Ricordate il modo in
cui Manzoni racconta la genesi dei Promessi Sposi? Il manoscritto trovato per
cui l'autore avrebbe solo il merito di averlo reso pubblico? Ecco, qui è più o
meno la stessa storia. L'unica differenza è che alle peripezie di Renzo e Lucia
vengono a sostituirsi nove storie di viaggi in terre più o meno lontane.
Johnny Bemolle,
infatti, è un cantautore vagabondo, Antonello D'Ippolito & Co. hanno solo
avuto il merito di trovare una valigia con all'interno i testi di alcune
canzoni. Ed è in questo modo che nasce il progetto Johnny Bemolle's, fisicamente
composto da tre musicisti romani, che nella calda estate del 2016 ha
lanciato il suo primo disco: JB.
Un album ricco di folk tradizionale,
che pur facendo riferimento a diversi artisti del passato, rimpasta il genere
con le proprie attitudini e il proprio stile. Quello che ne viene fuori è un
disco folk che si serve di strumenti come l'ukulele, di blues energici e di
racconti sognanti. Un prodotto che consente all'ascoltatore di compiere un vero
e proprio tour del vecchio continente senza muoversi dalla sedia, con solo le
cuffie nelle orecchie o la musica nello stereo. In questo modo appaiono vividamente
gli scenari della Francia, degli immensi spazi aperti scozzesi o delle fredde
terre dell'est. Si ergono sopra gli altri brani Johnny (traccia che
funge da presentazione del disco) e The cripple of Bruges, brano che si
apre e si chiude con un ricco e potente blues, ma lascia grande spazio alla
sperimentazione folk a cui il gruppo fa continuamente ritorno.
La ciliegina sulla
torta è rappresentata dall'impatto visivo della matita di Laura Re, che ha
disegnato la copertina del disco e ha rappresentato le tracce con delle
splendide illustrazioni.
In conclusione, un
disco che viaggia alla scoperta di terre lontane e contemporaneamente indaga e
rivela l'animo del misterioso Johnny Bemolle. Paradossalmente, però, non si
allontana più di tanto, mantenendo le sue radici salde nel terreno della
tradizione e dello stile da cantastorie.
Giuseppe Vignanello
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