ISOLA DEL LIRI: INDUSTRIA E NATURA E CULTURA

La Ciociaria in verità non si distingue per arte e cultura e civiltà di cui pertanto è culla e genitrice, ma notoriamente per cementificazione selvaggia e per avvelenamento dei pochi corsi d’acqua presenti e per degrado ambientale e per consumo spietato del territorio a seguito, tra l’altro, di capannoni e iniziative industriali che in maggioranza, una volta goduto delle provvidenze e facilitazioni finanziarie dello Stato Italiano, hanno tolto le tende e smantellato, col risultato che si vede in giro e anche, stando alle ultime statistiche, con la realtà terribile che una provincia ciociara, FR, è quella con il più alto tasso di ricorso alla Cassa Integrazione!
E gli uomini politici e le istituzioni che si alternano alla mangiatoia hanno doppio merito: sono inetti e incapaci nei riguardi della cosa pubblica e fortunati in quanto nel territorio non allignano cittadini bensì solo sudditi ed elettori, di conseguenza possono sopravvivere felici e spensierati nell’assenza totale del civico controllo e della civica partecipazione. Le eccezioni, e ve ne sono, confermano la disastrosa regola.
Ma veniamo alle belle iniziative che pur si registrano: per belle iniziative possiamo intendere solo quelle, estremamente rare, che hanno riferimento alla storia e ai personaggi della Ciociaria, iniziative che si propongono di edificare e di valorizzare e promuovere quello che si ha e non quello che è nel fumo, a guisa di un cappello nuovo su un vestito consunto, come di norma avviene.
la cascata del Valcatoio in un’opera di Raff.Carelli inizi 1800
Apprendiamo che la Commissione di Toponomastica del Comune di Isola del Liri recentemente ha strappato alle nebbie dell’oblio due personaggi che assieme a Giustiniano Nicolucci( 1819-1904), padre della antropologia, rappresentano le gemme della città e del Paese intiero: Angelo Viscogliosi (1873-1958) e Maria Antonietta Macciocchi (1922-2007): il primo, tra i tanti meriti specie industriali, ha quello di aver avuto la possibilità, grazie a genitori certamente avveduti e informati e soprattutto che credevano nel valore e nella basilarità della istruzione e della cultura, di poter studiare ingegneria idraulica, inizi 1900, al prestigioso già all’epoca e celeberrimo Politecnico Federale di Zurigo e poi perfezionare la preparazione presso altre istituzioni superiori a Berlino e altrove. La prima realizzazione, ritornato in patria, fu la costruzione della centrale idroelelettrica sotto la Cascata Grande, ancora in perfetto funzionamento, affianco al Castello di famiglia che ne porta il nome. Ma molto di più c’è da apprendere dalla sua esistenza.
Maria Antonietta Macciocchi, una donna vulcano, intelligente, libera, intrepida, coraggiosa: comunista poi maoista per gran parte dell’esistenza poi radicale: parlamentare italiana ed europea, scrittrice superba, giornalista e corrispondente intemerata, direttrice di giornali prestigiosi... e parecchio altro: un luminoso esempio alla cui opera ed esistenza gratificarsi e godere e apprendere: una delle grandi donne che definire solo ciociare è limitarle, bensì nazionali e internazionali, come Teresa Labriola, come Gina Lollobrigida, come Tina Lattanzi, come le incredibili modelle di artista presenti nei musei e gallerie del mondo e tante altre donne ciociare stupende e fuori del comune: in merito raccomando la lettura del libro: “ORGOGLIO CIOCIARO/Ciociaria pride” dove molto altro si scoprirà.
E’ foriero di buoni auspici costatare che il Comune di Isola del Liri stia distogliendo l’attenzione dalla cementificazione e avvedersi invece che vi sono altri valori mille volte più ricchi e promettenti e che soprattutto valorizzano il territorio e la società e non la avvelenano e appezzentiscono col cemento e l’asfalto: hanno riportato alla luce Federico Zuccari astronomo celebrato dell’epoca, hanno commemorato e ricordato recentemente un altro industriale delle prime decadi del ‘900 radicato nel territorio Eustachio Pisani. E’ anche esemplare costatare che il Comune di Isola del Liri inizi ad avere un occhio di attenzione e di riguardo -li ha liberati dai rampicanti parassiti- verso i platani giganteschi e monumentali, i pochi rimasti, nello spazio ex Lefebure, unici o quasi in Italia di quelle dimensioni. Cura particolarissima andrebbe riversata a quello che si trova nello spazio dell’ex abitazione Lefebure che alla base misura m.7,80 di circonferenza, unico in Italia! E sempre encomiando la città eccezionale delle cascate che grazie al suo attuale assessore alla Cultura parrebbe voler avere intenzione e volontà di iniziare a far conoscere e promuovere il proprio inaudito patrimonio culturale e naturale e industriale, non possiamo esimerci dal raccomandare che finalmente si ridia vita alla da troppi anni imperdonabilmente ammutolita Cascata del Valcatoio!! Significherebbe, tra l’altro, rientrare in possesso dell’antico ruolo di unica città in Europa ad essere dotata di due cascate: le nuove sorgenti energetiche ne fanno perfino un anacronisma, oltre ad un sopruso alla civiltà e alla comunità. Altresì ricordare che la città delle Cascate è stata anche oggetto di attenzione da parte di molti e spesso importanti artisti, già dal 1700, che l’hanno eternata attraverso i propri dipinti: in merito è semplicemente grottesco e perfino infamante dover costatare che nelle istituzioni comunali, di tali opere d’arte che onorano le sue cascate non ve ne sia nemmeno una!

Michele Santulli

Copertina: il platano dietro il Palazzo Lefebure : circ. alla base 7,80 m
Fattitaliani

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