FRANCAVILLA
AL MARE - Per la sua terza serata, la
13esima edizione del Blubar Festival, che si tiene come sempre in
piazza Sirena, a Francavilla al Mare, propone il grande rock
italiano.
Giovedì 11
agosto sarà la volta di Eugenio Finardi,
preceduto dagli Slow Feet.
Finardi proporrà uno spettacolo completamente nuovo, dal titolo “40
anni di musica ribelle”, che celebra l’uscita di “Sugo”,
disco del 1976 che gli ha regalato la popolarità e in cui sono
contenuti, oltre alla canzone-manifesto “Musica ribelle”, alcuni
tra i pezzi più rappresentativi della sua carriera come “La Radio”
e “Voglio”. Per quanto riguarda gli Slow Feet, segnaliamo che il
gruppo vede in formazione Franz Di Cioccio e Lucio Fabbri, che
tornano dunque al Blubar due anni dopo la loro trionfale esibizione
con la Pfm (14 agosto 2014).
L’ingresso
al pubblico sarà gratuito; verrà richiesto il pagamento di un
biglietto solo per i posti a sedere. Info costi su www.blubar.org.
Il concerto inizierà
alle ore 21,30. Presenteranno Paola e Francesca Toro.
Contemporaneamente
al Blubar, nella
Sala Ovale della Sirena è possibile ammirare una mostra fotografica
di Lino Vairetti, leader degli Osanna, che espone anche alcuni suoi
scatti d’epoca su Pino Daniele. Direttore
artistico del Blubar Festival è Maurizio Malabruzzi.
SCHEDA
SLOW FEET – Gli Slow Feet sono Paolo
Bonfanti, Franz Di Cioccio, Lucio Fabbri e Reinhold Kohl. Forse non
serve ricordare che i componenti di questa super band hanno scritto
pagine indimenticabili della musica italiana, ma è bello sapere che
il palco è il loro posto naturale, il luogo migliore per esprimere
la loro musicalità. La sezione ritmica ha come spina dorsale
l’energica batteria di Franz Di Cioccio (PFM) e il basso pulsante
di Reinhold Kohl. Lucio Fabbri (PFM), validissimo polistrumentista, è
uno dei solisti a tutto tondo del gruppo. Per finire con Paolo
Bonfanti, bluesman tra i più apprezzati in Italia, scelto come voce
solista e chitarra del gruppo. A Francavilla l’atmosfera sarà
senza dubbio particolare perché Di Cioccio, milanese d’adozione, è
originario di Pratola Peligna, e questo non è da considerare come un
elemento secondario, visto che il buon Franz non perde mai occasione
per ricordare con piacere i propri natali, mettendosi anche a parlare
in dialetto con il pubblico quando si esibisce in Abruzzo. In tal
senso, quindi, il fatto che l’artista possa suonare “a casa sua”
sarà di sicuro un’ulteriore spinta, uno stimolo in più per
estrarre dal cilindro uno show poliedrico, grintoso e divertente. In
una parola, indimenticabile.
SCHEDA
EUGENIO FINARDI – Dopo il lusinghiero
successo della prima parte del tour e delle tre tappe cinesi, Eugenio
Finardi, il cantautore da sempre simbolo di completa libertà
artistica ed espressiva, prosegue con il tour dedicato ai “40 anni
di musica ribelle”. Finardi sta girando l’Italia con oltre 40
date che simboleggiano non solo una vera e propria celebrazione a 40
anni dall’uscita di “Sugo” (considerato uno dei 100 migliori
dischi rock italiani di sempre), ma anche una presa di coscienza di
quanto siano attuali ancora oggi quei temi che Eugenio portò per la
prima volta all’attenzione generale in Italia. Con “Musica
Ribelle”, Finardi segnò la nascita di un filone musicale
alternativo e indipendente, che ancora oggi rappresenta una pietra
miliare della creatività italiana; anche dal punto di vista musicale
infatti, la scelta di riproporre durante il live gli arrangiamenti
originali dell’epoca rivela la grande attualità dell’atteggiamento
musicale di allora.
Finardi, grato al suo pubblico per il feeling crescente che si crea ad ogni
nuovo spettacolo, propone dal vivo l’intera scaletta dell’album
‘Sugo’, compresi alcuni dei brani che lo portarono al successo
come la canzone-manifesto “Musica Ribelle”, “La Radio”,
“Voglio” e “Oggi ho imparato a volare”. Accompagnano i brani
alcune riflessioni inedite sulla nascita delle canzoni del disco e
sul metodo di lavoro in studio. Il solido e costante rapporto live
con un pubblico sempre diverso e affezionato rappresenta un momento
d’importante scambio culturale ma anche di analisi per Eugenio
Finardi, che continua ad attingere spunti dalla complessa cronaca
contemporanea: viviamo una realtà che mostra oggi, più pressanti
che mai, tutte le contraddizioni che le sue canzoni già da allora
denunciavano. Come dice lo stesso Eugenio, “ora più che mai c’è
bisogno di musica ribelle”.
Foto di Rudy Amisano de Lespin
Foto di Rudy Amisano de Lespin