Teatro Parioli, stagione 2016-17. De Filippo: "il Teatro non è un Museo ma un laboratorio"

È il Direttore artistico Luigi De Filippo, per il quinto anno alla guida del Parioli ad aprire la Presentazione della prossima Stagione teatrale “Non voglio tediarvi con la crisi del Teatro e della Cultura. Sappiamo che ci sono. Questo non è un Teatro ma è Forte Apache, noi resistiamo agli assalti. I nostri abbonati rappresentano il Settimo Cavalleggeri e sono aumentati perché curiamo molto il programma del Cartellone”.

Si inizia il 27 ottobre con “Natale in casa Cupiello” un classico della tradizione napoletana, di Eduardo De Filippo. Interprete e regista Luigi De Filippo. Andò in scena per la prima volta il 21 dicembre 1931 al Teatro Kursaal di Napoli. All’inizio è un atto unico, il secondo. Successivamente Eduardo ne aggiungerà altri due, il primo ed il terzo, sentendo il bisogno di far meglio conoscere i suoi personaggi.
Seguirà il 1° dicembre “Gran Cafè Chantant” Vaudeville di Tato Russo ed Eduardo Scarpetta. Con Tato Russo ed altri 14 interpreti. Da una parte il linguaggio di commedia che sarà di Eduardo, all’altra quello da farsa che è tipico di Scarpetta.
Ritornano le Operette con “La Vedova Allegra” dal 5 all’8 gennaio e “Al Cavallino Bianco” dal 2 al 5 febbraio.
Continuiamo con la prosa dal 12 al 22 febbraio con “Classe di ferro” di A. Nicolaj con Paolo Bonacelli, Giuseppe Pambieri, Valeria Ciangottini. Scene di Alessandro Chiti. Una splendida parabola sulla Terza età, una commedia che sollecita tutta una serie di riflessioni sul destino, molto spesso crudele, dell’anziano nella nostra società. Un testo che alternando leggerezze ed ingenuità con alcuni momenti di profonda commozione, lascia una traccia profonda nello spettatore.
Dal 24 al 29 gennaio Il Teatro Stabile di Genova con “Le prénom – Cena tra amici nella versione italiana di Fausto Paravidino.
Dal 9 al 12 febbraio: “Caesar” dal Giulio Cesare di William Shakespeare. La tragedia comunemente nota come Julius Caesar vene scritta dal Bardo tra il 1598 ed il 1599. L’originale dimenticato indica chiaramente quale sia l’argomento dell’opera: il prima e il dopo omicidio di Cesare, ciò che precede un grande stravolgimento politico.
Dal 16 al 22 febbraio “Colette una donna straordinaria” di Catherine Spaak che ne è anche interprete insieme ad Alessio Di Clemente. Regia di Maurizio Panici. Non è un monologo ma sono duetti recitati con un protagonista maschile che dovrà interpretare gli uomini più importanti della sua vita.
Dal 2 al 17 marzo: Massimo Venturiello in “Profumo di Donna” da “Il Buio ed il Miele” di Giovanni Arpino. Un romanzo che è l’emblema della solitudine moderna, della disillusione esistenziale che inevitabilmente conduce al cinismo ed alla perdita di umanità.
Dal 21 al 26 marzo: “Caviale e Lenticchie” di Scarnicci, Tarabusi, Taranto, Casillo. Scritta negli anni 50 e portata al successo televisivo da Nino Taranto.
Fuori abbonamento, dal 30 marzo ritorna “Miseria e nobiltà” commedia in due atti di Eduardo Scarpetta. Adattamento e regia di Luigi de Filippo.
Il 21 aprile una Serata d’onore con Enzo De Caro “In arte Totò”. Di Enzo De Caro e L. De Curtis
Non mancheranno gli appuntamenti con la Danza a cura di Aurelio Gatti ed i Processi ai grandi personaggi della Storia a cura di Elisa Greco. La rassegna dedicata ai giovani con “Primo Sale” a cura di Giulio Baffi e gli spettacoli dedicati alle scuole tra cui quest’anno un Progetto Multimediale dal titolo “I Promessi Sposi siamo noi”. “Grammatiche teatrali” Percorso di formazione dello spettatore teatrale a cura di Davide Sacco.
Dopo l’esperienza positiva dell’anno scorso, torna la Carta Cuore che crea un sistema di fidelizzazione del Cliente con il Teatro e con gli esercizi commerciali convenzionati.
Sul finale riprende la parola Luigi De Filippo “Ho 85 anni, posso vantare 70 anni e più di Teatro ed ho ricevuto da poco la Laurea honoris causa dall’Università della Basilicata in Scienze Filosofiche e della Comunicazione. Mi ha fatto molto piacere, lo stesso che provo quando mi chiamano Maestro anche se mi fa un po’ ridere perché abbiamo sempre da imparare. Il Teatro non è un Museo ma un laboratorio, è vivo e ci trascina così. Continua con la voce incrinata dall’emozione: Volutamente non ho parlato di mio cugino Luca perché non è scomparso è sempre nel mio cuore. Siamo i portabandiera di un genere teatrale che non deve morire e che conquista sempre il pubblico come qualcosa di piacevole che ti arricchisce. E’ per questo che la gente viene ancora a vedere il Teatro. Mi auguro che esso sia sempre più forte, finché c’è gente che lo ama come Voi”.

Elisabetta Ruffolo
Fattitaliani

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