Skira, "Lei mi parla ancora" di Giuseppe Sgarbi: dal 3 novembre in libreria

“Hai sempre amato le attenzioni di Elisabetta.
La tua voce cambiava quando parlavi al telefono con lei. Capivo chi era all’altro capo del filo dal tono che usavi. Quella dolcezza era riservata a lei. A Vittorio hai sempre parlato come parla un padre. A lei come una madre. A me come una donna. Possedevi il dono delle lingue. A ciascuno la sua. Nessuna mi aveva mai parlato così. Né nessun’altra l’ha mai fatto. Credo sia questa la cosa che mi ha fatto innamorare. La tua bellezza era l’esca, certo, ma è stata la tua testa a pescare nel mio cuore. Mai conosciuto una testa così. Lucida, vivida, fulminante. E io non sono mai stato tanto felice di aver abboccato a un amo. Un amore che vive anche adesso che tu non vivi più. Per questo il dolore è così grande. ‘Finché morte non vi separi’ è una bugia. Il minimo sindacale. Un amore come il nostro arriva molto più in là. E il tuo lo sento anche da qui.”

L’amore di Giuseppe Sgarbi per la moglie Rina, scomparsa il 3 novembre di un anno fa, è di quelli che non si trovano più. È stato un amore che ha dato pienezza, significato, profondità, valore e bellezza a una strada percorsa fianco a fianco negli anni, qui evocato in una “prosa piana, percorsa da echi e risonanze come ogni classicità” (Claudio Magris). Dopo i successi di Lungo l’argine del tempo e Non chiedere cosa sarà il futuro, in questa sorta di romanzo-elegia “Nino” Sgarbi racconta, in un delicato e appassionato dialogo a distanza, l’amore inesauribile per sua moglie, e scrive una cantica d’amore dai mille registri, mai scontata, lucida e appassionata, commovente e filosofica.

(StorieSkira,  128 pagine  € 14,00)

Giuseppe Sgarbi, padre di Vittorio ed Elisabetta, per quasi mezzo secolo ha esercitato la professione di farmacista nella campagna tra Veneto ed Emilia. Con Skira ha pubblicato il suo romanzo d’esordio Lungo l’argine del tempo. Memorie di un farmacista (2014, vincitore del Bancarella Opera Prima e del Premio Internazionale Martoglio) e Non chiedere cosa sarà il futuro (2015).
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