Rai1, dal 21 novembre “La mafia uccide solo d’estate - La serie” che dissacra i boss e restituisce l’umanità dei grandi eroi dell’antimafia

Un capobanda 17enne a Milano, reo di rapine nei parchi, aveva in tasca un articolo su “Il capo dei capi”. Evidentemente sbagliamo qualcosa nella comunicazione. La mafia è lotta, sangue, violenza, non è né potere né denaro. I mafiosi non sono eroi. “La mafia uccide solo d’estate” è il più bel film sulla mafia che io abbia mai visto.
Si prende in giro la mafia con leggerezza e c’è una precisa documentazione. Questo in sintesi il pensiero espresso dal Presidente del Senato Pietro Grasso aprendo davanti ad una platea di giornalisti e liceali al Cinema Barberini di Roma l’anteprima della prima puntata della fiction di Rai1 “La mafia uccide solo d’estate - La serie”, ispirata all’omonimo film di Pif, artista che si proclama un partigiano, perché per lui la lotta alla mafia è lotta alla libertà, e quindi il suo racconto è una forma di lotta. 
Nella serie tv di sei puntate al via su Rai1 da lunedì 21 novembre, Pif è però solo la voce narrante che accompagna gli occhi innocenti e sgranati sul mondo del piccolo Salvatore Giammarresi (interpretato da Eduardo Buscetta) la cui vita nel 1979 impatta con la mafia. Salvatore non è solo. Ha un padre, Lorenzo, che lavora all’ufficio anagrafe di Palermo (Claudio Gioè); una madre, Pia, supplente da una vita (Anna Foglietta); una sorella adolescente, Angela, che cerca di affermare la propria indipendenza (Angela Curri); uno zio, Massimo, che non ha paura di scendere a compromessi (Francesco Scianna); e la bella fidanzata dello zio, Patrizia (Valentina D'Agostino). Nel cast anche Nino Frassica nei panni di fra Giacinto, ambiguo, molto vicino a Cosa Nostra. Alla regia c’è Luca Ribuoli, che ha accettato di dirigere questa fiction subito dopo aver girato nel quartiere Libertà di Palermo con Pif che lì è cresciuto. 
Strade luogo di omicidi di quelle che Pif definisce persone normali, uccise in azioni quotidiane come pagare un caffè al bar, cosa accaduta al capo della Squadra Mobile di Palermo, Boris Giuliano (nella serie tv interpretato da Nicola Rignanese), il 21 luglio 1979. La sceneggiatura è di Stefano Bises e Michele Astori. Rispetto a questo prodotto il direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto ha parlato di intrattenimento consapevole. 
Tinni Andreatta di Rai Fiction ha sottolineato i valori civili perseguiti da questa serie: legalità e lotta alla mafia. La fiction “La mafia uccide solo d’estate” è stata presentata come un modo nuovo di raccontare la mafia; un film che dissacra i boss e restituisce l’umanità dei grandi eroi dell’antimafia; un sorriso ironico e mai banale sugli anni terribili degli omicidi eccellenti. Un’operazione riuscita? Dalla prima puntata la risposta è affermativa. Il 9 maggio 1978 è stato assassinato Peppino Impastato. “I cento passi” è un film del 2000 dedicato alla sua vita. Idealmente per Pif (che ha lavorato al film di Marco Tullio Giordana) “La mafia uccide solo d’estate” risponde alla domanda: cosa è accaduto dopo la morte di Peppino Impastato? La fiction focalizza, a differenza del film, solo un anno, il 1979. Se avrà successo la Rai racconterà gli anni seguenti. Mario Gianani che per la Wildside ha prodotto la serie si dice fiducioso visto che la qualità raggiunta in tv è tale da superare quella cinematografica. Pif è orgoglioso che la serie vada in onda su Rai1 che entra in tante case degli italiani, se solo si pensa che “Don Matteo” ancora oggi fa il 30 per cento di share (altro che web tv!, è ciò che lui pensa). “La mafia uccide solo d’estate” è una fiction che cristallizza la mafia di ieri e non quella dei colletti bianchi di oggi? Non è così per le anime di questa serie. Secondo Pif, bisogna conoscere quella di ieri per comprendere quella attuale. Per Ribuoli, girare questa fiction ambientata nel 1979, che parla ad esempio di precariato, gli ha dato l’impressione di raccontare il 2016. Ornella Petrucci.
Fattitaliani

#buttons=(Accetta) #days=(20)

"Questo sito utilizza cookie di Google per erogare i propri servizi e per analizzare il traffico. Il tuo indirizzo IP e il tuo agente utente sono condivisi con Google, unitamente alle metriche sulle prestazioni e sulla sicurezza, per garantire la qualità del servizio, generare statistiche di utilizzo e rilevare e contrastare eventuali abusi." Per saperne di più
Accept !
To Top