturbato, rovinando economicamente investitori in tutto il mondo. Una vicenda i cui risvolti trattano una materia delicata, qual è quella finanziaria, e su cui gli autori hanno dovuto lavorare molto per renderla comprensibile agli spettatori.
Lo stesso protagonista, Dreyfuss, ne ha lodato la bravura durante il suo intervento in conferenza stampa: un intervento però, in cui non ha risparmiato critiche alla rete che ha prodotto la miniserie, la Abc. Per evitare problemi legali infatti, si è preferito non citare i nomi delle banche coinvolte come la Wells fargo e la Citybank: una scelta giudicata "autodistruttiva" e "dannosa" dall'attore, che invece avrebbe preferito un atto di coraggio. In questo modo si è rinunciato all'elemento di denuncia: "È stato dannoso -ha dichiarato Dreyfus- non mostrare la portata distruttiva di Madoff. Come cittadino americano sento di avere partecipato a un atto di codardia. Non sono un impiegato della ABC”. Un giudizio amareggiato, specie considerando che "la tv via cavo permette di fare cose meravigliose" mentre il cinema stagna in una produzione infinita di sequel. Se infatti lo sguardo al mondo del grande schermo è molto critico, l'interprete guarda alla televisione in maniera ben più ottimista, considerandola il mezzo in cui gli sceneggiatori stanno isando e sperimentando maggiormente.
L'attore ha inoltre spiegato di non aver voluto parlare con il vero Madoff, convinto che non gli avrebbe mai detto la verità: "È un mostro", ha poi aggiunto. Infine, inevitabile un commento sulla situazione politica americana: Dreyfuss ha definito il nuovo Presidente Donald Trump la "conclusione di una spirale di decadimento", un "bullo da bar" privo di umanità.
Come si sente essere definito un'icona?
“La prima volta che sono stato definito un’icona è stata alla Oxford Unvieristy, ero accanto a mio figlio e ci scambiammo uno sguardo perplesso. Allora come adesso mi sembra folle. Ma ringrazio il giornalista che mi ha definito come tale e apprezzo il suo buon gusto".
Che ne pensa della tv?
In tv mi piace l’epico e anelo al lieto fine perché di oscurità ne abbiamo anche troppa. La tv è una forma d’arte che lega le persone, insomma è quello che una volta era il cinema. Siamo in grado di fare tutto: possiamo andare nel passato e nel futuro. Il motivo per cui il cinema inciampa e si ripete invece la tv riesce ad arrivare al cuore delle persone è che la tv riesce a far provare al pubblico l’urgenza e il bisogno di vedere una storia.
Com'è stato lavorare con Barbara Streisand: ha in mente un progetto con l'attrice?
Barbara è una persona con grande carisma e personalità: è una grande attrice e una formidabile cantante ma soprattutto è una grande regista. Sono stato onorato di lavorare con lei e quando ho saputo che avrei fatto parte di un suo progetto cinematografico ho chiesto un camerino molto grande vicino al suo. Certo mi piacerebbe di nuovo lavorare insieme a lei ma come regista. Mi piacerebbe dirigerla in un mio progetto.
Cosa consiglia ad un giovane attore?
Di non andare ad Hollywood se non si è preparati, di studiare, fare teatro e di essere pronti prima del grande passo. Per me la recitazione è passione, è la mia vita non riuscirei a farne a meno! Emanuela Del Zompo.
Foto di Giancarlo Fiori.
Fattitaliani

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