Agrigento, 2° Premio FAM Giovani: vince Dimitri Agnello con il suo cavaliere evanescente, metafora sulla perdita della memoria oggi

Ha appena 21 anni Dimitri Agnello l’artista che, con l’opera “Der Reiter”, ovvero “il cavaliere” - raffigurazione evanescente e d’ispirazione onirica che affiora, sbiadita e rarefatta come un miraggio, su una tela di tre metri metafora della perdita di valore di corpi e storie nell’era dell’overdose di immagini e informazioni –,  è il vincitore della seconda edizione del Premio FAM Giovani per le Arti Visive, iniziativa promossa alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento dall’associazione Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento e rivolta agli emergenti siciliani under 35. 

Lo ha deciso la giuria di esperti costituita da Michele Bonuomo (direttore del mensile Arte Cairo Editore), Giovanni Giuliani (collezionista d’arte contemporanea e presidente dell’omonima fondazione romana) e Marco Meneguzzo (docente di Storia dell’Arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Brera). Alla cerimonia di premiazione ha preso parte anche il sindaco di Agrigento, Calogero Firetto che nel consegnare le targhe agli artisti emergenti, si è congratulato per le iniziative culturali delle Fabbriche Chiaramontane nel solco del sostegno e della promozione dell’arte contemporanea e dei suoi protagonisti.
 Secondo premio FAM Giovani al pittore catanese Federico Severino con “Grande porzione di paesaggio” (pastelli ed olio su tela) 2016; terze “ex aequo” Erika Giacalone (Mazara del Vallo, Tp) con l’opera “Organism”, intreccio di salpa e gomma; e Grazia Inserillo (Palermo) con “Rinascimento”, lana su nylon e stoffe. Il premio della giuria popolare, intitolato alla memoria di Giusto Sucato, è andato a Myriam Pace (Caltagirone, Ct) per l’opera “Nichimyo-Ama”. Ai vincitori l’opportunità della residenze d’artista. 
Nel descrivere la sua opera-bandiera, il giovane Agnello parla di una “memoria caduta nella precarietà a causa di un afflusso di immagini/informazioni troppo forte da reggere, leggere e poter capire; una società in cui si è capaci di guardare ma non di vedere, di ascoltare ma non di sentire, in cui esperienze e idee tendono ad essere collettive ma non profonde. È così che cavalieri, soldati, civili, pastori, creando una linea narrativa tra di loro, appaiono silenziosamente su queste superfici pittoriche, all’insegna di una nazione caduta, forse vittima dei suoi stessi miti”.
Nel corso serata è stato presentato il catalogo (Ottocento Edizioni) dedicato a questa seconda  edizione del Premio FAM Giovani, progetto fortemente voluto da Antonino Pusateri, presidente dell’associazione Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento, Obiettivi e finalità sono esposte da Paolo Minacori, socio dell’associazione che promuove le attività alle Fabbriche Chiaramontane. “Il premio FAM Giovani è un osservatorio – spiega Paolo Minacori,  -  che cerca di comprendere l’ambito e l’estensione dei nuovi linguaggi tra i giovani artisti, formatisi prevalentemente presso le Accademie e gli Istituti d’Arte siciliani: un contesto formativo che oggi travalica i confini geografici siciliani e perfino nazionali grazie al dialogo globale. Un’opportunità che sollecita la non appartenenza e il non uniformarsi al cliché dei sistemi dell’arte͟. Ringraziamo il comitato scientifico per la selezione degli artisti, i giurati e tutti gli artisti partecipanti, i quali, come ama dire Nino Pusateri, presidente dell’Associazione Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento, “sono tutti vincitori, aldilà della classifica finale, essendo stati oggetto di una selezione così autorevole”. Prossimo appuntamento alle FAM la mostra di Giovanni Leto “Orizzonte in Orizzonte (1985/2016)” a cura di Lorenzo Bruni [3 dicembre 2016 – 29 gennaio 2017].


Scheda opera “Der Reiter”, olio su cotone, 300x300 cm (2016)
Una pittura a tratti più presente, a tratti più liquida e assente, si fa portavoce di chi nella storia ha avuto limitata voce e ascolto. La tela prende le vesti di bandiera, il cotone, all’aggiunta dell’olio, si fa più leggero, meno presente e si riduce alla qualità di oggetto, lasciando macchie e tracce di un passato dopotutto non molto lontano. Corpi/storie che svaniscono e perdono valore all’occhio saturo di immagini dell’individuo. Una memoria caduta nella precarietà a causa di un afflusso di immagini/informazioni troppo forte da reggere, leggere e poter capire; una società in cui si è capaci di guardare ma non di vedere, di ascoltare ma non di sentire, in cui esperienze e idee tendono ad essere collettive ma non profonde. È così che cavalieri, soldati, civili, pastori, creando una linea narrativa tra di loro, appaiono silenziosamente su queste superfici pittoriche, all’insegna di una nazione caduta, forse vittima dei suoi stessi miti.

Dimitri Agnello, breve bio
Dimitri Agnello é nato il 04/01/1995 a Carrara, in provincia di Massa-Carrara, ma vive a Grotte (Ag). Ha conseguito la maturità classica e attualmente frequenta il secondo anno del triennio della scuola di pittura all'Accademia di Belle Arti di Palermo. Nel 2015, nell’ambito della 56esima Biennale di Venezia, viene selezionato al workshop Codice Italia Academy, “Il solco dipinto”, condotto dall’artista Giuseppe Caccavale. Lo stesso anno, nell’ambito dello scambio culturale Palermo-Düsseldorf, parteciperà al workshop “Der Natur entnommen”, condotto da Udo Dziersk, docente alla Kunstakademie di Düsseldorf; e parteciperà allo stage organizzato in seno alla mostra “Le stanze d’Aragona”, progettato dalla Rizzuto Gallery. Nel 2016 viene nominato socio per il ponte culturale “Palermo Düsseldorf Verein”. 
Fattitaliani

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