TOM HANKS APRE IL FESTIVAL DEL CINEMA DI ROMA: "quando interpreto un ruolo amo esplorare me stesso"

Tom Hanks ha aperto il Festival del Cinema di Roma ricevendo dalle mani di Claudia Cardinale un premio alla carriera. L'attore statunitense si presentato ai giornalisti italiani in maniera ironica...
Come si sente quando si rivede nei suoi film?

Beh, secondo un filosofo meglio non guardarsi mai indietro perché i personaggi che ho interpretato non cambiano e li ho già visti; io sì. Ad esempio Splash è uguale ad oggi e non è cambiato; io sono invecchiato. Sono fortunato, ho una longevità artistica, soprattutto quando continuano ad offrirmi ruoli significa che sono un professionista. Ogni film per me è un'avventura, ogni volta un'esperienza umana.
Cosa sta succedendo nel vostro Paese?
Crap fest, festival della merda 2016: ogni 4 anni decidiamo chi dovrebbe essere il nostro Presidente, c'è ansia e timore. È una fase molto significativa. Ci sono problemi risolvibili: quando l'America ha affrontato tanti problemi non abbiamo cercato un candidato autoreferenziato. Noi non investiamo in loro ma in noi. Ma non parliamo della politica e dell'ignoranza... ogni volta che faccio il figo sono ignorante. Ma l'ignoranza è anche un bene a volte.
Come sceglie un ruolo di un film, è rimasto deluso da qualche no che ha detto?
Sono un istintivo, voglio dire che istintivamente riesco a capire cosa più devo fare, pazienza se non riesco a fare un film. Facile dire di sì, perché puoi baciare una bella ragazza su un set, venire a Roma ed essere il più figo della città, ma queste sono cose facili, difficile dire di no ad un progetto: di solito lo faccio se vedo che manca qualcosa alla sceneggiatura. Quando interpreto un ruolo amo esplorare me stesso.
Perché fa sempre ruoli da buono e mai da cattivo?
Ci sono dei ruoli da antagonista, da cattivo che mi piacerebbe fare solo se avessero un senso; non ci metto moralità nei miei film. In film come Il soldato Ryan o Catch me if you can, soprattutto  quest'ultimo è stata un'esperienza fantastica. Ho parlato con degli agenti dell'FBI e mi è piaciuto lo stile di vita che hanno loro, il loro lavoro. In The terminal sono un uomo di un Paese dell'est che lotta per la sua esistenza; con questo film ho voluto rendere omaggio a mio suocero che è fuggito dalla Bulgaria. Ho voluto elogiare la storia del comunismo dell'Unione Sovietica ed ho voluto esplorare questo elemento. Qui ad esempio c'è della moralità.
Chi è Tom Hanks?
Sono quello che sono, vorrei incutere più timore ma non ci riesco, non ce la faccio.
Cosa pensano i suoi nipoti del nonno?
Non si rendono conto di cosa faccio nella vita, riconoscono la mia voce in Toy Story. Gioco con loro e sono più divertenti di Fellini. Molti mi confondono con i personaggi che interpreto ma bisogna mantenere vivo il contatto tra pubblico ed artista.
Si può risolvere il dilemma Russia-Stati Uniti?
Non mi immischio nelle questioni diplomatiche, sarebbe bello che tutti vivessimo in accordo.
Cosa preferisce fare: l'attore o il produttore?
L'attore ha un lavoro e non deve spiegare nulla agli altri, il produttore deve imbarcarsi in mille questioni e deve chiedere sempre. Preferisco fare l'attore. Volevo fare un film in URSS ma non è stato possibile. Fare un film come produttore tante volte può significare lavorare per anni.
C'è un artista italiano con cui vorrebbe lavorare?
Roberto Benigni, ma con chiunque abbia una buona idea. Sofia Loren è sempre stata lei, in ogni film che ha interpretato.
Una volta in America attraverso un canale tv ho visto film come La strada, 8 e 1/2 e sono rimasto colpito da questi film italiani.
Il suo rapporto con Clint Eastwood?
Ottimo, lo ammiro, lavorare con lui è forte. Lui non fa prove, non vuole perdere tempo sul set; quando arriva ti chiede di mostrare cosa sai fare, questa è la sua regia; non parla del personaggio. Mai. Vuole che un attori si comporti bene. Emanuela Del Zompo.
Fattitaliani

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