ALESSANDRO COZZOLINO, dal 15 settembre in libreria "ESERCIZI DI FELICITÀ". L'intervista di Fattitaliani: ognuno è autore e fautore della propria felicità

Alessandro Cozzolino, coach professionista, lavora come consulente, scrive e tiene seminari sul coaching e la felicità in tutta Italia e collabora con giornali e riviste. Dalla sua esperienza professionale, dalle teorie e dalla pratica di tutti i giorni, dalle storie di chi ha cambiato la propria vita in meglio, ha pubblicato il suo primo libro "Esercizi di felicità" (Centauria, pagg. 212, €13,90) un prezioso manuale che ha un pregio e un difetto. Il pregio ci accompagna come un vero personal trainer allenandoci a rimettere in forma la nostra anima, la percezione del mondo, le relazioni in cui siamo. Il difetto: non ci lascia alcun alibi. Perché “smettere di esistere e cominciare a vivere”: fin da oggi, fin da subito. Fattitaliani lo ha intervistato

In questi tempi così oscuri e insicuri, è prudente promettere il raggiungimento della felicità?
Sin dalle primissime pagine del mio libro si evince in maniera chiara ed esplicita ciò che chiunque mi conosca personalmente o professionalmente sa già: non offro né prometto ricette più o meno preconfezionate di felicità universalmente valide. Il motivo è semplicissimo: non esistono. La felicità è uno stato d’animo intimo e personale pertanto ognuno è (o dovrebbe essere) autore e fautore della propria. Ma è proprio questo il punto: ai più piace convincersi che chissà dove, come e quando qualcuno o qualcosa entrerà nella propria vita e la renderà più facile e più felice. Mi dispiace tanto ma non funziona così. Per essere felici occorre dedizione e impegno. Proprio come nello sport. Un life coach è per certi versi molto simile a un personal trainer ma anziché allenare il corpo, allena la mente. Ciò che prometto io non è la felicità. In questo libro invito le persone a cercare dentro di sé - e non fuori - la chiave della propria felicità. Come? Attraverso l’analisi di nuove prospettive e mediante esercizi pratici che mirano a scardinare idee e convinzioni inculcate nel tempo che il più delle volte sono il principale ostacolo al raggiungimento della propria felicità. 
La gente oggi non sembra essere felice: è una scelta o una condizione forzata?
La gente, come dicevo prima, è in linea di massima convinta che la felicità arriverà dall’esterno: un nuovo amore, un posto di lavoro più gratificante, una casa più grande, una vacanza da sogno lontano dalla routine… Questa è un po’ l’idea con cui tutti siamo cresciuti: studia, trovati un lavoro, metti su famiglia, fa’ figli, va' in vacanza ad agosto, estingui il mutuo, goditi la pensione e passa a miglior vita. Questo copione è stato imposto in maniera più o meno subdola un po’ a tutti noi. E chi non lo segue spesso si sente come un pesce fuor d’acqua. Peccato che non abbia alcun potere di renderci felici davvero e soprattutto che nessuno ci abbia mai insegnato a guardarci dentro e a chiedere a noi stessi: ma io, senza le etichette che gli altri mi hanno appiccicato addosso con o senza il mio consenso, chi sono? Cosa voglio davvero? Cosa mi emoziona? Cosa mi rende felice? Interrogarsi spaventa. È molto più comodo e più facile restare inconsapevoli e seguire la massa anziché spostare i riflettori dentro se stessi e osservare ciò che si è. La felicità, quella vera, è una scelta consapevole. Si tratta di decidere di soffermare le proprie attenzioni su ciò che più è vicino alla propria essenza interiore, alle proprie inclinazioni naturali, al proprio essere e non al proprio avere. Ma ai più pare risulti difficilissimo. Come ho scritto nel libro: “Facile e felice sono due cose diverse: distruggere è più facile che costruire, desiderare è più facile che agire, sottolineare mancanze e difetti è più facile che apprezzare qualità e pregi, odiare è più facile che amare.... in sintesi l'infelicità è più facile della felicità”. Ecco perché la gente oggi non è felice. 
Il primo passo in ogni percorso è il più difficile da compiere: come e da cosa cominciare?
La prima cosa da fare è smettere di credere a tutto ciò che la nostra mente pensa. Perché è lei la responsabile di tutto ciò che viviamo, proviamo, sentiamo dentro. È lei che ci spinge a credere che la felicità sia qualcosa che manchi, che non c’è, quindi da aggiungere, da ottenere, da acquistare o da acquisire. In realtà, è l’esatto contrario. Bisogna ridimensionare il potere e rivedere la fiducia che riponiamo nella nostra mente. Bisogna imparare a eliminare, togliere, a fare spazio. Bisogna imparare a dire una parola tanto piccola quanto potente: basta. È sorprendente quanto bene possa fare. Arriva (quasi) per tutti il momento in cui improvvisamente dici basta a qualcosa, a qualcuno, al tuo vecchio “io". Basta ai locali e alle discoteche perché restare a casa è mille volte più bello. Basta a quegli amici che amici non sono mai stati perché non li hai mai visti nel momento del bisogno, se non del loro bisogno. Basta a quel lavoro che non ti ha mai davvero rappresentato né soddisfatto perché lavorare non significa lasciarsi usare o sfruttare. Basta a quell'amore che tutto era tranne che amore perché il desiderio di controllo e di possesso non ha nulla a che vedere con l'amore vero. Basta alla buona educazione che ti forza a porgere l'altra guancia perché con certa gente le buone maniere non servono proprio a niente. Basta un “basta" detto con convinzione e determinazione e la vita ti cambia in un istante: smetti di sopravvivere e inizi finalmente a vivere davvero. 
Una volta raggiunto un certo equilibrio, a che cosa bisogna fare particolarmente attenzione affinché non venga alterato dalla vita?
La vita è, per sua natura, incertezza. Credere che ciò che raggiungiamo duri per sempre è una pericolosa bugia della nostra mente, che il più delle volte ci mente in modo così convincente da farci credere cose assolutamente false e sbagliate. Ogni cosa, persona, circostanza o situazione è impermanente, cioè destinata a mutare e trasformarsi in qualcos’altro. Prima lo si comprende, prima lo si accetta, meglio è. Ma alla mente umana, per sua natura pigra e restia al cambiamento, tutto ciò non piace. Per questo motivo, è proprio alla nostra mente che occorre prestare la massima attenzione. Gli eventi, gli altri, la vita in sé non hanno alcun merito né alcuna colpa se siamo felici o infelici. Ogni nostro stato d’animo nasce dai pensieri che noi (il più delle volte “solo” noi) associamo a tale evento, cosa, persona o situazione. È la nostra mente il generatore dei nostri stati d’animo perché funziona da filtro tra ciò che accade fuori e ciò che siamo dentro, e viceversa. Ma la mente è anche il luogo in cui alberga il nostro ego, che si divide in ego sano (quello che collabora con noi, a vantaggio anche degli altri) e in “egomostro” (quello cattivo che fa del male a noi stessi e al prossimo). Ecco perché è di fondamentale importanza “allenare” la mente a pensare in maniera diversa, nuova, più efficace. 
Quanto il desiderio e lo status di felicità passa anche attraverso il corpo?
Sarebbe come chiedermi quanta aria passa anche nell'altro polmone o quanti liquidi vengono drenati anche dall’altro rene. Noi e il nostro corpo siamo un tutt’uno. Molti ritengono di esserne separati ma faccio fatica a credere che sia davvero così. Il nostro corpo è il risultato, lo specchio di ciò che abbiamo dentro. La vita che abbiamo vissuto si riflette nelle nostre rughe. Le emozioni che abbiamo provato rivivono nei nostri sguardi. Se dentro siamo cupi e infelici, chi è intorno a noi non tarderà a rendersene conto. Se siamo felici, entusiasti, contenti, pure. Forse proprio è per questo che tendiamo a mascherare la nostra interiorità tramite la nostra esteriorità. Forse non sono i segni del tempo cui vogliamo rimediare tramite certi “ritocchini”. Non è il nostro grasso corporeo che vogliamo far sparire. Non sono i capelli bianchi che vogliamo coprire. Forse, in realtà, è tutto quello che ci ha portato fin lì che vogliamo cancellare. Ma che ci piaccia o no, il nostro corpo materializza esteriormente ciò che di immateriale abbiamo e siamo interiormente. Peccato che ai più riesca molto difficile andare più in profondità, oltre l’apparenza, propria e altrui. Anche qui, di nuovo, è molto più facile, veloce e immediato giudicare un libro dalla copertina che leggerlo con attenzione da cima a fondo. 
Certe ragioni dell'infelicità sono anche esterne: che scudo adottare?
Davanti a ciò che ci arriva dall’esterno e che ci turba, ci addolora, ci devasta - il che sembra accadere abbastanza spesso ultimamente, se si osserva cosa accade nel mondo ogni giorno - possiamo solo fermarci e chiederci: cosa posso fare io, nel mio piccolo, per migliorare questa situazione? Che tipo di contributo posso offrire? In che modo posso alleggerire questo peso e alleggerirlo anche agli altri? Una volta trovata la risposta, non resta altro da fare se non agire. Lamentarsi, inteso come sfogarsi, può essere un ottimo punto di partenza. Ma poi bisogna passare all’azione. Non sono il tipo di persona, né di professionista, che va in giro urlando che la vita è bella, che non ci sono limiti, che tutto è possibile, distribuendo “peace & love” a destra e a manca. Tutt’altro. Nel mio libro lo scrivo chiaramente: occorre allenare la propria mente a pensare, e quindi ad agire, in maniera quanto più efficace possibile in relazione agli obiettivi che si desiderano raggiungere e agli ostacoli da superare che la vita piazza sul cammino di ciascuno di noi. O ti eserciti, ti fortifichi, ti alleni tu in prima persona oppure nessuno scudo potrà mai proteggerti davvero. Neanche il mio libro. Giovanni Zambito.
©Riproduzione riservata

ESERCIZI DI FELICITÀ
Allenare il cuore e la mente a essere felici
di 
ALESSANDRO COZZOLINO

Casa editrice: Centauria CollanaGuru
Pagine: 212 - Prezzo: 13,90 euro
Data di uscita: 15 settembre 2016 
Fattitaliani

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